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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cina / Cina

Cina, si spengono le telecamere dell'attivista Weiwei

L'artista aveva montato in casa 4 videocamere per deridere Pechino e il regime di stretta sorveglianza a cui è sottoposto

La polizia cinese ha messo fine al “reality di protesta” messo in piedi dall’artista Ai Weiwei. L’uomo aveva installato nella sua casa di Caochangdi, alla periferia di Pechino,  4 videocamere, che permettevano al mondo di Internet di vedere tutte le sue azioni e i suoi movimenti 24 ore su 24, attraverso il sito https://weiweicam.com. Un modo per deridere il regime cinese che, da quando l’attivista era uscito di carcere il 22 giugno del 2011, tiene sotto controllo il suo computer, il suo telefono e ha addirittura piazzato delle telecamere davanti alla sua abitazione.


“Gli ho detto: voi avete 15 telecamere puntate su di me, e la telecamera che ho installato nella mia stanza da letto è come quelle che avevo sopra la mia testa mentre ero in carcere. Quindi vi faccio un favore, permettendovi di mantentere una stretta sorveglianza”, ha spiegato l’artista, come riporta il quotidiano francese Le Monde. “Dopo 46 ore di trasmissione, ieri mi hanno chiesto di smetterla”, ha detto Weiwei. L’ordine è arrivato per telefono e non è stato fornito nessun motivo valido. “Non spiegano mai i motivi, io non ho mai saputo il perchè dei miei 81 giorni di reclusione”.


L’artista cinese è diventato famoso per le sue critiche al regime comunista, alle quali Pechino ha risposto rinchiudendolo per 81 giorni in una località segreta. Weiwei, a cui sono state dedicate mostre ed esposizioni in tutti i maggiori musei del mondo, è stato anche accusato di evasione fiscale, pornografia e bigamia.  Ad oggi l'attivista vive in un regime di libertà vigilata e non gli è possibile uscire dal Paese.
 

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