rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Conseguenze della guerra / Ucraina

Il colera a Mariupol

Ufficialmente nessun focolaio è stato ancora confermato dai funzionari ucraini, ma la città secondo il sindaco è "sull'orlo di una catastrofe epidemiologica, è come vivere in un ghetto". Come si trasmette l'infezione, i precedenti e quali sono i rischi reali

Tombe poco profonde, spazzatura in decomposizione per le strade: tutto questo finisce nell'acqua, nel mare e nelle fonti di acqua potabile. La città di Mariupol, occupata dopo un lunghissimo assedio dalle forze armate russe, è "sull'orlo di una catastrofe epidemiologica". A ribadirlo è il sindaco Vadym Boychenko, aggiungendo che "la città è invasa da montagne di spazzatura indifferenziata e le condizioni igieniche sono precarie". "Si stanno diffondendo - ha aggiunto - malattie infettive, tra cui non escludo il colera e la dissenteria. In tutte le zone ci sono sepolture naturali e nessuna fognatura è funzionante. Inoltre non c'è acqua potabile. Tutto questo mette a rischio la salute dei residenti di Mariupol che si ritrovano in un vero e proprio ghetto".

Il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae. La sua tramissione avviene per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare a pericolosi fenomeni di disidratazione; è anche abbastanza facile da identificare. I pazienti hanno feci distintive giallastre o biancastre. Nel diciannovesimo secolo il colera si è diffuso più volte dalla sua area originaria attorno al delta del Gange (dove si trova da tempo immemorabile) verso il resto del mondo, dando origine a sei pandemie (per pandemia si intende una manifestazione epidemica di una malattia su larghissima scala, anche planetaria) che hanno ucciso milioni di persone in tutto il mondo. Le scarse condizioni igienico-sanitarie di alcuni Paesi e la cattiva gestione degli impianti fognari e dell’acqua potabile sono le principali cause di epidemie di colera. Senza la contaminazione di cibo o acqua, il contagio diretto da persona a persona è molto raro in condizioni igienico-sanitarie normali. La carica batterica necessaria per la tramissione dell’infezione è, infatti, superiore al milione: pertanto risulta molto difficile contagiare altri individui attraverso il semplice contatto.

Rischio colera a Mariupol

Da settimane i funzionari locali avvertono che a Mariupol potrebbe scoppiare un'epidemia di colera. Il 6 giugno, Petro Andryushchenko, un assistente del sindaco che è stato costretto a lasciare la città controllata dalla Russia, ha affermato che le fonti di acqua potabile potrebbero essere contaminate dal batterio del colera e che i funzionari russi hanno imposto una quarantena alle persone sospettate di avere la malattia. Ufficialmente nessun focolaio è stato ancora confermato dai funzionari ucraini, ma gli esperti sanitari ritengono sia molto probabile che ciò accada, perché i combattimenti prolungati hanno distrutto i sistemi idrici e fognari, rendendo un'impresa difficile trovare acqua potabile pulita.

"Dal primo momento in cui è iniziato il conflitto, abbiamo anticipato che sarebbe arrivato il colera", dice alla NPR (rete di radio pubbliche negli Usa) Daniele Lantagne, professore alla Tufts University che si occupa di acqua, servizi igienico-sanitari e malattie infettive. L'Ucraina è stato l'ultimo paese in Europa a segnalare casi di colera, con l'epidemia più recente rilevata proprio a Mariupol nel 2011. Ciò significa che il colera "non è una malattia sconosciuta in Ucraina, ed è stata lì di recente". Il batterio potrebbe riapparire ora. Il mese scorso l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato a inviare vaccini contro il colera nell'est dell'Ucraina per scongiurare un potenziale focolaio. "Che ci sia o meno il colera ora, dovremmo prepararci", dice Lantagne. Garantire la sicurezza del cibo e dell’acqua e migliorare l’igiene sono, infatti, le condizioni di base per la prevenire le epidemie.

Il colera nel mondo

Nel mondo oggi sono in corso focolai di colera in Repubblica Democratica del Congo, India, Nigeria, Pakistan e Sud Sudan. Ci sono da 1,3 a 4 milioni di casi e tra 21.000 e 143.000 decessi per colera ogni anno. Segno che questa malattia antica, facilmente curabile e prevenibile, può ancora avere un impatto nei tempi moderni. Il colera se non curato adeguatamente può uccidere una persona nel giro di poche ore. Causa infatti una grave malattia gastrointestinale con così tanta diarrea e vomito che i pazienti possono disidratarsi rapidamente.

Esistono due tipi principali di focolai di colera: all'interno dei paesi in cui si verificano regolarmente focolai e quelli che scoppiano durante una crisi, come un conflitto o un un'alluvione o un terremoto. In zone di guerra come l'Ucraina, il collasso delle infrastrutture idriche, igienico-sanitarie e sanitarie significa che l'introduzione del colera può diffondersi rapidamente e in modo disastroso. L'approvvigionamento idrico diventa il veicolo per trasmettere il colera.

Nel corso della sua guerra civile, ad esempio, lo Yemen ha registrato la peggiore epidemia di colera della storia, con oltre 2,5 milioni di casi e circa 4.000 morti. L'epidemia ha colpito lo Yemen per la prima volta nel 2016 e ha iniziato a diminuire solo negli ultimi mesi, soprattutto quando il conflitto prolungato è passato a un cessate il fuoco e gli operatori umanitari sono stati in grado di riavviare le campagne di vaccinazione contro il colera. I disastri naturali, che possono influenzare l'approvvigionamento di acqua pulita, stanno diventando più comuni a causa del cambiamento climatico. Le inondazioni, ad esempio, inquinano l'acqua, mentre la siccità prosciuga le fonti di acqua potabile sicura. Tutto ciò espone le persone in fuga dalle aree distrutte dai disastri climatici a un rischio maggiore di esposizione al colera.

"Ogni volta che le persone si spostano e le persone devono usare acqua che non è la loro normale fornitura d'acqua, è probabile che ci sia un rischio", dice alla raddio pubblica Usa il dottor David Sack , professore di salute internazionale presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Salute. Le persone in movimento bevono acqua contaminata da fiumi o altre fonti d'acqua, e la malattia si diffonde. Per il colera il trattamento è in realtà molto semplice: la reidratazione. Una malattia curabile, purché il paziente riceva rapidamente cure mediche. Tutt'altro che scontato, in un paese in guerra. Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario somministrare al paziente liquidi per via endovenosa insieme agli antibiotici. Se il colera viene curato rapidamente, entro poche ore, prima che la salute di un paziente peggiori, meno dell'1% dei pazienti muore.

Il ministero della salute ucraino ha affermato a più riprese di avere un accesso limitato a informazioni certe su cosa stia accadendo a Mariupol, ma ha condotto test nei territori sotto controllo di Kiev e non ha scoperto alcun caso di colera. Ma il rischio che prima o poi il colera si faccia strada in un paese devastato dalla guerra è tremendamente reale.

Continua a leggere Today.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il colera a Mariupol

Today è in caricamento