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Venerdì, 19 Aprile 2024
La strategia / Cina

Paura Covid a Pechino, test di massa e restrizioni nella capitale cinese

La megalopoli ha visto il numero dei suoi contagi quotidiani da sei a 200 in una settimana

La Cina si trova ad affrontare la peggiore crisi di Covid-19 dallo scoppio della pandemia a Wuhan, nel 2020. A Pechino, che ha visto il numero dei suoi contagi quotidiani da sei a 200 in una settimana, non verrà però applicato un rigido lockdown come quello imposto a Shanghai. La capitale cinese sta svolgendo campagne di test di massa su 21 milioni di residenti, in particolare nel quartiere di Chaoyang, dove è presente la quota maggiore di casi.

Covid in Cina, Pechino ora teme un lockdown come Shanghai

Dopo la gestione disastrosa della pandemia a Shanghai, il governo cinese vuole evitare alla capitale scene drammatiche che ci sono state nelle ultime settimane nella città commerciale, provando a individuare il prima possibile i casi positivi in modo da ridurre i nuovi contagi. È una scelta delle autorità locali che puntano, invece, ad adottare l’approccio “Zero Covid dinamico”, già applicato all’hub tecnologico di Shenzhen. Cosa prevede? Si tratta di una strategia che prevede la somministrazione di test antigenici di massa per chiunque voglia prendere i mezzi di trasporto pubblici o accedere a determinati luoghi.

Quando conosceremo le conseguenze del lockdown di Shanghai

Stando ai dati diffusi dalla vicedirettrice del Centro municipale per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive, Pang Xinghuo, la capitale ha registrato ieri 56 nuove infezioni e domani dovrebbe completare la somministrazione dei test dell'acido nucleico per i suoi circa 21,89 milioni di abitanti. Dopo aver disposto la chiusura dei locali di intrattenimento nel distretto di Chaoyang, l'autorità sanitaria ha sigillato diverse aree residenziali e intensificato il tracciamento dei contatti nel tentativo di prevenire un grado di diffusione dell'epidemia simile a quello registrato a Shanghai.

Da domani i cittadini della capitale cinese dovranno aver effettuato un test per il Covid-19, che ne certifichi la negatività, per accedere agli spazi pubblici. La capitale cinese, sede del partito comunista, vivrà i prossimi cinque giorni di vacanza in occasione del Labor Day (il primo maggio) come un test per l’efficacia della politica “Zero Covid”. Con la sospensione delle attività scolastiche e lavorative, i cittadini dovranno produrre i risultati dei propri test prima di tornare al lavoro o a scuola al termine della vacanza.

Non solo Pechino e Shanghai. Stando quanto riferito dalla testata giapponese Nikkei, al momento in Cina 44 delle 100 città più ricche in termini di Pil stanno vivendo una qualche forma di restrizione Covid. E questo comporta gravi conseguenze di carattere economico.

Nella giornata di oggi 29 aprile, il Politburo del partito comunista cinese ha ammesso i danni economici conseguenti alla pandemia. Il massimo organo decisionale del Partito ha promesso di mettere in campo un pacchetto di misure di sostegno all'economia, in particolar modo per le aziende manifatturiere, quelle tecnologiche e immobiliari. La People’s Bank of China ricorrerà a una politica monetaria espansiva per sostenere l’economia reale, con lo scopo di garantire una crescita del Pil nazionale al 5,5 per cento, come previsto dal partito comunista.

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