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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coronavirus, Usa ancora nel pieno della prima ondata: "Entro settembre 200mila morti"

Il direttore dell'Harvard Global Health Institute, Ashish Jha: "Il coronavirus non scomparirà per magia". Alessandro Vespignani, fisico della Northeastern University di Boston: "E' chiaro che qui la battaglia sarà più lunga rispetto a quanto stiamo osservando in Europa"

Entro fine estate negli Stati Uniti ci potrebbero essere altri 100mila morti a causa di complicanze legate al coronavirus, portando a 200mila il totale delle vittime. E' la previsione del direttore dell'Harvard Global Health Institute, Ashish Jha, a Today.com. ''Il coronavirus non scomparirà per magia - ha affermato - e anche se ipotizziamo che l'andamento resterà piatto per tutta l'estate, che nulla peggiorerà, si tratta di 800 morti al giorno, sono 25.000 al mese. Tra tre mesi e mezzo, aggiungeremo altre 87-88mila persone e arriveremo a 200mila a settembre''.

Parlando alla Cnn, Jha ha anche detto di non credere che l'estate porterà un drastico calo dei casi. Potrebbe registrarsi un calo in Massachusetts, New York, New Jersey e Connecticut, ma i casi sono in aumento in Arizona, Texas, Florida e Caroline. "Quello che voglio è che le persone indossino le mascherine, voglio che mantengano il distanziamento sociale e quello che voglio, quello che ho sempre desiderato, è permettere la tracciabilità in modo da poter uscire in sicurezza e sopprimere il virus", ha detto. Ma '''non lo stiamo facendo. Quindi avremo purtroppo altre 25mila morti al mese fino a settembre. E poi continuerà. Non sparirà magicamente''.

Non sono buone le prospettive negli Usa. "Negli Stati Uniti la battaglia sarà più lunga. Qui siamo ancora nel pieno della prima ondata, ma ci sono anche segnali di ottimismo da non trascurare. A cominciare dalla diminuzione della mortalità": lo dice al Corriere della Sera Alessandro Vespignani, romano, fisico informatico e direttore del Laboratory for the Modeling of Biological and Socio-technical Systems della Northeastern University di Boston. Secondo lui, uno dei massimi esperti di epidemiologia computazionale, "è chiaro che qui la battaglia sarà più lunga rispetto a quanto stiamo osservando in Europa, dove si può passare alla fase successiva, avviando per esempio il tracciamento dei casi". Anche se "a livello nazionale i numeri sono stabili", continua Vespignani, "dobbiamo stare attenti perché da qualche parte la curva potrebbe uscire dalla traiettoria corretta. In diversi Stati, come l'Arizona, c'è il timore che nelle prossime settimane si possano riempire gli ospedali di malati Covid. E' la condizione da cui sono appena usciti New York, il New Jersey e il Massachusetts", ricorda Vespignani.

Negli States sono già morte circa 115mila persone con 2 milioni di casi confermati. "Penso che il nostro orizzonte debba essere quello delle 4 settimane - dice l'epidemiologo - Noi, come altri, inviamo periodicamente le nostre proiezioni ai Centers for Disease Control and Prevention, e "sulla base di questi modelli è possibile prevedere che da qui a un mese si possa arrivare a un totale di 140-145mila morti. Più o meno in linea con le stime fatte tempo fa".

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