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Venerdì, 19 Aprile 2024
Obiettivi in discussione / Cina

Perché la Cina non rivede la strategia "Zero Covid"

Pechino, la città che ospita le sedi del Partito politico cinese, non dovrà essere una nuova Shanghai

I casi di Covid in Cina aumentano e il governo centrale introduce misure preventive per evitare che Pechino, la capitale cinese che ospita le sedi del Partito politico cinese, diventi una nuova Shanghai. La megalopoli che conta oltre 25 milioni di residenti non sa ancora quando uscirà dall’incubo del lockdown, in cui è caduta da almeno cinque settimane.

Nelle ultime 24 ore, la Cina ha registrato 5489 casi, di cui 353 sintomatici. La gran parte dei contagi totali cinesi si trova a Shanghai, che ha segnalato 4982 nuovi positivi. Nell’hub commerciale, il virus si è diffuso anche fuori dalle aree isolate, spingendo l’amministrazione locale a posticipare il preannunciato allentamento del lockdown.

La situazione nella capitale cinese

Pechino non dovrà essere una nuova Shanghai. È questo l’imperativo del governo della municipalità, che deve fare i conti con l’aumento dei casi di Covid-19: nelle ultime 24 ore si sono registrate 51 nuovi positivi. Si tratta di un numero molto basso se paragonato ai 22 milioni di residenti nella capitale, ma preoccupanti per il governo cinese che porta avanti – con ostinazione – la politica “Zero Covid”.

Le autorità locali vogliono quindi evitare gli errori commessi dai funzionari di Shanghai. In 12 dei 16 distretti della città di Pechino è partito un secondo round dei tre test di massa. La misura è rafforzata anche dalla limitazione degli spostamenti e dalla chiusura delle scuole e delle attività commerciali. La capitale ha chiuso 40 stazioni della metropolitana, circa un decimo della rete che copre tutta la città, e sospeso 158 linee di autobus a tempo, per ora, indeterminato.

Metro chiuse di Pechino Covid-2

La municipalità della capitale cinese ha deciso di prolungare temporaneamente le misure di contenimento del Covid-19 in vigore anche oltre le feste del primo maggio, che terminano oggi. I residenti di Pechino hanno infatti trascorso gran parte delle festività tra le mura domestiche, a causa delle restrizioni imposte dalle autorità locali contro il riemergere del virus.

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Tra le misure che rimarranno in vigore c'è la chiusura delle palestre, dei teatri e di altri luoghi di intrattenimento, e la limitazione al 50 per cento della capienza per musei e parchi. I servizi di catering continueranno a rimanere sospesi e il distretto di Chaoyang, il più colpito dalla recente ripresa dei contagi, attuerà la modalità di lavoro da casa a partire da domani.

Con l’obiettivo di controllare i piccoli focolai, riaprono a Pechino i primi centri Covid per isolare i positivi.  L'ospedale Xiaotangshan Fangcai, che conta almeno 1200 posti letto, apre nuovamente dopo un’interruzione durata circa due anni, quando nel 2020 aveva accolto i primi pazienti Covid dopo lo scoppio del focolaio di Wuhan. La riapertura della struttura segnala come le autorità della municipalità stiano attuando tutti i provvedimenti disponibili per evitare un lockdown e portare avanti la battaglia contro il coronavirus.

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Anche la capitale della provincia dello Henan, Zhengzhou, che ospita 12,6 milioni di persone e una fabbrica del produttore di iPhone di Apple Foxconn, si unisce alle 40 città cinesi che attualmente sono in lockdown parziale o totale.

Quanto durerà la politica Zero Covid?

Il Partito comunista cinese ha scelto la strategia “Zero Covid”, presentandola al mondo come strumento politico di successo nel contenere la diffusione del virus nel Paese, mentre i Paesi occidentali hanno registrato un alto numero di vittime. Gli analisti ritengono che difficilmente il governo cinese farà un passo indietro sulla strategia di bandiera del presidente cinese Xi Jinping, che vuole dimostrare la superiorità del sistema comunista all’occidente nella lotta contro la pandemia.

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Le autorità sanitarie nazionali fanno notare che al momento non ci potrebbe essere un’inversione di rotta a causa di problemi strutturali e fattori contingenti, come la densità di popolazione, la precarietà del sistema ospedaliero e sanitario, e la bassa percentuale di persone anziane vaccinate.  

Ma la variante omicron ha cambiato tutto: molto più contagiosa delle altre ha costretto le autorità cinesi a isolare decine di milioni di abitanti anche in caso di un numero limitato di contagi. Il governo cinese sta portando avanti la battaglia contro la variante Omicron, test di massa, limiti di viaggio e blocchi.

Le pesanti conseguenze della strategia

La politica Zero Covid, secondo gli analisti, rimarrà in vigore almeno fino al ventesimo congresso del Partito, dove il presidente Xi riceverà – con ogni probabilità – un terzo mandato. La politica Zero Covid si presenta così profondamente legata alla legittimità politica del Partito Comunista Cinese e del suo leader Xi. Ma le conseguenze umane, economiche e politiche di questa strategia sono enormi. L'agenzia di rating Fitch, nella giornata di ieri 3 maggio, ha tagliato le stime sul Pil 2022 della Cina al 4,3 per cento, dal precedente 4,8 per cento, a causa dei lockdown di contenimento del contagio che hanno creato problemi alla produzione e alla supply chain con un impatto atteso nei primi due trimestri dell'anno. La contrazione economica evidenziata da Fitch contraddice l’obiettivo di crescita individuato dal governo cinese del 5,5 per cento.

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Con le continue chiusure dei centri urbani cinesi e i rallentamenti dell’attività produttiva, gli analisti economici prevedono ulteriori conseguenze negative: a far suonare il campanello d’allarme è la cifra record di 17,5 miliardi di dollari di azioni e obbligazioni ritirati dal mercato cinese. In questo contesto difficilmente vengono tollerate forme di dissenso. La censura cinese ha infatti colpito gli analisti economici che hanno criticato la strategia Zero Covid. Gli account WeChat e Weibo di diversi economisti sono stati bloccati dopo che quest’ultimi hanno previsto ingenti perdite finanziarie a causa delle restrizioni imposte per contrastare la diffusione del virus, arrivando a criticare ufficialmente la politica di bandiera del presidente cinese.

La stretta – anche – sul mondo della finanza segnala la direzione verso cui sta andando la Cina: il prossimo autunno i cinesi – e il mondo intero - saluteranno nuovamente il presidente Xi, fresco di terzo mandato, come il vincitore della battaglia contro il coronavirus. Nonostante tutto.

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