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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"A Ginevra colloqui di pace tra Russia e Ucraina": l'Italia chiede di estendere le sanzioni

Il ministro dell'economia Giorgetti ha chiesto a tutti i paesi del G20 di applicare le stesse sanzioni introdotte dalle nazioni del G7 contro la Russia

A Ginevra sarebbero in corso negoziati di pace sulla crisi in Ucraina: lo ha annunciato il ministro degli Esteri svizzero, Ignazio Cassis. Secondo Cassis le trattative si stanno svolgendo in un clima di "massima discrezione" anche se "attualmente non si svolgono ai massimi livelli". "Offriamo sempre i nostri buoni servizi, ma resta da vedere cosa ne faranno entrambe le parti, sia la Russia che l'Ucraina". Cassis ha aggiunto che la Russia ha dichiarato pubblicamente di non considerare più la Svizzera un Paese neutrale e ha ricordato che l'Ucraina aveva chiesto alla Svizzera di rappresentare i suoi interessi in Russia, ma che questa richiesta è stata respinta a Mosca. "La narrativa russa è ben nota: ha detto che la Svizzera ha perso la sua neutralita', ma allo stesso tempo la sta usando come Paese neutrale".

La notizia arriva mentre il ministro dell'Economia italiano Giancarlo Giorgetti ha chiesto a tutti i paesi del G20 di applicare le stesse sanzioni introdotte dalle nazioni del G7 contro la Russia in seguito della sua invasione dell'Ucraina. "Le sanzioni "devono essere applicate non solo dai Paesi del G7, ma anche da quelli del G20", ha affermato Giorgetti in un comunicato diffuso a margine di un vertice tra i leader finanziari del G20 a Bengaluru. "Altrimenti la Russia aggira il sistema delle sanzioni e gli effetti rischiano di essere inferiori alle nostre aspettative", ha aggiunto il ministro.

Le sanzioni alla Russia funzionano? Cosa sappiamo dopo un anno di guerra 

Il dibattito sulla effettiva efficacia delle sanzioni è sempre attuale anche per vie delle tante notizie che parlano di come alcune società siano riuscite ad aggirare le restrizioni. Oggi è altresì in dirittura di arrivo il decimo pacchetto di sanzioni imposto dall'Europa e concordate con Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Giappone.

Kiev avrebbe fatto un inventario dettagliato di tutti i componenti importati dalla Russia da Paesi occidentali che sono poi usati nei sistemi armati moscoviti. Tra le aziende europee coinvolti, ha sottolineato, ci sono imprese con sede in Olanda, Germania, Svizzera. Molte altre hanno sede negli Usa e alcuni componenti provengono anche da Taiwan. Chiesto all'Ue anche di fare di più sullo stop ai visti per i russi. 

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