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Giovedì, 28 Marzo 2024
La sentenza / Regno Unito

La Corte suprema di Londra dà il via libera alle deportazioni dei migranti in Ruanda

Esulta il governo che promette di far partire le espulsioni dei richiedenti asilo "il prima possibile". Amnesty attacca: "Piano mina gravemente il diritto internazionale dei rifugiati"

Il Regno Unito deporterà i migranti irregolari che arrivano sulle sue coste in Ruanda. Il piano messo a punto lo scorso aprile dal governo di Boris Johnson, dopo un battaglia legale di mesi, ha avuto il via libera dell'Alta Corte di Londra. Si tratta di una vittoria importante per l'attuale premier Rishi Sunak, che aveva promesso di portare a termine il provvedimento e di agire in maniera decisa per fermare il numero record di arrivi di migranti sulle coste inglesi.

Annunciando la decisione della Corte, i giudici Clive Lewis e Jonathan Swift hanno affermato che è legittimo che la Gran Bretagna prenda accordi con il governo di Kigali per inviare i richiedenti asilo nel Paese, affinché le loro richieste vengano esaminate lì. "In tali circostanze, il trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda è coerente con la Convenzione sui rifugiati e con gli obblighi legali e di altro tipo che gravano sul governo", hanno stabilito i giudici. I dati mostrano che quest'anno più di 40mila persone, un numero record, sono arrivate in mare dalla Francia, molte delle quali hanno intrapreso il viaggio dall'Afghanistan, dall'Iran o da altri Paesi in guerra per attraversare l'Europa e raggiungere le coste inglesi in cerca di asilo. Adesso Londra potrà mandare decine di migliaia di loro a più di 6.400 chilometri di distanza.

Il Paese guidato da Paul Kagame sta da anni facendo dell'accoglienza dei rifugiati della regione una sua specializzazione. Secondo i dati dell'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati, 127.326 persone sono ospitate nel Paese, tra queste vi sono soprattutto migranti provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (60,05%) e dal Burundi (39,37%). Da quando nel 2019 è stato lanciato l'Emergency Transit Mechanism (Etm) , in totale dalla Libia sono arrivate 1.279 persone. Kigali lo scorso anno ha stretto dei patti anche con il Regno Unito e la Danimarca, anche se non sono partiti e quello con Copenaghen non è stato del tutto finalizzato.

La Segretaria di Stato agli Interni britannica, Suella Braverman, ha dichiarato di voler portare avanti la politica di deportazione "il prima possibile". "Il mio obiettivo rimane quello di portare avanti la politica il prima possibile e siamo pronti a difenderci da qualsiasi ulteriore sfida legale", ha scritto su Twitter. Ma la battaglia legale non è del tutto finita. Il primo volo di deportazione previsto per il Ruanda era stato bloccato a giugno da un'ingiunzione dell'ultimo minuto concessa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu).

Quest'ultima vittoria legale per Londra non significa che i voli possano decollare subito, perché potrebbero esserci ulteriori ricorsi nei tribunali britannici e l'ingiunzione della Cedu imposta durante l'estate impedisce qualsiasi deportazione immediata fino alla conclusione definitiva dell'azione legale nel Regno Unito. "Restiamo seriamente preoccupati per il fatto che l'accordo del governo con il Ruanda mina gravemente il diritto internazionale dei rifugiati e calpesta i diritti delle persone che chiedono asilo nel Regno Unito", ha dichiarato Steve Valdez-Symonds, direttore per i diritti dei rifugiati e dei migranti di Amnesty International Uk. Il Labour ha definito il programma "inattuabile, immorale e costosissimo".

"I ministri hanno già staccato un assegno di 140 milioni di sterline per il Ruanda senza che la politica sia nemmeno iniziata, e altri milioni sono stati promessi anche se i funzionari del Ministero dell'Interno dicono che non ci sono prove che questo sia un deterrente e che rischia di peggiorare il traffico di esseri umani", ha attaccato la Segretaria d Stato ombra, Yvette Cooper.

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