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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Crimea in fiamme: Ucraina sull'orlo della guerra civile

Occupato da uomini armati il palazzo del governo di Sinferopoli: issata la bandiera russa. Premier ucraino mette in guardia Mosca: "Ogni movimento di truppe armate sarà considerato alla stregua di un'aggressione militare"

Uomini armati non identificati hanno preso possesso questa mattina del parlamento e del governo della Crimea a Sinferopoli, capoluogo di questa repubblica autonoma russofona in Ucraina in preda a tensioni separatiste. Lo ha indicato l'agenzia di stampa Interfax. L'irruzione nei palazzi ufficiali, in prossimità dei quali sostenitori e oppositori del nuovo potere filo-europeista si erano fronteggiati ieri, è stata confermata dal servizio stampa del Parlamento e dal primo ministro regionale, Anatoliy Mohilyov, che ha reso noto che circa cinquanta uomini armati hanno fatto irruzione nella notte negli edifici e se ne sono impadroniti, prima di issare la bandiera della Russia e impedire l'accesso ai dipendenti pubblici. Le autorità locali si stanno preparando a "prendere misure", ha detto Mohilyov senza aggiungere ulteriori dettagli.

Il ministro degli Interni ad interim ucraino, Arsen Avakov, ha annunciato la messa in stato di allerta di tutta la polizia, forze speciali comprese. Questo provvedimento, insieme all'accerchiamento del quartiere del parlamento a da parte delle forze dell'ordine, è mirato a evitare "un bagno di sangue tra la popolazione civile e "l'evoluzione della situazioni in scontri armati", ha indicato Avakov sulla sua pagina Facebook. "I provocatori sono in marcia", ha aggiunto.

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Il presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turchynov, riferendosi alla crisi in Crimea, ha messo in guardia la flotta russa del Mar Nero contro ogni aggressione militare: "Mi rivolgo ai dirigenti militari della flotta del mar Nero: tutti i militari devono restare sul territorio previsto dagli accordi. Ogni movimento di truppe armate sarà considerato alla stregua di un'aggressione militare", ha dichiarato in parlamento.

DESIGNATO NUOVO PREMIER

Il parlamento ucraino ha designato all'unanimità il filoeuropeo Arsenyi Yatseniuk primo ministro del governo di transizione. A 39 anni, Yatseniuk guiderà il governo di unità nazionale che terrà le redini del paese fino alle elezioni presidenziali anticipate del 25 maggio.

Nel suo discorso di candidatura Yatseniuk non ha nascosto la difficoltà del compito che lo attende, in un paese sull'orlo del fallimento, e ha richiamato la necessità di un "governo di kamizake" che dovrà prendere misure molto impopolari. "Le casse pubbliche sono vuote, hanno rubato tutto. Non prometto progressi, nè oggi nè domani. Il nostro obiettivo principale è di stabilizzare la situazione. Oggi il debito pubblico è a 75 miliardi di ollari, nel 2010, quando Yanukovych è arrivato al potere, era due volte più piccolo" ha detto in aula. "Il tasso di disoccupazione va al galoppo, così come la fuga degli investimenti. Non abbiamo altra strada che prendere misure impopolari, come il taglio dei programmi sociali e delle sovvenzioni, la riduzione delle spese di bilancio" ha proseguito.

Il neo premier ha parlato anche della situazione in Crimea: "L'integrità territoriale è minacciata, assistiamo a manifestazioni separatiste in Crimea, dico ai russi di non sfidarci, siamo amici e partner". La Crimea faceva parte del territorio russo fino al 1954, quando l'Urss la annettè alla repubblica socialista sovietica dell'Ucraina, e continua a ospitare la flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli. "L'Ucraina vede il suo futuro in Europa in quanto membro dell'Unione europea" ha detto il premier, che ha escluso una sua candidatura alle presidenziali di maggio.

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TORNA A PARLARE YANUKOVYCH

Torna a farsi sentire, con una dichiarazione alle agenzia russe, il deposto presidente ucraino Viktor Yanukovych, per affermare che si considera ancora il legittimo capo dello Stato. "Io, Viktor Fyodorovych Yanukovych, mi rivolgo al popolo ucraino. Mi considero ancora il legittimo capo dello Stato ucraino eletto con un voto libero dai cittadini ucraini" afferma Yanukovych, ricercato per "omicidi di massa" dopo la sua deposizione sabato scorso.

E' la prima dichiarazione del presidente, scomparso sabato scorso. "Sono costretto a chiedere alla Federazione russa di garantire la mia sicurezza contro le azioni di estremisti" prosegue Yanukovych, aggiungendo che le ultime deliberazioni del parlamento ucraino "non hanno carattere di legittimità". Secondo il presidente deposto la Verkhovna Rada sta prendendo decisioni in assenza di parlamentari del suo partito, il partito dell Regioni, che temono per le loro vite e in alcuni casi sono stati soggetti a violenze e costretti a lasciare l'Ucraina.

"Dichiaro ufficialmente la mia determinazione a lottare fino alla fine per l'attuazione dell'importante accordo di compromesso per la ripresa dell'Ucraina dalla profonda crisi politica" afferma Yanukovych, in riferimento all'accordo stretto con l'opposizione venerdì scorso, per un governo di unità nazionale, riforma costituzionale ed elezioni anticipate. "La furia estremista imperversa nelle strade di molte città ucraine. Non posso restare indifferente ai tragici eventi nel mio paese". La dichiarazione è stata rilasciata in contemporanea alle tre maggiori agenzie russe.

SCONTRI IN UCRAINA | FOTO INFOPHOTO

FRONTE CECENO

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, alleato di Mosca, ha comunicato che gruppi di ceceni sono pronti a partire per l'Ucraina, se necessario, per proteggere i russi che vi abitano. L'agenzia Interfax russa Interfax riporta le seguenti, controverse, affermazioni di Kadyrov: "Ucraina e Russia sono popoli fratelli. Ho molti amici ucraini, e come tutti mi rammarico per quanto sta accadendo. La maggioranza delle persone che vivono oggi in Crimea sono russi, cosacchi. Siamo sempre con loro e, se necessario, siamo pronti ad andare in loro soccorso. Siamo pronti, se necessario, ad andare, come osservatori, operatori di pace o soldati a proteggere le persone"

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