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Venerdì, 19 Aprile 2024
La denuncia / Israele

"I cristiani a rischio in Israele per colpa del governo"

Il mese scorso due israeliani hanno aggredito un prete con un bastone di metallo nella basilica adiacente all'orto del Getsemani, dove si ritiene sia stata sepolta la Vergine Maria

Nell'Israele di Netanyahu e degli ebrei ultra ortodossi si stanno moltiplicando gli attacchi e le violenze non solo nei confronti dei musulmani, ma anche dei cristiani. A lamentarsi della crescente insicurezza per i membri della millenaria comunità cristiana di Gerusalemme e dintorni è stato il patriarca della Chiesa cattolica, Pierbattista Pizzaballa. "Queste persone - ha detto riferendosi ai violenti - si sentono protette. Pensano che il contesto culturale e politico possa ora giustificare, o tollerare, azioni contro i cristiani".

Uno degli ultimi episodi denunciati, avvenuto il mese scorso, ha visto come protagonisti due israeliani che hanno fatto irruzione nella basilica adiacente all'orto del Getsemani, dove si ritiene sia stata sepolta la Vergine Maria. I due si sono avventati su un prete con un bastone di metallo prima di essere arrestati.

I numeri delle aggressioni confermano i timori della comunità cristiana di Gerusalemme, che oggi conta appena 15mila persone, in forte diminuzione rispetto ai 27mila di cinquant'anni fa. Secondo il centro studi Jerusalem inter-church center, il 2023 si preannuncia come l'anno peggiore per i cristiani dell'ultimo decennio. Le aggressioni fisiche e le molestie nei confronti del clero spesso non vengono denunciate, ha precisato il centro. Tuttavia sono state documentate almeno sette gravi casi di vandalismo contro proprietà ecclesiastiche da gennaio a metà marzo, un forte aumento rispetto ai sei casi contro i cristiani registrati nel corso dell'intero 2022. 

I leader ecclesiastici incolpano gli estremisti israeliani per la maggior parte dei casi di violenza e affermano di temere un'ulteriore escalation. Le preoccupazioni di Pizzaballa gettano anche un'ombra sulla promessa di garantire la libertà di culto sancita nella dichiarazione che ha segnato la fondazione dello Stato di Israele 75 anni fa. Un impegno messo a repentaglio dal nuovo governo conservatore di Benjamin Netanyahu che include esponenti delle fazioni di estrema destra e dei coloni in ruoli chiave. Ne sono un esempio il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, o il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, condannato nel 2007 per istigazione al razzismo anti-arabo e sostegno a un gruppo militante ebraico.

Cosa sta succedendo in Israele

"Gli esponenti di destra si pongono l'obiettivo di giudaizzare la Città Vecchia e le altre terre", ha spiegato all'agenzia Associated Press padre Don Binder, pastore della cattedrale anglicana di San Giorgio a Gerusalemme. “Le chiese sono il principale ostacolo" a questo progetto, ha aggiunto con preoccupazione l'uomo di chiesa.

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