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Venerdì, 19 Aprile 2024
Nel nome di Mahsa Amini

I Coldplay suonano l'inno della protesta iraniana al concerto trasmesso in 81 Paesi

La band britannica sul palco di Buenos Aires ha inserito in scaletta anche 'Baraye', canzone vietata nella Repubblica islamica, e i giovani del Paese hanno condiviso il video proibito sui social

I Coldplay hanno suonato 'Baraye', l'inno di protesta dei giovani iraniani, la colonna sonora delle rivolte che infiammano la Repubblica islamica dalla morte di Mahsa Amini, la giovane donna che era stata arrestata per aver indossato male il velo. È successo durante il concerto di Buenos Aires, in Argentina, trasmesso in streaming nei cinema di 81 nazioni, ma non in Iran. Almeno ufficialmente, perché il video del concerto è stato trasmesso sui social media dai giovani iraniani che sono stati in grado di aggirare le restrizioni imposte dalle autorità.

In Iran ''i giovani, donne e uomini, stanno combattendo per la loro libertà, per il diritto di essere se stessi'', ha detto il cantante dei Coldplay, Chris Martin, al concerto, invitando a ''mandare il nostro amore'' agli iraniani. All'esibizione che ha dato il via al tour mondiale della band britannica è stato invitato l'attore iraniano esiliato in Argentina, Golshifteh Farahani, che ha cantato in farsi il brano diventato un inno.

Baraye, che significa "Per..." o "A causa di...", è stato scritto da uno dei musicisti più famosi in Iran, Shervin Hajipour, con versi tratti da 31 messaggi che i cittadini avevano postato online condividendo la propria miseria e dolore individuale per la situazione del Paese. Nella canzone, intonata spesso durante le proteste, ci sono versi "per ballare per le strade", "per ogni volta che abbiamo avuto paura di baciare i nostri amati" e "per le donne, la vita e la libertà". Un brano diventato presto virale e che ha portato all'arresto del 25enne Hajipour, oltre che alla rimozione della sua canzone da Instagram. Le autorità ora hanno rilasciato il giovane, che però da allora non ha più parlato.

Durante la performance di Farahani, sul palco è stato trasmesso il video originale di Hajipour mentre cantava. La sua canzone, quindi, sta avendo la meglio sulla censura. Video condivisi online mostrano giovani studentesse iraniane che la cantano, manifestanti in piazza che la intonano, ma anche persone in macchina che la ascoltano a tutto volume.

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