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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Amicizia senza limiti / Cina

Perché la Cina potrebbe allontanarsi dalla Russia

La guerra in Ucraina ha messo in risalto le debolezze della Russia, ormai allontanata dalle potenze occidentali. In un clima di isolamento, Putin non ha avuto altra scelta che rivolgersi a Pechino. E Xi ne approfitta

Dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina, diversi attori internazionali hanno preso posizioni a favore o contro Mosca. Tra questi c'è anche la Cina, che dallo scorso 24 febbraio osserva però un atteggiamento ondivago nei confronti della Russia. Sarebbe verosimile pensare che il leader cinese Xi Jinping sia un alleato del suo omologo russo Vladimir Putin in base all'amicizia "senza limiti" annunciata in pompa magna pochi giorni prima del conflitto in Ucraina. Ma un elemento è emerso a distanza di 11 mesi dalla guerra lanciata dal leader del Cremlino: Xi e Putin non sono così amici come vorrebbero far credere. 

A tutela degli interessi personali

Innanzitutto il presidente cinese, che ha ottenuto un sorprendente terzo mandato durante il XX Congresso del Partito comunista cinese, deve gestire le conseguenze di un'economia messa in ginocchio dalla nazionale politica Zero Covid, dalla guerra in Ucraina e dalle misure messe in campo dall'amministrazione statunitense di Joe Biden per limitare l'ascesa del gigante asiatico nel settore tecnologico.

Dallo scoppio della pandemia, il gigante asiatico ha visto frenare la crescita a due zeri degli scorsi anni. I lockdown improvvisi e le restrizioni previste dalla politica anti virus hanno determinato una perdita economica del Pil che vale 17 trilioni di dollari. Non sorprende quindi il duro giudizio della Banca mondiale, che ha registrato un crollo del 2,7% della crescita economica del paese. E le prospettive per il 2023 non sono migliori: è sì previsto un rialzo del 4,3%, ma è inferiore di 0,9 punti percentuali rispetto alle previsioni di crescita dello scorso giugno. 

Le preoccupazioni economiche di Xi però non sono disgiunte dalla politica estera: già dall'inizio della pandemia, la Cina ha ridotto i rapporti con le cancellerie straniere, arrivando persino a registrare una relazione con gli Stati Uniti ai minimi storici.

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Ma ora il leader cinese vuole correre ai ripari. A Zhongnanhai, il quartier generale del Pcc, si sta portando avanti una discussione per portare sul binario giusto le politiche estere ed economiche promosse da Xi. Secondo funzionari cinesi e consiglieri del governo citati dal Financial Times, Pechino sta studiando misure volte a migliorare i rapporti diplomatici e a rilanciare l'economia del paese.

Dal punto di vista economico, il leader cinese punta a ripristinare una forte crescita dell'economia nazionale, migliorare la sorte di centinaia di milioni di lavoratori rurali cinesi, stabilizzare il mercato immobiliare e sostenere una crisi che affligge le finanze di decine di governi locali del paese. 

Per quel che riguarda l'aspetto diplomatico, l'obiettivo principale della Cina è quello di migliorare le relazioni con alcuni paesi dell'Occidente, in particolare con i paesi europei, che hanno scelto di distanziarsi da Pechino perché accusata di non aver condannato Mosca per la guerra in Ucraina. 

Fine di un'amicizia senza limiti?

Anche se nel loro ultimo colloquio a dicembre Xi e Putin hanno concordato di continuare a rafforzare le relazioni bilaterali, cresce ai vertici politici del Partito comunista la diffidenza per il presidente russo. Alcuni funzionari del Pcc hanno rivelato alla testata londinese le intenzioni della Cina di riorientare la sua politica estera per prendere le distanze dalla Russia nel timore di un declino dell'economia e del potere politico di Mosca in seguito alla disastrosa operazione in Ucraina.

E non sono mancati duri commenti nei confronti del leader del Cremlino. "Putin è matto", è la chiosa di un esponente cinese, che ha spiegato come la decisione dell'invasione in Ucraina sia "stata presa da un gruppo ristretto di persone. La Cina - è il ragionamento del funzionario anonimo al Financial Times - non deve limitarsi a seguire la Russia". 

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I funzionari cinesi sono convinti che gli obiettivi del Cremlino in Ucraina non saranno raggiunti e che la Russia emergerà dalla guerra con le ossa rotte, come una "potenza minore". C'è però anche rammarico nelle "stanze dei bottoni" cinesi per la scelta di Mosca di non informare Pechino della sua intenzione di lanciare un'invasione dell'Ucraina prima che Putin ordinasse l'attacco. Una posizione che contrasta con l'impressione data da una dichiarazione congiunta di Xi e Putin il 4 febbraio del 2022, appena 20 giorni prima che la Russia attaccasse l'Ucraina. 

Nel loro incontro del 4 febbraio dello scorso anno Putin - emerge dalle interviste raccolte dal quotidiano britannico - avrebbe informato Xi che la Russia "non escludeva adottare tutte le misure possibili se i separatisti dell'Est dell'Ucraina avessero attaccato il territorio russo provocando disastri umanitari". La posizione russa è stata interpretata dalla Cina come un potenziale segnale di un impegno militare limitato, non come l'invasione che Putin ha lanciato contro l'Ucraina. 

Era quindi lontana da Pechino l'idea di un attacco unilaterale della Russia. Basti pensare che la Cina non aveva comunicato ai cittadini cinesi residenti in Ucraina di lasciare il paese prima dello scoppio guerra. E la difficile situazione ha avuto ripercussioni interne. L'incapacità dell'intelligence di Pechino di prevedere l'invasione ha portato al licenziamento dell'allora vice ministro degli Esteri e massimo esperto di Russia Le Yucheng. 

Più vicina a Bruxelles

Pechino, stando alle dichiarazioni dei funzionari cinesi al Financial Times, vuole avvicinarsi a Bruxelles. E per farlo punterà a usare la sua vicinanza con Mosca per impedire a Putin di ricorrere all'uso di armi nucleari e rassicurare così le controparti europee. Un altro aspetto della strategia di Pechino è la volontà di posizionarsi non solo come potenziale mediatore tra Mosca e Kiev, ma anche come attore in qualsiasi sforzo postbellico per la ricostruzione dell'Ucraina. 

Condivisione di confine e di visione contro l'ordine mondiale guidato dagli Stati Uniti: sono questi gli elementi che legano Pechino e Mosca. Alcuni analisti si domandano quando la Cina si distanzierà dalla Russia, mentre altri sostengono che non sia in atto un reale allontanamento di Xi da Putin.

Tuttavia, gli eventi dello scorso anno hanno dimostrato che la relazione "senza limiti" ha, in effetti, i suoi limiti. È dopo l'invasione russa dell'Ucraina che Xi ha rivisto le relazioni sino-russe. Mentre i legami finanziari e commerciali della Russia con l'Occidente si sgretolano sotto il peso delle sanzioni, il commercio con la Cina ha sostituito parte del mancato guadagno. Anche la Cina ha tratto vantaggi dall'isolamento della Russia. Pechino ha comprato a prezzo ribassato gas e petrolio russo utilizzando lo yuan: in questo modo, il gigante asiatico ha rafforzato il valore della propria valuta che punta a diventare un'alternativa al dollaro. Tuttavia sembra che la Repubblica popolare non abbia fornito armi o prodotti ad alta tecnologia al suo vicino settentrionale, nonostante le indiscrezioni giornalistiche. Una scelta che non è piaciuta a Mosca, che avrebbe espresso tutta la sua frustrazione per il limitato sostegno cinese.

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