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Giovedì, 25 Aprile 2024
RUSSIA / Russia

Russia, la crescita è finita: "Fuga di capitali e salari fermi"

"I modelli tradizionali della crescita russa si sono esauriti" dice Andrey Belousov, il ministro dell'economia. Se il prezzo del petrolio e del gas non salirà, il paese andrà in difficoltà

Andrey Belousov, il ministro dell'economia della Russia, lancia l'allarme. "I modelli tradizionali della crescita russa si sono esauriti", ha sorprendentemente detto Belousov durante un forum dal nome altisonante di “Russia Calling”. Le fonti della crescita, ha specificato il ministro, erano tre: innanzitutto un aumento regolare dei salari che stimolava la domanda. I salari crescevano del 12-17% annuo prima della crisi, mentre la produttività cresceva solo del 5-7%. Oggi come oggi non è nemmeno ipotizzabile che la crescita dei salari sia maggiore della produttività.

Era poi basilare per la crescita il prezzo in continuo aumento delle risorse naturali. Il calo globale della domanda di petrolio e l’arrivo dello shale gas portano "nel migliore dei casi la crescita a zero, nel peggiore portano l’economia in campo negativo" ha dichiarato sempre Belousov. Inoltre, l’opzione di bilanciare la caduta dei prezzi con una maggiore offerta - quindi con un aumento dell’estrazione di petrolio è - secondo Belousov - "irrealistico", perché i nuovi giacimenti della Siberia Orientale possono solo compensare l’esaurimento dei vecchi giacimenti.

Per finire la spesa pubblica è prevista in riduzione per il 2015. Il massimo della crescita possibile sarà nel prossimo futuro il 2%. Il problema è che per rispettare gli impegni di spesa pubblica la crescita non dovrebbe essere inferiore al 4-4,5%. Le soluzioni proposte per ovviare al rallentamento economico sono gli investimenti interni, il sostegno alle esportazioni di idrocarburi e l’aumento della produttività (da raddoppiare il 10-12 anni). Belousov ha sottolineato il “terribile clima per gli investimenti che provoca la fuga di capitali”.
 
La Banca Centrale della Russia, spiega Anna Zafesova sulla Stampa
, ha pubblicato uno studio che mostra un avanzo della bilancia dei pagamenti correnti (= saldo commerciale più saldo cedole e dividendi delle attività finanziarie) in contrazione: in surplus da 80 miliardi di dollari nel 2012 fino a 25 miliardi nel 2013, per poi passare a 9 miliardi di deficit nel 2015. La previsione attuale è basata su un prezzo del barile di poco superiore ai cento dollari nel 2015.

Il paese vive grazie alle esportazioni di gas e petrolio: le importazioni di molti beni, dai cavoli alle automobili, sono la norma. "Non solo la bilancia dei pagamenti, ma anche il bilancio dello stato russo dipende dagli introiti energetici in misura significativa. Si ricevono più servizi di quante imposte si paghino, perché la differenza è bilanciata dagli introiti energetici. Se il prezzo del petrolio e del gas non sale molto, alla lunga o si riducono i servizi oppure si alzano le imposte", spiega Anna Zafesova.

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