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Martedì, 19 Marzo 2024
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Covid, 200 morti in un giorno e virus fuori controllo: il Regno Unito pensa al "Piano B"

Per ora ogni progetto di Green Pass è stato accantonato. Il governo di Johnson si riserva però di valutare il ripristino di "ulteriori misure" precauzionali. Il Regno ha ora uno dei tassi settimanali più alti di nuovi casi segnalati al mondo: i motivi sono più d'uno

Si guarda in queste ore con attenzione, e un po' di preoccupazione, alla Gran Bretagna, dove con larga parte della popolazione vaccinata si contano in media negli ultimi giorni oltre 40 mila casi (ieri 43.738 su circa un milione di test) e ben più di 100 morti al giorno (ieri i decessi confermati sono stati addirittura 223, il numero più alto da sette mesi a questa parte).

Covid, aumento dei casi nel Regno Unito

"Quello che sta succedendo nel Regno Unito - spiega oggi in un'intervista alla Stampa il presidente dell’Iss e portavoce del Cts Silvio Brusaferro - conferma che non basta la copertura immunitaria, serve anche mantenere le misure di contenimento, come mascherine e distanziamento. Per uscire dalla pandemia dobbiamo camminare su entrambe le gambe. Serve tenere il più bassa possibile la curva dei contagi, ma anche alzare la quota dei vaccinati, in particolare tra gli over 50".

Il trend in ascesa nel Regno Unito non accenna a diminuire, anzi: è stabilmente crescente da metà settembre. Il Regno ha ora uno dei tassi settimanali più alti di nuovi casi segnalati al mondo.  Potrebbe aver contribuito all'aumento dei casi anche una nuova variante. A due mesi esatti dall'ormai celebre "Freedom Day" del 19 luglio, quando il governo ha sostanzialmente riaperto tutto, revocando le restrizioni, forte dell'alto tasso di vaccinazione, gli scenari non sono dei migliori. Un portavoce di Downing Street ha ammesso nelle scorse ore che si va verso un periodo invernale "impegnativo".

Per ora, ogni progetto di Green Pass è stato accantonato, in una terra culturalmente avversa, dove per esempio non esistono neanche le carte di identità. Il distanziamento è un lontano ricordo della prima ondata: su base quotidiana ci sono assembramenti monstre, di ogni tipo. Stadi pieni in Premier League e anche nelle leghe minori, concerti, bar, discoteche da mesi accolgono clienti e spettatori al 100% di capacità, senza alcun filtro preventivo e coloro che indossano le mascherine sono mosche bianche. Uno studio del Financial Times dimostra come nel Regno Unito ci sia una tendenza a indossare la mascherina sei volte più bassa rispetto a Italia e Spagna.

Al momento il tasso di contagi è di molto superiore a quello di altri Paesi europei (in Italia ieri 1.597 nuovi casi e 44 morti) ma le ospedalizzazioni, pur in aumento, non hanno ancora messo sotto pressione gli ospedali. Non si esclude però che il servizio sanitario nazionale possa tornare sotto forte pressione in inverno. Il governo si riserva di valutare il ripristino di "ulteriori misure" precauzionali laddove la curva dei nuovi casi continuasse a impennarsi. Quasi ovunque in Inghilterra non è più obbligatorio indossare la mascherina nemmeno nei locali al chiuso. Il governo britannico non ha inoltre adottato l’obbligo di mostrare certificazioni vaccinali per accedere ai locali né tantomeno per lavorare. 

Cosa c'è nel Piano B

Il governo del Regno Unito a settembre aveva promesso che avrebbe  "fatto di tutto" per tenere aperte le attività commerciali in vista dell’inverno, anche qualora ci fosse stato un aumento dei casi di coronavirus. A settembre il premier britannico Boris Johnson aveva presentato il "Piano B", ovvero il programma del governo per affrontare una potenziale crescita dei contagi. Johnson ha affermato che se il "piano A" del governo - incoraggiare l'adozione di booster Covid e vaccini antinfluenzali - non fosse sufficiente per prevenire "pressioni insostenibili" sul servizio sanitario, attuerebbe il Piano B. Ciò include mascherine obbligatorie in alcuni casi, chiedendo alle persone di lavorare da casa e introducendo passaporti vaccinali. 

Matthew Taylor, amministratore delegato della Confederazione NHS che rappresenta il sistema sanitario in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, ha affermato che è necessaria un'azione immediata per evitare che il sistema sanitario nazionale si ritrovi ad affrontare una nuova crisi: "Siamo proprio al limite, ed è la metà di ottobre. Ci vorrebbe un'incredibile quantità di fortuna per non trovarci nel bel mezzo di una profonda crisi nei prossimi tre mesi. Il governo non dovrebbe solo annunciare che stiamo passando al piano B, ma dovrebbe essere un piano B plus. Dovremmo fare ciò che è previsto dal piano B in termini di mascherine,  lavorando da casa, ma dovremmo anche cercare di raggiungere il tipo di mobilitazione nazionale che abbiamo ottenuto nella prima e nella seconda ondata, in cui la popolazione ha fatto di tutto per sostenere e aiutare il servizio sanitario".

Gli scienziati stanno esortando il governo a introdurre il piano B. La prof.ssa Christina Pagel dell'UCL ha dichiarato: "Ora stiamo assistendo a casi e ricoveri ospedalieri in costante aumento e a un'epidemia fuori controllo all'interno delle scuole. Il governo deve passare immediatamente al suo piano B e accelerare l'introduzione dei vaccini, anche per coloro che devono ancora essere vaccinati o hanno una sola dose".

L'aumento sensibile dei casi di coronavirus in Uk è dovuto anche a un altro fattore evidenziato oggi da Repubblica: "Nonostante una copertura vaccinale molto estesa (86% con almeno una dose della popolazione con più di 12 anni, 79% due dosi), i giovani sono molto restii a vaccinarsi: in Inghilterra siamo al 10% dei teenager, con picchi negativi del 5%, mentre in Scozia si arriva al 50%".

A Downing Street cresce l'inquietudine: "Seguiamo costantemente la situazione", afferma il portavoce del primo ministro. Ma Johnson si mostra ancora tranquillo: "La nostra strategia terrà sotto controllo il virus anche in autunno e inverno". Non sarà semplice. I tabloid come il Mirror intanto spingono per una terza dose per tutti, e subito: "Our country needs a booster". Non è detto che basterà per evitare almeno alcune minime restrizioni nel corso dell'inverno 2021-2022.

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