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Venerdì, 19 Aprile 2024
Corea del Nord

Non avrai altro Kim al di fuori di me: la NordCorea vieta il nome del dittatore

Il governo di Pyongyang ha deciso che nessuno potrà chiamarsi come l'attuale leader. Continua, così, la tradizione della famiglia Kim, al potere da oltre cinquant'anni. E per chi si chiamasse già Kim Jong, sarà necessario cambiare nome

ROMA - Il capo è uno. E non vuole "cloni". La Corea del Nord ha appena ratificato una legge che vieta l'uso del nome "Kim Jong-un". A promuovere la legge, neanche a dirlo, lo stesso dittatore nord coreano, evidentemente preoccupato dall'avere l'esclusiva del nome. Il divieto, ha spiegato il governo, serve per "tutelare l'autorità" dell'attuale leader e sostanzialmente impedisce a tutti i cittadini di Pyongyang di chiamare il proprio figlio come il leader. Per chi avesse già osato tanto, sarà necessario il cambio di nome. 

Il decreto, emanato nel gennaio 2011 da Kim Jong-il, predecessore dell'attuale capo di Stato, in una mossa funzionale alla successione, diventa ora esecutivo per tutti i nordcoreani. Nel paese orientale, però, nulla di nuovo. 

Le regole, infatti, confermano la tradizione nordcoreana all'insegna del rispetto assoluto della leadership e della famiglia Kim, al potere da oltre cinquant'anni. Per decenni il divieto sul nome ha interessato quelli di "Kim Il-sung", il "presidente eterno" nonno di Kim Jong-un, e "Kim Jong-il". Da oggi l'esclusiva è di Kim Jong-un e "sgarrare", il leader lo ha mostrato più di una volta, potrebbe costare caro. 

Topolino si esibisce per Kim Jong-un

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