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Venerdì, 29 Marzo 2024
La rubrica

10 notizie dal mondo che non sono finite in prima pagina

Dalle proteste in Pakistan per l'esclusione dell'ex premier dalle elezioni agli attentati anti giunta in Myanmar, i principali fatti della settimana che hanno avuto meno rilevanza sulla stampa italiana

Incendio nel carcere in rivolta di Teheran, muoiono 8 prigionieri

Almeno otto prigionieri sono morti e 61 sono rimasti feriti in seguito all'incendio e alle violenze scoppiate nella famigerata prigione iraniana di Evin. Nello stesso carcere si trova l'italiana Alessia Piperno, che sta bene, ha assicurato ieri la Farnesina. Anche altri cittadini stranieri accusati di crimini da parte del regime sono detenuti nella struttura, insieme ai manifestanti arrestati durante gli ultimi disordini. Almeno 150 spari sono stati uditi provenire dalla prigione sovraffollata di Teheran mentre le fiamme bruciavano l'edificio. Il Centro per i diritti umani in Iran, che ha sede a New York, ha riferito che si è verificato uno "scontro a fuoco". Si ritiene che centinaia di persone siano morte negli scontri con le forze di sicurezza iraniane nelle ultime settimane, dopo la morte di Mahsa Amini, 22 anni, arrestata dalla polizia morale del Paese per non aver indossato correttamente il velo.

L'Australia annulla la decisione di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele

Martedì l'Australia ha revocato la decisione presa quattro anni fa di riconoscere Gerusalemme Ovest come capitale di Israele. La ministra degli Esteri Penny Wong ha dichiarato che la mossa del 2018 ha minato la pace e "ha messo l'Australia in contrasto con la maggioranza della comunità internazionale". Wong ha sottolineato che Cranberra rimane un "amico" di Israele anche se l'ambasciata resterà a Tel Aviv. Il governo israeliano ha definito l'inversione di rotta miope e profondamente deludente e ha convocato l'ambasciatore del Paese. "Alla luce del modo in cui questa decisione è stata presa in Australia, come risposta affrettata a una notizia errata dei media, possiamo solo sperare che il governo australiano gestisca altre questioni in modo più serio e professionale", ha dichiarato il premier israeliano Yair Lapid in un comunicato.

Attentato alla più grande prigione del Myanmar, rivendica gruppo anti giunta militare

Mercoledì, nel più grande carcere del Myanmar, sono esplose bombe nascoste all'interno di pacchi. Un gruppo armato anti-giunta ha rivendicato la responsabilità dell'attacco alla prigione di Insein a Yangon, che ospita circa 10mila detenuti, molti dei quali sono prigionieri politici. In una dichiarazione pubblicata sui social media il gruppo ha affermato che si è trattato di una "rappresaglia” contro il capo della giunta militare Min AungHlaing. "La Special Task Agency of Burma (STA) ha compiuto due attacchi per giustiziare il capo della prigione. Ci stiamo vendicando di Min Aung Hlaing e degli agenti penitenziari che continuano a opprimere i nostri compagni della rivoluzione", si legge nel comunicato. L'emittente statale MRTV ha dichiarato che le esplosioni hanno ucciso tre agenti penitenziari e cinque visitatori e ferito 18 persone. Un testimone ferito ha detto che dopo l'esplosione delle bombe allo sportello dei pacchi ci sono stati anche degli spari. Il Myanmar è nel caos da quando i militari lo scorso anno hanno rovesciato il governo eletto guidato dal premio Nobel Aung San Suu Kyi e hanno lanciato una brutale repressione del dissenso.

India impedisce a giornalista di andare a ritirare il Pulizer negli Usa

Le autorità di Nuova Delhi hanno impedito a una fotoreporter indiana di volare negli Stati Uniti dove avrebbe dovuto ritirare il Premio Pulitzer. Sanna Irshad Mattoo avrebbe dovuto volare a New York lunedì per ricevere il Premio Pulitzer, ma è stata bloccata dai funzionari dell'aeroporto di Nuova Delhi. La reporter ha detto di essere stata fermata senza motivo e che il suo biglietto è stato cancellato. Mattoo lavora per la Reuters e ha vinto il Premio Pulitzer 2022 per la fotografia di servizio per la copertura della crisi del Covid-19 in India. La donna ha raccontato che il funzionario dell'immigrazione le ha riconsegnato la carta d'imbarco ma non ha risposto quando ha chiesto più volte quale fosse il problema.

Polizia spara su manifestanti antigovernativi in Chad, almeno 60 morti

Le forze di sicurezza del Chad hanno aperto il fuoco giovedì contro i dimostranti antigovernativi nelle due città più grandi del Paese, uccidendo almeno 60 persone. Le autorità hanno imposto il coprifuoco dopo le violenze che si sono verificate nel corso delle manifestazioni nella nazione centroafricana, proteste organizzate contro il prolungamento di due anni del potere del leader ad interim Mahamat Idriss Deby. Si è trattato delle più micidiali proteste antigovernative da quando Deby ha assunto il potere l'anno scorso, sulla scia dell'assassinio del padre dopo oltre tre decenni di potere. I funzionari hanno dichiarato che il defunto presidente Idriss Deby Itno è stato ucciso dai ribelli mentre visitava le truppe ciadiane sul campo di battaglia nel nord del Paese nell'aprile 2021.

Zimbabwe primo Paese in Africa ad approvare il medicinale per prevenire l'Hiv

Le autorità sanitarie dello Zimbabwe hanno dato il via libera giovedì all'utilizzo di un medicinale antiretrovirale di lunga durata, il Vocabria iniezione (cabotegravir - Cab-La) per la prevenzione dell'Hiv-Aids. Con questo annuncio, il Paese diventa il terzo Stato al mondo ad autorizzare l'ingresso di questa tipologia di farmaci dopo Australia e Stati Uniti e il primo in Africa, il continente più colpito dalla malattia. Nel mondo, come riportano dati del 2021 dell'Organizzazione mondiale della sanità, sono oltre 38 milioni le persone che convivono con l'Hiv, di cui 25,7 milioni in Africa. La lotta in Zimbabwe contro l'Hiv sta funzionando e ha visto diminuire i decessi legati all'Aids da 130mila nel 2002 a 20mila nel 2021. Il governo ha lanciato un piano per eradicare la malattia entro il 2030.

Cittadino Usa condannato a 16 anni in Arabia Saudita per tweet critico verso il regime

Un cittadino americano è stato condannato a 16 anni di carcere in Arabia Saudita per aver criticato il regime su Twitter, un altro segnale dell'aggressivo giro di vite del regno su qualsiasi traccia di dissenso pubblicata sui social media. Saad Ibrahim Almadi, 72 anni, con doppia cittadinanza statunitense e saudita, era stato arrestato nel novembre 2021 dopo essere atterrato a Riad per quello che doveva essere un soggiorno di due settimane nel suo Paese natale. Si tratta del secondo caso noto di arresto di un saudita che viveva all'estero al suo ritorno nella nazione per aver utilizzato i social media. Salma al-Shehab, una studentessa che viveva nel Regno Unito e frequentava l'Università di Leeds, è stata condannata a 34 anni di carcere per avere un account Twitter e aver seguito e retwittato post di dissidenti e attivisti. È stata arrestata e condannata dopo essere tornata in patria per una vacanza.

Crash della più popolare app della Corea del Sud, Paese paralizzato

Il crash della più utilizzata app della nazione ha mandato in tilt la Corea del Sud lo scorso weekend. Milioni di persone hanno avuto problemi a mettersi in contatto tra loro, molti non hanno potuto pagare la spesa nei minimarket o ordinare cibo e generi alimentari. Chi aveva necessità di viaggiare è rimasto bloccato e non ha potuto prenotare i taxi o altri mezzi di trasporto. La causa di questo caos è stato il fatto che la suite di applicazioni Kakao, popolarissima nel Paese, è stata messa fuori uso a causa di un incendio in un centro dati. Nata come app di messaggistica più di dieci anni fa, KakaoTalk è diventata un universo a sé, con servizi che coprono banche e pagamenti, ride-hailing, mappe e giochi. È talmente popolare da essere presente su oltre il 90% dei telefoni in Corea. L'interruzione del servizio, durata giorni, e il caos che ha causato è stato così grande che non solo l'azienda ma anche un ministro del governo si sono scusati. Descrivendo KakaoTalk come "infrastruttura nazionale", il presidente della Corea del Sud Yoon Suk-yeol ha ordinato un'indagine sull'incidente, invocando il rischio di un monopolio.

In Uganda ergastolo a un contrabbandiere di avorio

Un tribunale ugandese ha condannato all'ergastolo un uomo sorpreso con quasi 10 chili di avorio di elefante, la pena più alta mai comminata dal Paese per violazioni delle norme sulla protezione della fauna selvatica, hanno dichiarato venerdì le autorità. Pascal Achiba è stato condannato giovedì dal Tribunale per le norme, gli usi e la fauna selvatica dopo essere stato condannato per possesso illegale di specie protette. Achiba era stato arrestato a gennaio in un sobborgo della capitale Kampala insieme a due pezzi di avorio del peso di 9,55 chili. Il capo dell'Uganda Wildlife Authority (Uwa), Sam Mwandha, ha definito la sentenza "una pietra miliare nella lotta contro il commercio illegale di fauna selvatica". Il bracconaggio e il commercio illegale di animali selvatici è un fenomeno dilagante in Uganda, dove la polizia sequestra frequentemente bottini di avorio, corni di rinoceronte, scaglie di pangolino e altri prodotti della fauna selvatica.

L'ex premier del Pakistan bandito dalle prossime elezioni, proteste nel Paese

L'ex primo ministro pakistano Imran Khan è stato interdetto dal ricoprire cariche pubbliche dopo che il massimo tribunale elettorale del Paese venerdì lo ha giudicato colpevole di aver venduto illegalmente doni ricevuti da dignitari stranieri e capi di Stato. La sentenza, che ha scatenato proteste nel Paese, crea nuove tensioni che aggravano l'incertezza politica ed economica che affligge il Pakistan dall'inizio dell'anno, quando Khan è stato estromesso dal potere e i suoi sostenitori sono scesi in strada in diverse città per protestare, bloccando strade e autostrade e incendiando pneumatici. Il 70enne ex giocatore di cricket trasformato in politico è stato accusato di aver abusato della posizione per vendere regali in possesso dello Stato, ricevuti durante le visite all'estero e del valore di oltre 140 milioni di rupie (635mila dollari). Khan ha sempre negato le accuse.

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