Coronavirus, fosse comuni in Brasile: "Più che un'emergenza è una calamità naturale"
"La questione della sepoltura è una sfida, vogliamo essere preparati in modo che le persone abbiano una tomba decorosa", ha detto il sindaco di San Paolo Bruno Covas. Simile lo scenario anche a Manaus, in Amazzonia
Si fatica a trovare spazio per dare una degna sepotura a tutte le vittime del Covid-19 in Brasile. E' stata istituita anche una task-force per pianificare le sepolture ed evitare un collasso del sistema a San Paolo, la città più grande e popolosa del Brasile, 12 milioni di abitanti. Nel cimitero di Vila Formosa, il più importante della metropoli, sono state scavate centinaia di fosse per far fronte all'aumento dei morti: "La questione della sepoltura è una sfida, vogliamo essere preparati in modo che le persone abbiano una tomba decorosa", ha detto il sindaco Bruno Covas. Secondo i media brasiliani, la metà delle sepolture a San Paolo riguarda persone decedute a causa del Covid-19. La metropoli è la città più colpita dalla pandemia in Brasile.
Simile lo scenario anche a Manaus, in Amazzonia, dove ad annunciare alla popolazione le fosse comuni è stato, in lacrime, il sindaco Arthur Virgilio Neto: "Non stiamo vivendo un'emergenza, è come una calamità naturale". Nella capitale amazzonica i pochi posti di terapia intensiva sono ormai al completo. "L'Amazzonia ha bisogno di aiuto, abbiamo bisogno di volontari, medici, infermieri e apparecchiature". Il Brasile conta ufficialmente 2.700 morti, ma il numero reale delle vittime sarebbe molto più elevato. I casi di coronavirus confermati sono 43mila.