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Mercoledì, 17 Aprile 2024
la nuova norma / Corea del Nord

Ora la Corea del Nord può lanciare attacchi nucleari preventivi

Una mossa che secondo il leader nordcoreano Kim Jong-un rende "irreversibile" lo sviluppo dell'arsenale nucleare, chiudendo così la porta per futuri colloqui di denuclearizzazione

La Corea del Nord ha stabilito per legge il suo status di potenza nucleare. Nero su bianco, con una norma approvata lo scorso 8 settembre dall'Assemblea popolare suprema, il parlamento nord-coreano che ratifica le decisioni prese dal Partito dei Lavoratori guidato da Kim Jong-un, Pyongyang ha ufficialmente sancito il diritto di effettuare un attacco nucleare preventivo su un Paese che si ritiene rappresenti una minaccia imminente per la Corea del Nord. 

No al dialogo sulla denuclearizzazione

Una mossa che secondo il leader nordcoreano Kim Jong-un rende "irreversibile" lo sviluppo dell'arsenale nucleare, chiudendo così la porta per futuri colloqui di denuclearizzazione. Il leader nordcoreano, parlando alla sessione aperta dell'Assemblea Nazionale Suprema, ha dichiarato che Pyongyang "non rinuncerà mai alle armi nucleari né cederà alle sanzioni imposte dalla comunità internazionale per il suo sviluppo bellico". Allo stesso tempo, la Corea del Nord si impegna a non cedere armi e tecnologie nucleari ad altri paesi in conformità con la nuova legge adottata.

La modifica della legge del 2013

La nuova legge rivede e amplia una norma del 2013, che delineava per la prima volta lo status nucleare del Paese. Ma tra le due c'è una differenza sostanziale. La norma del 2013 stabiliva che la Corea del Nord potesse usare armi nucleari per respingere l'invasione o l'attacco proveniente da uno Stato nucleare ostile, così come compiere attacchi di rappresaglia.

La nuova legge va oltre, e dà il via libera ad attacchi nucleari preventivi se viene rilevato un imminente attacco con armi di distruzione di massa contro gli "obiettivi strategici" della Corea del Nord, compresa la sua leadership. Come la precedente legge, la nuova versione promette di non minacciare gli Stati non nucleari con arsenali con atomo, a meno che questi ultimi non si uniscano a un Paese dotato di armi nucleari per attaccare la Corea del Nord. Diversi osservatori del regime nordcoreano hanno però sottolineato come la scarsa chiarezza del testo della nuova norma possa concedere a Pyongyang la possibilità di superare limiti ben definiti.

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La risposta a Washington e Seul

La nuova norma sembra rispondere alla strategia sudcoreana "Kill Chain" voluta dal nuovo presidente Yoon Suk-yeol, che prevede di colpire preventivamente le infrastrutture nucleari e il sistema di comando della Corea del Nord quando sorge il sospetto e il timore di un attacco imminente proveniente da Pyongyang.

Nella giornata dell'8 settembre, Seul si è offerta di tenere colloqui con Pyongyang sul ricongiungimento delle famiglie separate dalla guerra di Corea del 1950-53, in quella che si presenta come una prima apertura del nuovo presidente Yoon. L’ultimo round negoziale risale al 2018, quando alla Casa Blu c’era il liberal-democratico Moon Jae-in. Tuttavia, la Corea del Nord ha respinto al mittente la proposta, affermando che gli Stati Uniti e i loro alleati mantengono "politiche ostili" come sanzioni ed esercitazioni militari che minano i loro messaggi di pace.

L'approvazione della nuova norma arriva proprio quando gli osservatori sostengono che la Corea del Nord sembra prepararsi a riprendere i test nucleari, i primi dall'interruzione del 2017. Pyongyang ha sospeso le esercitazioni dopo il vertice storico di Singapore tra Kim e l'allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che però non è riuscito a spingere Kim ad abbandonare il suo sviluppo di armi nucleari.

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