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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sospese le cure al piccolo Charlie: "Condannato a morte dai giudici"

Sono state ritirate le misure preventive per il bimbo che soffre di una rara malattia genetica ed è stato dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai genitori. Ecco la sua storia

Senza speranze secondo i medici, ma non per i genitori. Ma da oggi per il piccolo Charlie Gard, sette anni, non c'è più nulla da fare. La Corte europea dei diritti umani ha infatti ritirato le misure preventive per il bambino che soffre di una rara malattia genetica, e approvato le decisioni prese dai tribunali britannici in base alle quali si possono sospendere le cure a cui finora è stato sottoposto per mantenerlo in vita. Il piccolo è attualmente in cura al Great Ormond Street Hospital di Londra

In sostanza, la Corte di Strasburgo ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai genitori, stabilendo che le misure preventive da lei stessa imposte alcune giorni fa a Londra per continuare a tenere in vita Charlie devono considerarsi decadute. I genitori del bimbo avevano sostenuto nel loro ricorso che l'ospedale avesse bloccato l'accesso al trattamento per mantenere in vita Charlie negli Stati Uniti violando così il diritto alla vita e a quello alla libertà di movimento. Inoltre, avevano denunciato le decisioni dei tribunali britannici "come un'interferenza iniqua e sproporzionata nei loro diritti genitoriali". La Corte di Strasburgo ha ribadito che non le spetta il compito di sostituirsi alle competenti autorità nazionali. Nel decidere sul ricorso ha tenuto conto "del considerevole margine di manovra che gli Stati hanno nella sfera dell'accesso alle cure sperimentali per malati terminali e nei casi che sollevano delicate questioni morali ed etiche".

I giudici di Strasburgo hanno inoltre rilevato che "le decisioni dei tribunali nazionali sono state meticolose e accurate e riesaminate in tre gradi di giudizio con ragionamenti chiari ed estesi che hanno corroborato sufficientemente le conclusioni a cui sono giunti i giudici. La Corte ha dato peso al fatto che esiste una legislazione, compatibile con la Convenzione europea dei diritti umani, che regola sia l'accesso ai trattamenti sperimentali che la sospensione dei trattamenti per tenere in vita qualcuno".

I medici dell'ospedale ritengono che il bimbo non abbia speranza di sopravvivere mentre i genitori si battono per mantenerlo in vita. La mamma e il papà di Charlie hanno anche raccolto dei fondi per portarlo negli Stati Uniti e tentare un ultimo trattamento sperimentale. Dopo l'ultima sentenza però dovranno rassegnarsi a veder morire il figlio, perché secondo i giudici altre cure non farebbero che peggiorare la situazione causando solo ulteriore sofferenza.
 

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