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Martedì, 23 Aprile 2024
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Cuba, finisce l'era dei Castro: Miguel Diaz-Canel è il nuovo presidente

Diaz-Canel è il primo leader del paese centroamericano nato dopo la Rivoluzione: è stato eletto da 603 dei 604 deputati del Parlamento unicamerale dell'Avana

Miguel Diaz-Canel è ufficialmente il nuovo presidente di Cuba, prendendo il testimone da Raul Castro, 86 anni. L'annuncio è stato formalizzato dopo il voto di ieri dell'Assemblea nazionale cubana.

Il nuovo presidente ha 57 anni (ne compie 58 domani), già numero due del governo dell'Avana, è il primo leader cubano da sei decenni a questa parte ad essere nato dopo la Rivoluzione castrista del 1959.

L'elezione di Diaz-Canel segna la fine di 60 anni di guida dello Stato da parte dei fratelli Castro, prima con il "lider maximo" Fidel, poi con Raul, che manterrà comunque la guida del Partito comunista.

Miguel Diaz-Canel era l'unico candidato

All'inizio degli anni '80 diviene quadro dell' Unione dei Giovani Comunisti. All'inizio degli anni '90 inizia a lavorare come quadro del Partito Comunista di Cuba e nel 1994 viene eletto secondo segretario del Comitato nazionale dell'UJC e primo segretario del Comitato provinciale di Villa Clara.

Diaz-Chanel: "Proseguire la rivoluzione cubana"

"Proseguire la rivoluzione cubana in un momento storico cruciale", ma anche "aggiornare il modello economico". È questo l'impegno assunto oggi, con il suo primo discorso da presidente del Consiglio di Stato di Cuba, da Miguel Diaz-Canel.

"Il mandato dato dal popolo in questa legislatura è di proseguire la rivoluzione cubana in un momento storico cruciale, nel quadro dell'aggiornamento del modello economico".

"Sia un presidente del dialogo": l'appello di Amnesty

Amnesty International ha pubblicato una roadmap intitolata "Trasformare il confronto in dialogo" con 15 misure concrete da adottare in cinque aree-chiave, su come la nuova amministrazione potrà favorire un positivo cambiamento.

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"Questo è il momento opportuno per avviare un dialogo importante e costruttivo sul futuro di Cuba. Il nuovo presidente dovrà cogliere l'occasione, a partire dai progressi nel campo dell'istruzione e dell'accesso alle cure mediche, per affrontare tutte le sfide storiche del paese, soprattutto le limitazioni tuttora in corso ai diritti alla libertà d'espressione e di manifestazione pacifica", ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.

"Il governo non deve perdere l'opportunità per dare inizio a una nuova epoca di rispetto dei diritti umani. Attraverso il dialogo con tutti i settori della società cubana - comprese le organizzazioni per i diritti umani, i sindacati e i giornalisti indipendenti e altri attori della società civile - le autorità cubane dovranno garantire i diritti di tutti i cubani, compresi quelli che esprimono critiche nei confronti del governo, attraverso provvedimenti come la fine della censura, l'adeguamento del sistema giudiziario agli standard internazionali e il contrasto a ogni forma di discriminazione".

Amnesty International, pur non potendo visitare Cuba da quasi tre decenni, ha potuto documentare gli arresti, le intimidazioni e le minacce nei confronti di attivisti e giornalisti indipendenti nei mesi precedenti la prevista fine del mandato di Raúl Castro. Negli ultimi tre anni, l'organizzazione per i diritti umani è stata in grado di identificare almeno 11 prigionieri di coscienza, in carcere solo per aver espresso pacificamente le loro opinioni.

Nell'occasione, Amnesty International ha rinnovato ancora una volta la sua richiesta agli Usa di annullare l'embargo nei confronti di Cuba, che continua a compromettere l'accesso ai diritti economici e sociali dei cubani più vulnerabili.

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