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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'attentato / Ucraina

La morte di Dugina, il ruolo di Natalya Vovk e del battaglione Azov tra accuse e smentite

Per gli 007 russi la figlia dell'ideologo di Putin è stata uccisa da una 43enne ucraina ritenuta componente del battaglione, che nega. Diffusi i video della donna accusata. Avrebbe usato la figlia per beffare la sicurezza

Natalya Vovk, ucraina di 43 anni, per i servizi segreti russi è la responsabile dell'attentato alla periferia di Mosca in cui è morta Darya Dugina, figlia 30enne di Aleksandr Dugin, l'ideologo ritenuto vicino al presidente russo Vladimir Putin. Il caso decisamente non è chiuso. Intanto non è stata catturata - sarebbe fuggita in Estonia - e poi continua lo scambio di accuse tra Russia e Ucraina. Mosca non ha dubbi sulle responsabilità della Vovk e la ritiene una componente del battaglione Azov, unità militare ucraina considerato di orientamento neonazista. Notizia smentita dallo stesso Battaglione. Cosa sappiamo finora sulla morte di Darya Dugina e su Natalya Vovk.

Darya Dugina, commentatrice televisiva, è stata opinionista politica per il Movimento eurasiatico internazionale, guidato da suo padre. Il 4 giugno scorso era stata inclusa nella lista delle persone sanzionate dal governo del Regno Unito per aver espresso appoggio o promosso politiche favorevoli all'aggressione russa dell'Ucraina. E' morta sabato sera. Viaggiava su una jeep fatta saltare in aria con un carico di esplosivo azionato a distanza. Avrebbe dovuto essere col padre, che con un cambio di programma ha usato un altro mezzo, ritenuto il vero bersaglio dell'attentato. Oggi, 23 agosto, saranno celebrati i funerali di Dugina.

Chi è Natalya Vovk

A meno di 48 ore dalla morte di Dugina i servizi russi annunciano la risoluzione del caso. La responsabile per i russi è Natalya Vovk, 43 anni, ucraina. Secondo quanto reso noto Vovk è arrivata in Russia il 23 luglio scorso insieme alla figlia dodicenne Sofia Shaban. Hanno partecipato al festival "Tradizione" a cui erano presenti Aleksandr Dugin e la figlia. A Mosca hanno affittato un appartamento nel condominio in cui risiedeva Dugina e usato una Toyota Land cruiser per seguire la giornalista. 

Secondo l'Fsb, Vovk potrebbe aver usato sua figlia adolescente come copertura, per spostarsi più facilmente in Russia. Entrando a Mosca, la donna aveva i capelli biondi mentre all'uscita dalla capitale russa li aveva scuri. Alle 12.02 del 21 agosto, riferisce la Tass, l'auto della donna è stata perquisita a fondo e le immagini - poi divulgate - sono state riprese dalle telecamere a circuito chiuso.

Secondo i media russi legati al Cremlino, la donna sarebbe una componente del battaglione Azov, unità militare ucraina considerato di orientamento neonazista. Il battaglione nega però qualunque coinvolgimento nell'attentato a Darya Dugina. "La donna il cui nome e documento d'identità militare sono stati pubblicati dall'Fsb nel rapporto sulle indagini sull'attacco terroristico contro la figlia del propagandista russo Dugin non ha nulla a che vedere con il reggimento Azov e non è mai appartenuta alla nostra unità", scrive il reggimento, secondo cui i servizi speciali russi stanno artatamente cercando di dimostrare il coinvolgimento di Azov nel far saltare in aria l'auto di Darya Dugina. "L'attacco terroristico stesso è una preparazione per il 'Tribunale'", si aggiunge nella nota, facendo riferimento al processo che dovranno affrontare in Russia i combattenti del battaglione Azov che lo scorso maggio si erano arresi dallʼacciaieria Azovstal a Mariupol. "In questo modo, la Russia scalda l'opinione pubblica sulla 'necessità' di tale tribunale - prosegue la nota - Condanniamo categoricamente questo processo illegale contro l'esercito ucraino e invitiamo tutti coloro che hanno il potere di fermarlo a fare tutto il possibile affinché questo cosiddetto 'tribunale' non sia costituito".

La tesi della fuga in Estonia viene poi bollata come "una provocazione" da parte del ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu. Citato dall'emittente Etv, spiega: "Consideriamo questo come un esempio di provocazione in una lunghissima serie di provocazioni da parte della Federazione russa, e non abbiamo altro da dire al momento". Il capo della diplomazia di Tallinn sottolinea che tutto questo "fa anche parte dei tentativi del Cremlino di fare pressione sull'Estonia per il suo sostegno all'Ucraina".

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