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Sabato, 20 Aprile 2024
fase di stallo / Russia

Le trattative di oggi tra Russia e Ucraina non sono andate bene

Il vertice in Turchia tra Lavrov e Kuleba non è andato come sperato, manca un accordo. Cosa succede ora?

Non ci sono progressi nelle trattative tra Ucraina e Russia per un cessate il fuoco, a due settimane dall'inizio dei combattimenti. Nel vertice di Antalya, in Turchia, i due Paesi non sono riusciti ad accordarsi per smettere di combattere e permettere alla popolazione ucraina di mettersi in salvo dalle zone bombardate dai russi. All'incontro hanno partecipato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e quello ucraino Dmytro Kuleba, con la presenza del ministro degli Esteri della Turchia Mevlüt Çavusoglu che si è offerto di mediare. Quello di Antalya è il quarto incontro tra Russia e Ucraina: le delegazioni dei due paesi si erano già incontrate due volte in Bielorussia e una volta in Ucraina.

La posizione di Lavrov: "Non abbiamo attaccato l'Ucraina"

La Russia si era detta disposta a bloccare l'invasione in Ucraina, ma solo a precise condizioni: 

  • Riconoscimento della Crimea come territorio russo;
  • Riconoscimento delle due repubbliche nel Donbass, di Donetsk e Luhansk;
  • Introduzione del principio di neutralità nella Costituzione ucraina.

Al termine del vertice in Turchia, Lavrov ha commentato dicendo: "Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative". Lavrov ha poi accusato i "nazionalisti" ucraini di usare i civili come scudi umani e ha affermato di aver discusso con Kuleba dei corridoi umanitari in Ucraina ma che "l'operazione militare speciale" proseguirà. Il Ministro degli Esteri russo ha anche sottolineato che l'Occidente si sta comportando "pericolosamente" fornendo aiuti difensivi all'Ucraina. "Non abbiamo attaccato l'Ucraina - ha spiegato - la Russia era minacciata e doveva difendere le regioni di Donetsk e Luhansk. L'operazione militare va secondo i piani. Vogliamo avere una conversazione seria in Bielorussia, non districarci con alcune scartoffie informali, per concordare quelle cose che, a detta di tutti, dovrebbero essere risolte nel contesto di una soluzione globale della crisi ucraina".

Lavrov ha anche giustificato il bombardamento dell'ospedale di Mariupol dicendo che al suo interno c'erano membri del "Battaglione Azov", un gruppo armato di matrice nazionalistica indipendente dall'esercito ucraino: "L'ospedale di Mariupol è ancora sotto il controllo dei radicali ucraini e non ci sono pazienti al suo interno. I media hanno raccontato male". Dopo i bombardamenti di ieri all'ospedale di Mariupol tre pazienti sono rimasti uccisi e tra le decine di feriti c'erano donne che avevano appena partorito o incinte.

La posizione di Kuleba: "Fermiamo sofferenze"

L'Ucraina richiede ai russi di ritirarsi e di lasciare il Paese. La priorità al momento è anche quella di smettere di combattere per garantire dei corridoio umanitari. "Purtroppo non c'è stato alcun progresso nell'incontro con Lavrov - ha detto il ministro degli Esteri ucraino Kuleba - "Non sono stati compiuti passi in avanti sul cessate il fuoco. Sono pronto a continuare i colloqui con Lavrov con lo scopo di porre fine alla guerra in Ucraina, fermare le sofferenze dei civili ucraini e liberare i nostri territori dalle forze di occupazione russe. La situazione più drammatica è a Mariupol. Nell'incontro abbiamo affrontato la questione del cessate il fuoco di 24 ore per risolvere la maggior parte delle questioni urgenti dal punto di vista umanitario. Non abbiamo fatto progressi su questo purtroppo, sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia".

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