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Giovedì, 18 Aprile 2024
dati sottostimati / Cina

Cosa ci dicono i dati sui decessi di Covid in Cina

Si prevede che il numero di decessi aumenterà man mano che il virus continua il suo inarrestabile viaggio in tutto il paese, spinto dall'esodo interno per le festività del Capodanno cinese

Dalla revoca della dura strategia Zero Covid, in Cina si sono stati registrati circa 60mila decessi legati al coronavirus. Secondo la Commissione Nazionale della Sanità, delle 59.938 morti (dato che comprende il periodo che va dall’8 dicembre al 12 gennaio) 5.503 sono stati causate da insufficienze respiratorie dovute al Covid, mentre le restanti 54.435 vittime avevano da una o più malattie pregresse. Il virus ha colpito principalmente le persone anziane, che non sono completamente vaccinate: il 56,5% dei circa 60.000 deceduti era over 80 e il 90% aveva 65 anni o più, per un’età media di 80,3 anni.

Dati sottostimati

Le autorità sanitarie hanno persino giustificato la lentezza con cui sono stati comunicati i dati: la Cina non sarebbe stata in grado di rilasciare prima un bilancio ufficiale sui decessi legati al Covid perché è stato necessario mettere in campo un'analisi approfondita di tutti i dati ospedalieri. I numeri delle vittime riguarda infatti i pazienti ospedalizzati. Non si ha, quindi, al momento contezza del bilancio dei decessi avvenuti al di fuori delle strutture ospedaliere o nelle aree rurali, dove il sistema sanitario fatica a mettersi al passo con quello delle megalopoli. Le cifre fornite da Pechino appaiono comunque estremamente ottimistiche e il numero reale dei morti potrebbe essere molto più alto, ma i dati non sembrano scoraggiare il nuovo corso della Cina rispetto il virus.

Dopo settimane di speculazioni e richieste avanzate da analisti ed esperti della comunità scientifica internazionale, le Repubblica popolare ha reso noto solo lo scorso 14 gennaio il numero dei decessi registrati in un solo mese. È la prima volta che la Cina fornisce un bilancio ufficiale delle vittime: prima della comunicazione dei dati della scorsa settimana, nel paese si contavano solo 5.241 morti per Covid dalla fine del 2019, di cui 37 nell’ultimo mese. Cifre irrealistiche, che potrebbero rappresentare una stima al ribasso. Da settimane, infatti, si rincorrono voci e analisi sulla probabilità che in Cina potrebbero esserci milioni di morti a causa del Covid entro la fine del 2023.

"La punta dell'iceberg"

Gli esperti consultati da Bloomberg evidenziano l'esistenza di centinaia di migliaia di decessi non dichiarati. Ne è convinto  Zuo-Feng Zhang, presidente del Dipartimento di epidemiologia alla Fielding School of Public Health dell'Università della California, a Los Angeles, che ha affermato come i decessi registrati e comunicati dalle autorità sanitarie cinesi siano solo "la punta di un iceberg" di un fenomeno ben più preoccupante.

In base alle stime della National School of Development of Peking University, circa 900 milioni di persone (il 64% della popolazione) sono state contagiate dal virus dal 20 dicembre dello scorso anno al 11 gennaio del 2023. Si prevede che il numero di decessi aumenterà man mano che il virus continua il suo inarrestabile viaggio in tutto il paese, spinto dall'esodo interno per le festività del Capodanno cinese, il primo senza restrizioni di carattere sanitario dal 2020. 

La preoccupazione principale, ora, riguarda gli anziani, tra le fasce a più basso tasso di vaccinazione, e le comunità rurali, meno attrezzate delle grandi città per fronteggiare un'epidemia su larga scala. Settimana scorsa, gli esperti avevano anche sollecitato chi era in procinto di tornare a casa a non fare visita ai parenti anziani, per evitare di esporre le categorie più fragili al rischio di infezione.

Il trattamento del virus

Il governo, dopo l'improvvisa marcia indietro sulla strategia Zero Covid, deve fare i conti con le conseguenze di una politica sanitaria volta alla prevenzione anziché il trattamento del virus. A distanza di tre anni, però, Pechino sembra voler mettere sul binario giusto le misure per combattere la malattia. 

Il ministero delle Finanze cinese vuole aumentare i fondi per le cure, l'indennità di lavoro per il personale medico e i vaccini. Lo ha reso noto il dicastero nella giornata di oggi 16 gennaio, comunicando ai dipartimenti locali che la rete delle strutture ospedaliere nelle aree rurali e povere verrà rafforzata.

Una misura che peserà sulle casse dello Stato. Alla vigilia della diffusione dei dati economici, il Fondo Monetario prevede una crescita della Cina al 2,7% per l'anno da poco conclusosi, mentre le stime per il 2023 risentono dell'ottimismo per le riaperture di Pechino, con una previsione di crescita al 4,3%. 

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