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Venerdì, 29 Marzo 2024
Dalla fuga dei documenti / Cina

La Cina avrebbe fornito armi in segreto alla Russia

È quanto contenuto in un altro dei documenti segreti militari Usa che è stato ottenuto dal Washington Post, tra le immagini di file classificati postati sul social Discord

La fuga di documenti del Pentagono sulla guerra in Ucraina sto facendo tremare l'intelligence americana e non solo. Le carte, in parte secretate e apparse su oscure piattaforme di giochi online, mettono in discussione la credibilità di diversi paesi sul loro ruolo nell'offensiva russa in Ucraina. E tra questi non poteva mancare la Cina che, da 14 mesi, osserva un atteggiamento ondivago senza mai schierarsi a favore o contro l'iniziativa bellica lanciata dal presidente russo Vladimir Putin. Pechino, dall'inizio del conflitto, ha sempre negato di aver inviato armi a Mosca da utilizzare contro i soldati di Kiev. 

Ma proprio i documenti trapelati minano ora la presunta neutralità di Pechino. La Cina avrebbe approvato la fornitura di aiuti letali alla Russia per la sua guerra in Ucraina, e intendeva farlo in segreto, mascherando l'equipaggiamento militare come beni di natura civile. È quanto è contenuto in un altro dei documenti segreti militari Usa che è stato ottenuto dal Washington Post, tra le immagini di file classificati postati sul social Discord. Secondo quanto riferisce il Post l'informativa, apparentemente ottenuta da un'intercettazione condotta dai servizi americani sul Svr, i servizi di intelligence russi, era stata inserita in un sommario top secret, datato 23 febbraio, in cui l'Ufficio del direttore della National Intelligence aveva inserito informazioni relative all'Ucraina e la Russia.

Al suo interno si fa riferimento a 'segnali di intelligence' che indicano che i servizi russi hanno riportato che la commissione militare centrale della Cina ha "approvato un incremento della fornitura" di armi ma che intende mantenere la cosa segreta. Secondo quanto riportato, "Pechino ha approvato invii segreti di armi letali alla Russia", si legge nel sottotitolo del documento che è intitolato "The Watch Report", contenente "un sommario delle informazioni recenti e altri elementi scelti dell'intelligence community". 

Il rapporto rappresenta la prova più dettagliata finora emersa pubblicamente a sostegno dei continui moniti, pubblici e privati, rivolti dall'amministrazione Biden a Pechino riguardo alla questione delle armi alla Russia. Interpellato dal Post, l'ufficio del direttore della National Intelligence non ha voluto commentare. Mentre un alto funzionario dell'amministrazione, ha affermato che "non vediamo prove che la Cina abbia trasferito armi o fornito assistenza letale alla Cina, ma rimaniamo preoccupati e continuiamo a monitorare con attenzione".

Dai file emerge che la preoccupazione del Pentagono che Pechino possa aiutare Mosca nella sua guerra contro l'Ucraina fornendo armi e supporto materiale è molto più accentuata di quanto non emerga dai briefing in chiaro di Casa Bianca e dipartimento della Difesa. In un documento è scritto esplicitamente che è assai probabile che la Cina entrerà in guerra in caso di "un attacco ucraino su suolo russo con armi fornite dalla Nato". In un altro documento su Pechino si parla, invece, del test di un missile ipersonico condotto lo scorso 25 febbraio. Secondo quanto rivelato, il super razzo cinese - un DF-27 - ha volato per 12 minuti per 2.100 km con una "alta probabilità" di penetrare i sistemi di difesa anti-missili balistici degli Stati Uniti.

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