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Martedì, 23 Aprile 2024
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Corsica, da qui la Catalogna è lontana: "No all'indipendenza, sì a un'isola emancipata"

La coalizione nazionalista ha vinto con ampio margine il primo turno delle elezioni territoriali. Gli autonomisti in Corsica vogliono evitare a qualsiasi costo strappi e prove di forza: "Sappiamo che non vi sarebbe una maggioranza di corsi favorevoli all'indipendenza"

In Corsica la coalizione nazionalista uscente di Gilles Simeoni e Jean-Guy Talamoni ha vinto con ampio margine il primo turno delle elezioni territoriali con il 45,36% dei voti, secondo risultati definitivi.

"Credo che oggi la Corsica abbia inviato un segnale molto forte a Parigi e detto in modo ampiamente maggioritario: vogliamo la pace, vogliamo la democrazia, vogliamo costruire un'isola emancipata", ha commentato già ieri sera Gilles Simeoni, leader della lista "Pè a Corsica". "Il risultato è notevole, oltre le nostre attese", ha commentato Jean-Guy Talamoni.

I risultati delle elezioni in Corsica

La destra regionalista di Jean-Martin Mondoloni è arrivata in seconda posizione con il 14,97% dei voti, seguita con il 12,77% dalla lista di Valérie Bozzi, sostenuta dai Republicains, e poi dalla Republique en Marche di Jean-Charles Orsucci con l'11,26%. Le due liste di Mondoloni e Bozzi potrebbero unirsi in vista del secondo turno di domenica prossima. Il partito indipendentista U Rinnovu, portavoce di una linea nazionalista più radicale, sebbene abbia quasi triplicato il risultato del 2015, attestandosi al 6,69% dei voti, è rimasto poco sotto la soglia del 7% che gli avrebbe consentito di presentarsi al secondo turno. Il capolista Paul-Félix Benedetti ha escluso qualsiasi tipo di aggregazione con altre liste. La sinistra, guidata da Jacques Casamarta (Corse insoumise/PCF) ottiene il 5,68% dei voti. Il Front national registra invece un vero crollo, al 3,28%.

L'isola del "sentimento autonomista"

I 234.000 elettori corsi hanno votato per eleggere i 63 rappresentanti di una nuova istanza che nascerà il primo gennaio dalla fusione dei due consigli dipartimentali e della collettività territoriale.

Il voto rivestiva una particolare importanza per quest'isola dove il sentimento autonomista non si è mai sopito e nel momento in cui l'Europa è attraversata da una ventata di movimenti nazionalisti, primo e più vicino fra tutti qello catalano.

Le precedenti elezioni territoriali, nel dicembre 2015, avevano portato alla storica vittoria della coalizione nazionalista (35,34% nel secondo turno) formata dagli autonomisti di Pé a Corsica di Gilles Simeoni e dagli indipendentisti di Corsica Libera di Jean-Guy Talamoni. L'accordo tra le due parti, che esclude l'indipendenza ma mira ad ottenere un'autonomia più concreta entro dieci anni, ha evidentemente rassicurato l'elettorato. Alle elezioni legislative di giugno l'intesa fra nazionalisti e autonomisti aveva già portato la lista a conquistare tre seggi sui quattro che spettano all'isola all'Assemblea Nazionale.

"Non c'è una maggioranza favorevole all'indipendenza"

Gli autonomisti in Corsica vogliono evitare a qualsiasi costo strappi e prove di forza, e l'indipendenza non è in discussione: nell'isola la disoccupazione è superiore al 10% e l'economia è prevalentemente agricola. La coalizione nazionalista promette fedeltà alla Repubblica, ma in cambio della concessione di potere legislativo e di un ampliamento delle competenze, sempre e comunque nel rispetto della Costituzione francese. 

Jean-Guy Talamoni ha sempre dichiarato che, prima di 10 anni, "non vi sarebbe una maggioranza di corsi favorevoli all'indipendenza". Il presidente uscente dell'Assemblea di Corsica ha detto: "Se procedessimo a un voto nei prossimi anni, sappiamo bene che non ci sarebbe una maggioranza di Corsi a favore dell'indipendenza, soprattutto perché i Corsi oggi non sono autonomi da un punto di vista materiale".

"L'indipendenza potrebbe essere eventualmente il passaggio successivo", ha proseguito su RTL Jean-Guy Talamoni. "La Corsica è stata depauperata dai politici che l'hanno governata finora e ci vorranno almeno 10 anni per far arricchire materialmente la Corsica", assicurando che "non vi è nessuno fra i nazionalisti che reclama uno scrutinio di indipendenza nei prossimi 10 anni".

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