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Venerdì, 19 Aprile 2024
Senza precedenti / Russia

Le conseguenze evidenti delle sanzioni alla Russia

A una settimana dall’inizio della guerra in Ucraina l’economia russa sta subendo pesanti sanzioni dal mondo occidentale, con visibili disagi per la popolazione.

Da qualche giorno, in Russia, gesti ordinari e quotidiani come un prelievo al bancomat o il pagamento del biglietto metro con la carta non sono più così scontati, o possibili, persino. 

La grande maggioranza della comunità internazionale si è opposta all’invasione dell’Ucraina, rispondendo con sanzioni senza precedenti che stanno causando grossi problemi all’economia russa, di fatto isolata dal resto dal mondo (materia energetica a parte).

Ma quali sono state fin ora le conseguenze di queste sanzioni?

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta

Il Rublo e l'inflazione

Dall’inizio del conflitto, il rublo (la moneta in uso in Russia) ha perso circa il 30% del proprio valore: è stata una delle conseguenze più immediate delle sanzioni. Dopo più di una settimana dall’invasione russa dell’Ucraina servono 121 rubli per acquistare 1 euro, mentre un anno fa ne bastavano 88. Per evitare un’ulteriore svalutazione, la Banca centrale russa ha preso alcune decisioni radicali, portando i tassi di interesse dal 9,5% al 20% nel giro di un giorno e chiudendo la Borsa fino all’8 marzo.

Il crollo del cambio Rublo-Euro nel tempo, una conseguenza delle sanzioni alla Russia

Il margine d’azione della Banca Centrale è stato però limitato dal blocco di più della metà suoi fondi all’estero per 643 miliardi di dollari, ora non più disponibili. La svalutazione del rublo ha causato una rapida crescita dei prezzi ed è diventato difficile prelevare dai bancomat, davanti ai quali si sono formati lunghe file di persone. Non è possibile portare fuori dal Paese più di 10mila dollari in contanti e la tassa per l’acquisto di valuta estera è al 30%.

La fuga delle aziende internazionali

Sempre più aziende si defilano dagli investimenti in Russia, in diversi settori. La fuga è stata inaugurata da British Petroleum (Bp), la più grande azienda petrolifera britannica e  il più grande investitore straniero in Russia, che ha deciso di cedere la sua partecipazione del 20% in Rosneft, la compagnia petrolifera di stato russa. Shell, una delle più grandi aziende petrolifere al mondo, si è tirata fuori dalla collaborazione con l’azienda di stato russa Gazprom per la gestione del gasdotto Nord Stream 2. Anche l’azienda petrolifera di stato norvegese Equinor ha sospeso gli investimenti in Russia.

Nel settore alimentare, Danone e Carlsberg stanno pensando ad alcune limitazioni per i loro stabilimenti in Russia, mentre nel settore automobilistico Volvo, Renault, Volkswagen hanno chiuso impianti o sospeso le vendite. Nelle ultime ore, Ikea e Nike hanno annunciato la sospensione delle proprie attività, mentre Apple, Siemens e Microsoft hanno sospeso la vendita di prodotti e servizi. Queste aziende impiegano migliaia di dipendenti che ora rischiano il posto di lavoro, e investono cifre considerevoli creando indotti vitali per il tessuto economico del Paese.

"Le condizioni dell’economia russa sono cambiate drammaticamente”

(Elvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale russa)

Le banche e il sistema SWIFT

Il 70% del sistema bancario russo è sotto sanzione. Sette banche sono state espulse dal sistema di comunicazione SWIFT che permette lo scambio di dati finanziari utili alle transazioni. Una delle banche espulse gestisce i sistemi di pagamento di Apple e Paypal che di conseguenza sono stati inutilizzabili: le code di persone agli ingressi della metropolitana che non riuscivano a pagare con il proprio telefono il biglietto sono state l’emblema di questo disagio.

Code in metropolitana in Russia, una conseguenza delle sanzioni

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