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Giovedì, 25 Aprile 2024
allarme nel paese

I numeri cinesi sul Covid non tornano: aumentano le richieste alle agenzie funebri

È difficile conoscere la reale entità delle vittime, ma le richieste e le lunghe file ai crematori di diverse città cinesi restituiscono una fotografia - seppur parziale - dell'alto numero di decessi per Covid. Perché questa differenza?

Mentre il mondo intero si preoccupa per il boom di contagi di Covid-19 provenienti dalla Cina, la Repubblica popolare fa i conti con le conseguenze dell'allentamento della politica Zero Covid, abbandonata in maniera non graduale lo scorso 7 dicembre. Le decisioni prese dal governo di Pechino di non comunicare più i dati giornalieri dei contagi hanno alimentato speculazioni sulla poca trasparenza dei numeri di casi e decessi trasmessi dalle autorità sanitarie cinesi. 

Lunghe file ai forni crematori

L'incertezza regna sovrana. È difficile conoscere la reale entità delle vittime, ma le richieste e le lunghe file ai crematori di diverse città cinesi restituiscono una fotografia - seppur parziale - dell'alto numero di decessi per Covid. Perché questa differenza? Il vero bilancio è attualmente sconosciuto perché i funzionari hanno iniziato a registrare solo le morti direttamente riconducibili a polmonite e insufficienza respiratoria causate dal virus: non saranno registrati i decessi di pazienti che, per esempio, hanno avuto un infarto dopo essere stati infettati. 

Morti per Covid o per altre cause, le agenzie funebri sono comunque al collasso. Stando a quanto scrive Bloomberg, nel distretto Longhua della città di Shenzhen sono comparsi avvisi pubblici durante lo scorso fine settimana che comunicavano l'alta richiesta di un'agenzia funebre: in un solo giorno sono arrivati 500 cadaveri, circa cinque volte il numero di ingressi gestito in una situazione normale. 

Scene simili si vedono nelle pompe funebri di tutta la Cina, dove un flusso apparentemente infinito di famiglie in lutto e lavoratori esausti dimostrano quanto le autorità tendano a sottostimare i numeri dei decessi di Covid nella seconda economia più grande del mondo. I parenti hanno difficoltà a trovare un'agenzia disponibile per cremare un proprio caro, e si vedono costretti a provvedere autonomamente. Un post circolato su WeChat racconta di un figlio in difficoltà perché non riesce a trovare un posto vacante in per suo padre. Nel messaggio di disperazione, l'uomo pensa di cremare lui stesso il corpo del suo defunto parente. 

  

Ma a quanto ammontano i decessi di Covid in Cina? Secondo una stima della società britannica di dati sulla salute Airfinity, la Cina potrebbe registrare fino a 25mila decessi al giorno alla fine di gennaio, durante il Capodanno Lunare Capodanno Lunare (che inizia il 22 gennaio), quando migliaia di cinesi si sposteranno da provincia a provincia, dai centri urbani alle zone rurali, meno preparate a fronteggiare un'emergenza sanitaria. 

Superato il picco di contagi nelle grandi città

Il peggio è passato nei grandi centri urbani? Secondo uno studio di un gruppo di ricerca cinese pubblicato sul Global Times lo scorso 1° gennaio, in diverse città metropolitane cinesi, tra cui Pechino, Shanghai e Guangzhou è stato raggiunto il picco di infezione da Covid-19.

Nella sola Shanghai, circa il 70% dei residenti potrebbe essere stato infettato, secondo quanto dichiara un medico dell'ospedale Ruijin - uno dei più rinomati in Cina - e membro del gruppo di esperti di Covid-19 della metropoli cinese, Chen Erzhen, citato dai media locali. In proporzione, l'attuale ondata sarebbe quindi venti o trenta volte più vasta di quella di aprile e maggio scorsi, che costrinse decine di milioni di persone a due mesi di duro lockdown e che contribuì ad affossare l'economia nazionale.

La stima si aggiunge all'impressionante dato di ieri delle autorità sanitarie del Sichuan, nel sud-ovest della Cina, dove circa l'80% della popolazione sarebbe stata contagiata. Negli ultimi giorni, inoltre, ci sarebbero stati anche un milione di nuovi casi nella provincia dello Zhejiang, sulla fascia costiera, dove si starebbe arrivando al picco delle infezioni. Le stesse autorità sanitarie di Shanghai smentiscono, però, che possano essersi diffuse le sottovarianti più aggressive di Omicron, citando in particolare i sottolignaggi XBB e BQ.1, noti come Gryphon e Cerberus. L'emergenza sanitaria è tutt'altro che finita secondo il medico dell'ospedale Ruijin, dove i casi urgenti sono circa 1.600 al giorno, l'80% dei quali è costituito da pazienti contagiati dal Covid-19.

A preoccupare è soprattutto la diffusione del virus lontano dalle grandi metropoli. I casi dovrebbero aumentare principalmente nelle aree rurali e nelle città di piccole e medie dimensioni durante le festività del Capodanno. In queste zone, infatti, si registra un'inadeguata preparazione del sistema sanitario locale, nonché una bassa vaccinazione degli anziani. A lanciare l'allarme è anche il portavoce della Commissione Nazionale per la Sanità, Mi Feng, che ha ribadito l'importanza delle aree rurali per la prevenzione e il controllo delle malattie e la garanzia dei servizi medici. 

L'incontro con i funzionari dell'Oms

Parole che trovano riscontro in una narrativa rassicurante dei media statali cinesi, che hanno minimizzato la gravità di un'ondata di infezioni da Covid-19, in vista dell'incontro di oggi 3 dicembre tra funzionari della sanità cinese e scienziati dell'Organizzazione mondiale della sanità sull'evoluzione del virus nel paese. Gli esperti dell'Oms hanno invitato le autorità cinesi a fornire un "quadro realistico" sulla situazione pandemica in Cina.

Poco prima dell'incontro con i funzionari dell'Oms, la Cina aveva inviato al database internazionale GISAID i dati sulla sequenza del genoma di centinaia di casi di Covid-19 recentemente campionati in tutto il paese. Dalla raccolta è emerso che non è stato identificato un nuovo ceppo del virus, tuttavia ci sono evidenze di diverse sottovarianti di Omicron (Omicron BA. 5.2, BF. 7, BA. 2.75 e BQ. 1.1) in tutta la Cina. Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha dichiarato la scorsa settimana che le sottovarianti BA. 5.2 e BF. 7 rappresentano l'80% dei casi attuali in Cina.

Oltre al collasso sanitario si teme quello economico: aumentano le preoccupazioni per le prospettive di crescita a breve termine nella seconda economia più grande del mondo, che potrebbe causare la volatilità nei mercati finanziari globali. 

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