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Venerdì, 29 Marzo 2024
MEDIO ORIENTE

Colloqui di pace: negoziatore israeliano "incoraggiato da primo round"

Le due parti devono rivedersi entro due settimane in Israele o nei Territori palestinesi per cominciare il processo dei negoziati formali

La negoziatrice israeliana Tzipi Livni si è detta "incoraggiata" dal primo round di negoziati di pace diretti con i palestinesi di inizio settimana a Washington.

"Sono incoraggiata dalla prima riunione", ha dichiarato in una intervista diffusa questa mattina dalla radio israeliana. "E' stato un evento per il quale vi era una sorta di eccitazione e anche di speranza", ha aggiunto Livni. Al termine di cira tre anni di blocco del processo di pace, israeliani e palestinesi hanno ripreso lunedì a Washington i negoziati diretti, con un incontro preliminare, sotto la supervisione della Casa Bianca, che ha invitato le due parti a trovare "un compromesso ragionevole".

LA MAGGIORANZA DEGLI ISRAELIANI VUOLE LA PACE, MA E' PESSIMISTA SUI NEGOZIATI

"Era importante che vi fosse una prima riunione dopo mesi durante i quali gli americani hanno fatto la spola fra noi e loro", ha detto ancora Livni, che è anche ministro della Giustizia nel governo di Benjamin Netanyahu.

John Kerry ha strappato la settimana scorsa, al termine di un suo sesto viaggio nella regione, un accordo per la ripresa dei colloqui di pace congelati dal settembre 2010.
Nell'intervista, Livni ha tenuto a sottolineare che l'invito a incontrare il presidente Barak Obama alla Casa Bianca voleva mettere a tacere lo voci che Kerry perseguisse obiettivi personali. "Contrariamente a tutti coloro che dicono che si tratta di una missione privata di John Kerry e che nessun altro se ne cura, il presidente degli Stati Uniti interviene e dice: 'Amici, sono qui, non è una questione personale di qualcuno, sono qui perché è importante per me'", ha detto Livni, citando Obama.
"Il messaggio era importante di per sè e al di la del fatto che la riunione fosse interessante", ha aggiunto.

Le due parti devono rivedersi entro due settimane in Israele o nei Territori palestinesi per cominciare il processo dei negoziati formali, ha dichiarato ieri Kerry.

Conflitto Israele Gaza ® TM News Infophoto

UNIONE EUROPEA - La fine del conflitto israelo-palestinese è "in vista": lo ha detto oggi il capo della diplomazia europea, Catherin Ashton, ribadendo il sostegno di Bruxelles ai negoziati avviati questa settimana a Washington.
"Tanto Israele che i Palestinesi possono contare su un amico e un alleato come l'Unione europea", ha assicurato in una nota Ashton, sottolineando che la ripresa dei colloqui "schiude nuove opportunità sia per sviluppare il contributo dell'Ue alla pace e alla sicurezza della regione sia per approfondire le nostre relazioni con le due parti".
"Restiamo impegnati a tutto tondo con le due parti e faremo tutti i nostri sforzi per assicurare il successo dei negoziati", ha aggiunto. "Credo fermamente che un punto finale a questo conflitto sia in vista. Lancio un appello a tutti coloro che auspicano una soluzione negoziata a sostenere coloro che sono attualmente impegnati nei colloqui perché sia colta questa opportunità di pace", ha concluso Ashton.

NETANYAHU: "UE NON NEUTRALE SU CONFLITTO"

CARITAS - Secondo quanto dichiarato oggi dal sacerdote palestinese Raed Abusahliah, direttore generale di Caritas Jerusalem, la ripresa del processo di pace "è un fatto positivo, perché l'unico modo di risolvere i problemi è negoziare", ma le condizioni in cui avviene non lasciano spazio a troppe aspettative, in quanto "ci sono troppi ostacoli alla soluzione dei 'due popoli-due Stati', a partire dagli insediamenti di coloni che Israele continua a costruire nei Territori palestinesi" e dal muro di separazione.

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