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Sabato, 20 Aprile 2024
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Colombia, i paramilitari confessano più di 25mila omicidi

Viene alla luce la violenza della "guerra negata" condotta da apparati dello stato soprattutto contro la popolazione contadina durante il processo di smobilitazione delle AUC

In Colombia fa discutere un rapporto in cui i paramilitari confessano migliaia di crimini compiuti tra il 2005 e il 2012. Nell'ambito del piano di smobilitazione voluto dall’ex presidente Álvaro Uribe, l'Unità di Giustizia e Pace della Corte Generale della Colombia ha pubblicato numeri impressionanti. Le Autodefensas Unidas de Colombia (Unità di autodifesa della Colombia o anche AUC) erano un insieme di gruppi paramilitari colombiani riunitosi in un'unica organizzazione nell'aprile del 1997 per "consolidare e proteggere le condizioni economiche e sociali di diverse aree della Colombia". È stato stimato che si serva di almeno 20.000 militanti. L'AUC è considerata un'organizzazione di stampo terroristico da molti paesi, tra cui gli Stati Uniti e l'Unione Europea.

I dati sono elaborati dall’estrema destra colombiana e sono quindi tutti da verificare, ma portano alla luce la violenza della guerra negata condotta da apparati dello stato soprattutto contro la popolazione contadina durante il processo di smobilitazione delle AUC. Negli ultimi sette anni i paramilitari smobilitati hanno confessato 25.757 omicidi e 1.046 massacri di civili.

In totale 39.546 delitti che hanno coinvolto 51.906 vittime. In varie regioni del paese sono state scoperte quasi 4.000 fosse comuni. Le confessioni dei paramilitari hanno un unico grande obiettivo: sconti di pena nei processi. Nelle confessioni risultano complessivamente coinvolti 13.000 funzionari dello stato tra poliziotti, impiegati, politici. Inoltre è stata fatta luce su 3.500 desaparecidos, 773 torturati e un centinaio di stupri.

La giustizia, di fronte a numeri del genere, si sta dimostrando molto lenta: sono arrivate solo 14 sentenze e sono iniziati 128 processi.  Centinaia di paramilitari sono stati esclusi dai benefici di legge non avendo fornito confessioni credibili o parziali.

"I dati forniti - scrive sul suo blog Gennaro Carotenuto, professore di Storia dell’Europa contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata - sono una parte infima del tutto e non arrivano a toccare neanche il 10% dei crimini commessi dai paramilitari in Colombia. Resta da ricordare che questi dati confermano che alla guerriglia delle FARC è attribuibile non più del 3% dei delitti commessi in Colombia in decenni di conflitto".

"La causa della violenza in Colombia - continua Carotenuto - va cercata nell’ingiustizia estrema e nella brutalità senza limiti dei paramilitari che hanno espulso milioni di piccoli produttori dalle loro terre per aprire spazio all’agroindustria da un lato e al narcotraffico dall’altro in quella che è stata per decenni una guerra per la terra condotta contro la popolazione civile. Infine i grandi media, anche gli italiani, che in questi anni hanno descritto le FARC come un’organizzazione terrorista e uno dei più grandi pericoli per l’umanità erano in perfetta e assoluta malafede e pertanto non troverete traccia di questa notizia sui nostri giornali".

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