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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Colpo di Stato in Perù, il presidente scioglie il parlamento: cosa succede

Castillo ha annunciato anche la sua intenzione di convocare elezioni legislative che si terranno nel giro di nove mesi

Colpo di Stato in Perù. Il presidente peruviano Pedro Castillo ha sciolto il Parlamento e ha dichiarato lo stato di emergenza in quello che i media peruviani denunciano come "un golpe" in atto nel Paese. Parlando alla nazione, Castillo ha annunciato anche la sua intenzione di convocare elezioni legislative che si terranno nel giro di nove mesi. Durante il periodo di transizione, Castillo ha indicato di voler governare "per decreto". Nel suo discorso alla nazione, il capo dello Stato ha sostenuto che "il prossimo Parlamento che sarà eletto dovrà avere funzioni di costituente per riformare la Costituzione del Paese".

Il capo dello Stato ha decretato l'introduzione del coprifuoco a partire da oggi fra le 22 locali e le 4 del giorno successivo. Infine ha chiesto a tutti coloro che posseggono armi di consegnarle al più vicino posto di polizia nel giro di 72 ore.

Il drammatico annuncio di Castillo è stato formulato alcune ore prima dell'inizio di una seduta del Parlamento in cui si sarebbe dovuta discutere una risoluzione riguardante la sua destituzione per "incapacità morale". Insomma, il presidente ha giocato d’anticipo e sciolto il Congresso che oggi doveva decidere se sottoporlo a un procedimento di impeachment. Castillo ha abbandonato con tutta la famiglia il palazzo del governo a Lima. Seondo i media peruviani Castillo si sarebbe trasferito poco fa nella sede della Prefettura della capitale del paese. Lì, riporta la radio RPP, si starebbe recando una squadra speciale della polizia anticorruzione che procederà al suo arresto.

Il presidente del Parlamento peruviano, William Zapata, ha tuttavia aperto a Lima una sessione in cui si proporrà la destituzione del presidente Castillo. Il parlamento del Perù ha destituito il presidente Castillo con 101 voti a favore, sei contro e dieci astensioni. A seguito della destituzione, il Parlamento ha convocato la vice presidente Dina Boluarte alle 15 (le 21 italiane) per l'ufficializzazione della successione presidenziale.

Nel frattempo cinque ministri del governo peruviano hanno già presentato le dimissioni, arrivate dopo l'annuncio del presidente di voler sciogliere il Parlamento e instaurare un governo di emergenza. Anche Walter Cordova Aleman ha presentato le dimissioni, "per motivi personali", da comandante generale dell'Esercito. La lettera di rinuncia all'incarico, consegnata nella serata di ieri al ministro della Difesa Gustavo Bobbio e resa nota oggi, aumenta la temperatura della crisi istituzionale.

Dura la condanna del presidente della Corte Costituzionale peruviana, Francisco Morales, che ha bollato l'azione del presidente Pedro Castillo "un colpo di stato". In dichiarazioni alla radio RPP di Lima, Morales ha precisato che questo "golpe è destinato al fallimento". A suo avviso "le forze armate sono abilitate pertanto a ristabilire la democrazia in base alla Costituzione".

Anche la vicepresidente della Repubblica peruviana, Dina Boluarte, ha voltato la spalle a Castillo per sua la decisione di sciogliere il Parlamento. Via Twitter, Boluarte ha respinto "la decisione di Castillo di provocare una rottura costituzionale disponendo la chiusura del Congresso". Si tratta, ha denunciato, "di un colpo di stato che aggrava la crisi politica e istituzionale che la società peruviana dovrà superare nello stretto rispetto della legge".

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