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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Coronavirus, anche in Corea del Sud casi al minimo: la lezione di Seul

La Corea del Sud ha riportato un numero maggiore di guarigioni rispetto alle nuove infezioni per la prima volta dall'inizio dell'epidemia. Se la Cina ha fatto ricorso alla quarantena, Seul ha fatto largo uso della tecnologia e di tamponi "a tutti"

I casi giornalieri di coronavirus in Corea del Sud sono scesi per la prima volta sotto i cento dal 21 febbraio. Ieri infatti sono state segnalate 76 nuove infezioni dai Centri coreani per il controllo e la prevenzione delle malattie, portando a 8.162 il numero totale di persone a cui è stato diagnosticato il virus nel paese. Il numero di morti è salito a 75. Gli ultimi numeri hanno confermato la tendenza a ridurre le nuove infezioni nei giorni precedenti.

La Corea del Sud ha riportato un numero maggiore di guarigioni rispetto alle nuove infezioni per la prima volta dall'inizio dell'epidemia. La maggior parte dei casi è concentrata nella città sud-orientale di Daegu e nella regione circostante. In totale ad oggi sono rimaste contagiate poco più di 8mila persone, 72 i decessi. In Italia come abbiamo visto i contagi hanno superato i 20mila.

Se in Cina la quarantena dell'area focolaio (con 56 milioni di persone) è stata il mezzo per limitare i contagi, Seul ha invece fatto largo ricorso alla tecnologia.

In Corea viene eseguito un massiccio programma di tamponi (ventimila persone al giorno vengono testate) e chi è risultato positivo viene messo in auto-quarantena e monitorato attraverso app sanitarie, fino a quando non si rende disponibile un posto letto in un ospedale.

Una app, Corona 100m, lancia un alert agli utenti che si trovano in un raggio di cento metri da luoghi visitati da persone che hanno contratto il virus.

Uno studio pubblicato sulla rivista "'Lancet' dice che se non si riesce a quarantenare almeno il 70% dei contatti di un positivo non si ferma la malattia in 3 mesi.  Anche per questo Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, dice in un'intervista a 'la Repubblica' che occorrerà fare più tamponi, anche agli asintomatici.

Coronavirus, per la Cina il problema sono i contagi "di ritorno"

La Cina ha riportato 20 nuovi casi di coronavirus, dei quali 4 a Wuhan e 16 rimpatriati residenti all'estero, oltre a 10 nuovi morti tutti nell'Hubei, la provincia di cui Wuhan è capoluogo e dove è scoppiata l'epidemia nello scorso dicembre. Sono gli ultimi dati pubblicati dalla Commissione sanitaria nazionale che fanno crescere i timori a Pechino per il contagio di ritorno. Ieri sono stati segnalati solo 11 nuovi casi, tre in più rispetto al giorno precedente.

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Il Coronavirus ha ucciso 3.199 persone in Cina e ne ha contagiato un totale di 80.844 di cui 66.911 guarite dalla malattia.

Svizzera, requisite le cliniche private

Il Canton Ginevra ha requisito il reparto di terapia intensiva dell'ospedale privato La Tour, a Meyrin. La misura consente di disporre di più posti di terapia intensiva per far fronte all'epidemia di coronavirus.

Il numero abituale di posti letto in terapia intensiva "può essere più che raddoppiato all'interno del sistema ginevrino", ha dichiarato il presidente del Consiglio di Stato Antonio Hodgers alla radiotelevisione romanda Rts, senza precisare cifre. "Ci accingiamo a requisire tutte le attrezzature, gli spazi e i professionisti necessari", ha continuato, riferendosi alle cliniche private.

Il Cantone non vuole comunque indebolire gli altri servizi medici. "La popolazione ha altri problemi di salute oltre al coronavirus, e noi dobbiamo assumercene la responsabilità", ha sottolineato il magistrato.

"Oggi la sfida è quella di riuscire a fronteggiare l'ondata e non lasciare che travolga il nostro sistema sanitario", ha spiegato, considerando che "il peggio deve ancora venire".

Il Cantone ha chiesto alle cliniche private, con il loro consenso, di attivarsi. "In generale, la collaborazione con tutti gli enti privati funziona molto bene", ha osservato.

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