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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La Francia nell'incubo, 16mila casi al giorno e rischio lockdown (al confine con l'Italia zero controlli)

Supera quota mille il numero di ricoverati nelle rianimazioni. "Non si gioca con un'epidemia" dice il premier, ma al Monginevro nessuno domanda l'autocertificazione

La Francia non esclude più di dover far ricorso a un nuovo lockdown. I numeri dell'epidemia non inducono all'ottimismo: 16.096 casi confermati soltanto nelle ultime 24 ore, un livello mai raggiunto nemmeno a marzo e aprile. Supera quota mille, per la prima volta dopo la prima ondata del coronavirus, il numero di ricoverati nelle rianimazioni di tutto il paese. Giovedì i morti per coronavirus sono stati 52.

Coronavirus, la Francia verso il nuovo lockdown?

Premier francese: "Non escludo un nuovo lockdown"Il premier francese Jean Castex ha fatto sapere di non escludere la possibilità di un nuovo lockdown, se la situazione nel Paese dovesse peggiorare ulteriormente. "Non si gioca con un'epidemia", ha detto a France 2, invocando una "responsabilità collettiva". Difendendo la nuove misure restrittive adottate nella grandi città come Parigi e Marsiglia, ha sottolineato: "Se non agiamo, potremmo trovarci in una situazione vicina a quella primaverile. E questo potrebbe significare un riconfinamento, se la situazione dovesse aggravarsi ancora".

Maurizio Crosetti su Repubblica racconta quale sia la situazione al confine tra Francia e Italia: "I tre gendarmi su al colle del Monginevro hanno i binocoli puntati sulla montagna, cercano clandestini, poveri diavoli africani che si arrampicano nel freddo con le scarpe da tennis, ma nessuno domanda la famosa autocertificazione a chi entra in Italia, non esistono presìdi sanitari, non si controlla la temperatura. Tamponi e test del sangue? Figurarsi".  Italia e Francia hanno un confine lungo più di 500 chilometri.

Di qui passa chi vuole, purché non abbia la pelle scura. Era così a Ventimiglia ed è la stessa cosa lungo la cantilena montana che s’imparava alle elementari – Alpi Marittime Cozie Graie – in un vortice di traffico stradale. L’aria al valico odora di freddo, tra poco verrà a nevicare. Se di qui transitarono gli elefanti di Annibale, e Giulio Cesare, immaginate se non passa il virus. «Abbiamo paura».

Come vanno le cose al confine tra Francia e Italia

Sara Agosti è la titolare dell’Hotel Pian del Sole a Claviere, in provincia di Torino, l'ultimo paese prima del confine. "Dalla frontiera arrivano senza mascherina, noi la regaliamo anche a chi prende solo un caffè: 50 centesimi la maschera, un euro e dieci l’espresso, insomma siamo sottocosto alla grande ma ci sembra giusto, e pazienza se i francesi si stizziscono. L’estate del turismo è andata bene, ma per la stagione dello sci abbiamo pochissime prenotazioni, sarà dura" racconta a Repubblica.

Scendiamo con l’auto (targa italia- na) fino a Briançon e nessuno ci ferma, nessuno controlla. Facciamo avanti e indietro e poi puntiamo verso il valico del Frejus da Bardonecchia. Anche quassù non esiste alcun presidio sanitario. Davanti alla stazione di servizio Tamoil, tra gentili aiuole di begonie sono parcheggiati diciassette camion arrivati dalla Francia, indisturbati. Il signor Fran- cesco, operaio della ditta Casadio di Ravenna, manutenzioni edili, ha ap- pena varcato il confine. Ha una fac- cia un po’ così. "Mi aspettavo almeno un controllo, che strano"

E poi c'è quell'agente della dogana che dice: "Io sono un poliziotto, non un medico, mica possiamo misurare la febbre". Non saranno mesi facili.

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