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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il summit / Indonesia

Dall'inflazione alla Russia: cosa c'è in ballo al G20 in Indonesia

A Bali i leader delle principali economie mondiali alla ricerca di un'intesa per scongiurare una recessione globale. Putin non c'è, ma resta il convitato di pietra

"Sarà una corsa dura". La sintesi del cancelliere tedesco Olaf Scholz la dice lunga sui difficili negoziati in corso al G20 di Bali, in Indonesia, dove i leader delle economie più avanzate del globo affronteranno temi caldi come l'inflazione, l'energia, il cambiamento climatico, la crisi alimentare e la guerra in Ucraina. Tutti dossier su cui pesano in particolare le relazioni complicate tra Occidente da un lato, e Cina e Russia dall'altro.

Usa, Cina, Europa

Non è un caso che il primo giorno di lavori a Bali sia iniziato con un faccia-a-faccia tra il presidente Usa Joe Biden, rinfrancato dai risultati elettorali di midterm, e il presidente cinese Xi Jinping, che ha da poco rafforzato la sua leadership al termine del Congresso del partito comunista. I due hanno espresso l'impegno "a mantenere aperte le linee di comunicazione", aggiungendo che Washington e Pechino hanno la responsabilità di saper "gestire le differenze" ed evitare conflitti globali. 

Il riferimento è chiaramente a quanto successo in Ucraina, ma anche ai rischi di una guerra nel Pacifico intorno a Taiwan. Rischi che per l'Europa potrebbero tradursi in ulteriori problemi di approvvigionamento di materie prime e di gas naturale liquefatto, inasprendo la contrazione dell'economia che, stando alle ultime previsioni della Commissione Ue, vira pericolosamente verso la recessione. La Germania, in particolare, potrebbe chiudere il 2023 con una variazione del Pil in negativo, e il cancelliere Scholz è il più attivo in Europa nel cercare di tutelare i rapporti commerciali con Pechino. Il suo recente viaggio in Cina ha scatenato polemiche con i partner Ue, in particolare con la Francia,, che non ha gradito la fuga in avanti di Scholz. Il presidente transalpino Emmanuel Macron dovrebbe incontrare Xi Jinping a Bali, ma in un formato decisamente ridotto rispetto agli onori resi da Pechino al cancelliere tedesco: l'incontro dovrebbe durare appena 20 minuti.

Russia e Ucraina

Oltre ai rapporti tra Occidente e Cina, a Bali la questione della guerra in Ucraina aleggerà inevitabilmente sui tavoli dei negoziati, pur essendo il G20 un forum economico, e non politico, come ha provato a ricordare il presidente indonesiano Joko Widodo. Al vertice non ci sarà il presidente russo Vladimir Putin, nonostante la Russia faccia parte del gruppo. Putin, tuttavia, dovrebbe partecipare virtualmente ad almeno uno degli incontri. Le ipotesi di un ritorno di Kiev e Mosca alle trattative di pace continuano a rincorrersi: inviati di Russia e Usa si starebbero incontrando in queste ore in Turchia, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di "inizio della fine della guerra".

A ogni modo, pur essendo assente, la presenza di Putin si fa sentire: le conclusioni del summit, che di norma vengono preparate degli sherpa prima degli incontri tra i leader, sono state bloccate dai riferimenti alla Russia. Per un Occidente che preme per sottolineare le colpe di Mosca su conflitto e conseguenze (inlfazione e crisi energetica), ci sono altri big del G20 (Cina e India, ma anche Arabia Saudita) che non condividono il pugno duro nei confronti di Putin. In particolare, Stati Uniti e i partner europei vorrebber evidenziare come la guerra della Russia abbia ripercussioni economiche globali che devono essere affrontate al G20. "I funzionari occidentali - scrive il Financial Times - sono anche profondamente consapevoli del fatto che per molti Stati non appartenenti al G7, le sfide economiche, la scarsità di cibo e le preoccupazioni energetiche che ne derivano sono più importanti dello stesso conflitto in Ucraina e che devono essere consapevoli di trovare soluzioni per sostenere questi Paesi piuttosto che limitarsi a chiedere loro di unirsi alla condanna di Mosca".

Inflazione e recessione

Dietro il braccio di ferro sulla Russia, c'è chiaramente la recessione globale che incombe. Le prospettive economiche globali sono "più cupe", ha avvertito il Fondo momnetario internazionale: l'economia si è indebolita con il materializzarsi di rischi al ribasso e guardando avanti le sfide sono "immense". "Una quota crescente di Paesi del G20 è passata dal trovarsi in territorio di espansione all'inizio dell'anno a livelli che segnalano contrazione", afferma Tryggvi Gudmundsoson, economista dell'istituto di Washington. Nonostante i segnali di rallentamento è necessario - esorta il Fondo - continuare a dare la priorità al contenimento dell'inflazione, "così come affrontare gli elevati livelli di debito proteggendo i più deboli".

In tema di inflazione, i leader occidentali cercano ancora un sostegno per varare un tetto massimo al prezzo del petrolio, così come sono al lavoro per trovare soluzioni alla carenza di cibo e fertilizzanti. Ma per l'Europa c'è anche la questione del gas da affrontare: senza la Russia, il 2023 potrebbe essere un anno ancora più nero sul fronte dell'approvvigionamento di metano. Gli Usa hanno promesso di mantenere alte le loro forniture, ma l'Agenzia internazionale dell'energia ha avvertito che se la Cina tornerà a incamerare scorte di gnl sul mercato glolbale come fatto nel recente passato, e Mosca dovesse chiudere del tutto i suoi rubinetti, il sostegno americano non basterà. 

Connesso a questo, c'è il dibattito sulla lotta ai cambiamenti climatici. La Cop27 ancora in corso in Egitto non sembra di buon auspicio: se i Paesi in via di sviluppo chiedevano un fondo miliardario per compensare i danni economici dell'inquinamento di quelli più ricchi, la risposta è stata finora negativa. 

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