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Martedì, 16 Aprile 2024
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Coronavirus, certificati falsi in Bangladesh: arrestato direttore di un ospedale privato

L'uomo è stato fermato mentre cercava di fuggire in India. L'arresto nell'ambito della stretta delle autorità di Dacca sui falsi certificati dopo che numerosi paesi, tra cui l'Italia, hanno iniziato a chiudere i voli dal Bangladesh per via dell'alto numero di passeggeri positivi ma in possesso di test negativi

Il proprietario di un ospedale privato in Bangladesh è stato arrestato perché ritenuto coinvolto nel rilascio di migliaia di certificati Covid-19 contraffatti in strutture sanitarie di Dacca. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa tedesca Dpa, Mohammad Shahed, direttore del Regent Hospital, è stato fermato dalla polizia mentre cercava di passare la frontiera, in un remoto villaggio nel distretto sudoccidentale di Satkhira, al confine con l'India. L'uomo era in fuga da quando lo scorso 7 luglio aveva chiuso l'ospedale.

Altre nove persone del suo staff sono già finite in manette nell'ambito di un'indagine da cui erano emersi almeno 6mila certificati contratti: alla struttura era stata revocata l'autorizzazione a condurre i test dopo la scoperta di referti con falsi positivi e falsi negativi. Domenica era stata arrestata una dottoressa di un altro ospedale accusata di essere coinvolta nel rilascio di certificati Covid-19 fasulli in un'altra struttura privata di Dacca. Il Bangladesh ha confermato sinora più di 190.000 casi di coronavirus con oltre 2.400 morti dal primo caso segnalato l'8 marzo.

"Il suo arresto arriva dopo che diversi paesi, tra cui l'Italia, hanno iniziato a limitare i voli dal Bangladesh a causa di un numero significativo di viaggiatori dal Bangladesh risultati positivi al coronavirus all'arrivo, pur avendo un certificato negativo. Da qui la stretta delle autorità locali nei confronti di diversi ospedali nell'ambito di indagini sull'origine di questi falsi certificati", scrive la Bbc.  

Coronavirus, troppi casi in arrivo da Dacca: "La gente scappa con ogni mezzo"

Una settimana fa i ministeri di Salute ed Esteri in Italia hanno deciso la sospensione per sette giorni dei voli in arrivo dal Bangladesh a seguito del numero significativo di casi positivi al Covid-19 riscontrati sui voli da Dacca all'aeroporto di Fiumicino. Ad oggi a Roma sono stati tracciati 184 casi positivi al tempone, già posti in isolamento, grazie all'attività di contact tracking al drive-in della Asl Roma 2 nella comunità bengalese, fa sapere la Regione Lazio. "La situazione è sotto controllo. L'elemento di fondo rimangono questi contagi cosiddetti 'd'importazione' che derivano da link con persone che di recente sono tornate dall'estero, in particolare dal Bangladesh", ha spiegato l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, a margine di una iniziativa a Roma.

"Nel nostro Paese la situazione legata ai contagi è un disastro, non ci sono cure mediche e la gente sta cercando di scappare con ogni mezzo", aveva spiegato nei giorni scorsi all'AdnKronos Mohamed Taifur Rahman Shah, presidente del'associazione ItalBangla, rilanciando l'impegno all'interno della comunità a sottoporsi ai tamponi e a rispettare le direttive. Shah aveva ammesso che all'interno della comunità c'era  "preoccupazione, però adesso ci sentiamo più sicuri, con questo sforzo della Asl riusciremo a identificare e trovare altre persone contagiate. Sicuramente sono stati fatti errori dal governo del Bangladesh, che ha lasciato passare tutti, e da quello italiano che non ha controllato chi entrava in Italia".

Coronavirus, ass. medici stranieri in Italia: "Dal Bangladesh con certificati falsi, serve responsabilità"

"Stiamo seguendo da vicino la questione dei cittadini positivi al Covid-19 provenienti dal Bangladesh. Purtroppo c'è anche un tema di non responsabilità personale: tanti di loro hanno fatto certificati falsi per uscire dal proprio Paese e arrivare in Italia. E questa è una cosa gravissima, perché oltre a dichiarare il falso rischiano di contagiare altre persone in altri Paesi", ha detto il presidente dell'Associazione dei medici stranieri in Italia (Amsi), Foad Aodi, intervistato sul tema dall'agenzia Dire. "Quello che noi da tempo abbiamo consigliato a chi appartiene a questa comunità come ad altre - prosegue Aodi- è di dichiarare immediatamente se sono positivi al virus oppure di contattare subito il medico di famiglia qualora si presentassero i sintomi. Per questo abbiamo lanciato la tessera prevenzione Covid-19, per consentire ai tanti che non hanno il permesso di soggiorno (compresi badanti e prostitute) di fare accertamenti e sottoporsi ai protocolli senza essere denunciati. Abbiamo anche intensificato l'attività dello sportello Amsi affinché gli stranieri possano ricevere informazioni. Detto questo, serve più in generale una politica di prevenzione e soprattutto di responsabilizzazione, che va fatta però senza distinzioni sociali, altrimenti rischiamo solo di focalizzare l'attenzione dell'emergenza sui migranti".

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