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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'incubo di una nuova guerra fredda / Cina

Cos'è un missile ipersonico e perché la corsa della Cina spaventa il mondo

Pechino ha abbandonato la strategia nucleare della deterrenza minima. Sullo sfondo ci sono le tensioni con Taiwan ma anche l'ambizione a diventare una potenza militare entro il 2050

Può volare a più di cinque volte la velocità del suono. E' in grado di trasportare a lunghissima distanza una testata nucleare. Ma, soprattutto, è incredibilmente complicato intercettarlo e infiltra come burro le difese missilistiche avversarie. Si chiama missile ipersonico ed è l'ultima generazione in fatto di armi atomiche, vera e propria arma del futuro che tutti i paesi vorrebbero avere nel proprio arsenale. Non stupisce, dunque, la grande eco internazionale che ha avuto il test cinese di un missile ipersonico, avvenuto lo scorso agosto e di cui il quotidiano Financial Times ha dato recentemente notizia. Un test che, stando alle fonti del giornale, "ha colto di sorpresa l'intelligence americana", spiazzata dagli "straordinari progressi" fatti da Pechino sul fronte delle armi ipersoniche. E ha confermato la preoccupante corsa al nucleare della Cina, lanciata verso l'obiettivo di potenza militare di primo livello entro il 2050.

I 'vecchi' missili da crociera e balistici

Ma perché i missili ipersonici fanno tanta paura? Da circa 30 anni la tecnologia militare dispone fondamentalmente di due tipi di arma per colpire un obiettivo nemico: i missili da crociera e i missili balistici. I primi sono più lenti, viaggiano su una traiettoria orizzontale, sono relativamente piccoli ma ben manovrabili (per intenderci, per attaccare la Siria, nel 2018, gli Usa hanno utilizzato missili da crociera). Quando - tuttavia - si vuole raggiungere un target molto lontano e infliggergli un grande danno, si può ricorrere a un missile balistico intercontinentale. Alto come un edificio di 10 piani, viene sparato direttamente in cielo. Esce dall'atmosfera e, con una traiettoria a campana, ricade con estrema velocità sul bersaglio. Proprio la velocità è la chiave di questo tipo di missile, che tuttavia è relativamente facile da avvistare in fase di lancio. I missili balistici vengono in genere armati con testate nucleari (ne trasportano fino a 12) ma il loro tallone d'Achille è proprio la traiettoria piuttosto prevedibile che permette di schierare difese e contromisure.

Il missile 'infernale' che elude le difese missilistiche

Il missile ipersonico unisce i vantaggi degli altri due: veloce quanto un missile balistico, se non di più (la velocità ipersonica è, per definizione, almeno 5 volte più di quella del suono), ma con una capacità di manovra e un'altezza operativa di un missile da crociera. Nel giro di 15 minuti può colpire un obiettivo dall'altra parte del globo e - fatto ancora più importante - eludere qualunque tipo di difesa missilistica con una manovrabilità tale da rendere impossibile, per l'avversario, l'individuazione in tempo utile del target preciso. In pratica, un'arma infernale che tuttavia richiede materiali e tecnologie di altissima specializzazione per la sua realizzazione, propulsione e gestione.

La gara di Russia, Usa e Cina verso la tecnologia ipersonica

Sulla tecnologia bellica ipersonica hanno puntato gli occhi tutte le grandi potenze. La Russia ha già da tempo presentato e schierato il suo missile ipersonico 'Vanguard', con il quale afferma di poter colpire rapidamente obiettivi a grande distanza. Gli Stati Uniti hanno messo sul piatto 112 miliardi di dollari per ricerca, sviluppo e valutazione dei sistemi di difesa, il più grande importo mai stanziato per questo scopo nella storia del Pentagono, e gli scienziati americani continuano a fare test nelle gallerie del vento del Maryland. Ma nessuno - e soprattutto gli 007 della Cia - credeva che Pechino fosse già così avanti con la sua sperimentazione: secondo il Financial Times, il missile ipersonico cinese ha viaggiato intorno alla Terra in orbita bassa prima di scendere verso il suo obiettivo, mancato per soli 32 chilometri. Il missile è stato trasportato da un razzo Long March – Lunga Marcia, di cui di solito Pechino annuncia con trionfalismo i lanci. Non in questo caso: la prova dello scorso agosto è stata mantenuta top secret. La Cina, a ogni modo, ha confermato il lancio ma non per scopi militari, precisando di aver effettuato solo un test di routine su un veicolo spaziale comune allo scopo di verificarne il riutilizzo. 

Pechino corre verso il nucleare...con un occhio a Taiwan

E' indubbio che Pechino abbia cambiato marcia, dando vita a una vera e propria corsa agli armamenti atomici. Ad agosto, intervenendo al Forum regionale dell’Asean, il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, aveva espresso la sua forte preoccupazione per la “rapida crescita” dell’arsenale nucleare cinese, sottolineando come il Dragone si fosse ormai nettamente discostato dalla "strategia nucleare decennale basata sulla deterrenza minima”. Il governo cinese deve ancora spiegazioni per i nuovi silos - destinati a ospitare missili intercontinentali in grado di ospitare testate nucleari - scoperti nell'estate scorsa da foto satellitari. I siti in questione sono quelli di Yumen e Hami, nella parte nordoccidentale del Paese, e si parla di 229 impianti missilistici in costruzione. Una proliferazione nucleare che preoccupa non poco la comunità internazionale: il potenziale deterrente e aggressivo della Cina s'avvia a diventare sempre più pesante sullo scacchiere geopolitico, in particolare quello asiatico, e l'escalation assume un significato particolare nell'ambito delle rinnovate tensioni attorno all'isola di Taiwan. Xi Jinping è tornato a battere sul progetto di riunificazione della Grande Cina e pochi giorni fa ha mostrato i muscoli con 156 aerei da combattimento inviati nei cieli a ridosso dei "separatisti" taiwanesi. Taiwan è appoggiata dagli Usa: è quasi superfluo ricordare che un eventuale conflitto tra Pechino e Taipei riaccenderebbe tensioni da guerra fredda.

L'obiettivo cinese: potenza militare entro il 2050

La Cina, del resto, non nasconde le sue ambizioni. Durante il 19esimo del Partito, nell’ottobre 2017, Xi Jinping aveva già illustrato il suo doppio orizzonte: completare la difesa nazionale e la modernizzazione militare entro il 2035; trasformare l’esercito cinese in una macchina da guerra "di livello mondiale" per il 2050. Obiettivi resi concreti da una profusione di investimenti: praticamente tutta la crescita economica cinese finanzierà gli armamenti con un budget, per il 2021, di 209 miliardi di dollari, +6,8% rispetto all'anno scorso. 

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