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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il disastro del coronavirus in Spagna

Diecimila nuovi casi al giorno, i ritardi nei risultati dei tamponi, il tasso di positività altissimo, i focolai nelle case di riposo per anziani, i timori per Madrid: tutto quello che "non va" nel primo stato dell'Unione a raggiungere la soglia del mezzo milione di casi

E' la "segunda onda", la seconda ondata, secondo molti esperti. La Spagna è al quarto posto nella classifica mondiale giornaliera per il maggior numero di nuovi contagi da coronavirus registrati in 24 ore, secondo i dati dell’Oms aggiornati al 10 settembre. Le prime tre posizioni sono occupate ancora da India, Stati Uniti e Brasile. Poi a ruota segue Madrid. Non stanno andando bene le cose sul fronte del contenimento del Sars-CoV-2 in Spagna. Dalla metà di luglio in avanti la curva dei nuovi casi segnala una crescita pressoché continua. Ora si è intorno ai 10mila nuovi casi confermati al giorno, numeri non distanti da quelli di marzo e aprile. Tuttavia, come anche in Italia, non si assiste per adesso alla sofferenza del sistema sanitaria: la stragrande maggioranza sono asintomatici, e sono 1.131 in tutto i pazienti in terapia intensiva. Ad aprile, nel momento più difficile, sono arrivati fino a 10mila.

Nella sola giornata di oggi però la Catalogna segnala 1.215 nuovi casi. Tanti. In varie province, scrive oggi El Paìs, i laboratori non hanno abbastanza personale o reagenti per rispondere abbastanza rapidamente a questa seconda ondata del virus. Per due settimane tra fine agosto e inizio settembre c'è stato un collo di bottiglia importante, soprattutto nella Comunità di Madrid, dove ci sono stati fino a 10 giorni di ritardo nella comunicazione dei risultati dei tamponi molecolari, ma problemi simili si sono riscontrati anche in Aragona, Catalogna, La Rioja, Andalusia e Castilla y León. Un grande sindacato dei medici dell’assistenza sanitaria di base, Amyts, ha annunciato per fine settembre uno sciopero a tempo indefinito per "l’insostenibile quantità di lavoro" necessaria per far fronte all'attuale pandemia.

La Spagna è il primo paese europeo con 500mila casi da inizio epidemia

La Spagna qualche giorno fa è diventata il primo stato dell’Unione europea a raggiungere la soglia del mezzo milione di casi dall’inizio dell’epidemia. Le ultime due settimane di tamponi raccontano di 260 infezioni ogni 100.000 abitanti, il doppio della Francia (che pure non sta messa benissimo): è un dato che va preso con le pinze quello del tasso di notifica a 14 giorni di nuovi casi COVID-19; viene calcolato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) sulla base dei dati raccolti dall’Epidemic Intelligence dell’agenzia con varie modalità. Il dato quindi può essere inflienzato in maniera netta dalla strategia di test locale, dalla capacità del laboratorio e dall’efficacia dei sistemi di sorveglianza: ma è un segnale, e va preso in esame.

C'è anche il tasso di positività a preoccupare, cioè il numero di tamponi positivi al Sars-CoV-2 rispetto al numero dei tamponi effettuati: circa il 10% degli spagnoli testati per il coronavirus risulta positivo, un numero estremamente più alto rispetto a Italia, Germania e Regno Unito. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che per tenere sotto controllo l'epidemia, questo rapporto deve essere inferiore al 5%. "Questo indica anche che i test vengono effettuati in luoghi con alta infezione", ha giustificato questo giovedì Fernando Simón.

Oggi il direttore del Centro per il coordinamento degli allarmi sanitari e delle emergenze, Fernando Simón, assicura che i dati più recenti indicano che l'incidenza della trasmissione del nuovo coronavirus è "stabilizzata o in diminuzione" in metà delle province spagnole: "Sembra che in Spagna il tasso di infezioni si stia attenuando , anche se c'è ancora una trasmissione importante", ha in conferenza. stampa. Simòn ha poi rilevato come tutta l'Europa sia in una "fase crescente" di infezioni e come la Spagna sia, insieme con la Germania, il Paese con il tasso di mortalità "più basso" in Europa.

Coronavirus in Spagna: si pensa a corridoi turistici per Canarie e Baleari

E poi ci sono i timori per il turismo."Negozieremo l'apertura di corridoi turistici, almeno per le isole Canarie e Baleari. Non vogliamo ulteriori restrizioni alle frontiere. La pandemia ha attaccato una delle libertà più europee: quella di movimento" dice al 'Corriere della Sera' la ministra degli Esteri spagnola, Arancha González Laya. "L'Europa è stata, credo, molto efficace nel coordinare la gestione delle sue frontiere esterne, con misure di contenimento che vengono rimodulate ogni 15 giorni. Però è stata molto meno efficiente nella gestione delle frontiere interne all'Unione europea".

"Ogni Paese ha preso i provvedimenti che riteneva più opportuni, senza un coordinamento. Per questo stiamo cercando con Italia, Francia e Germania un'armonizzazione e una più razionale lettura dei dati: non solo quanti contagi in un giorno, ma anche quanti test sono stati condotti, quanti ricoveri, in quali regioni. Non ha senso mettere in quarantena un'intera nazione. Stiamo imparando".

Anche Donald Trump ieri ha parlato della Spagna: "Continuiamo a fare progressi nella nostra battaglia contro il virus cinese", così  il tycoon definisce il SarS-CoV-2. "Le morti sono calate del 20% rispetto alla settimana scorsa, calano molto rapidamente. Questo è in contrasto con quello che succede in Paesi dell'Unione Europea, che hanno registrato di recente forti aumenti di casi. Hanno grandi picchi laggiù - ha continuato - speriamo di essere dietro i loro picchi. Vedremo, ma stiamo facendo molto bene, in tutto il nostro Paese. Nelle ultime 5 settimane i casi sono raddoppiati in Francia, sono saliti di oltre il 300% in Spagna: ho parlato con i leader spagnoli e stanno passando brutti momenti". 

Il ministro della Salute, Salvador Illa, avvertire che l'adozione di misure e restrizioni più "specifiche" a Madrid (la città più colpita) non è esclusa se la situazione non migliorerà a stretto giro di posta. Ma ha anche affermato che "nessuno è in grado di dare lezioni e, con tutto il rispetto, certo non lo può fare Trump". Le case di cura per anziani in Aragona hanno causato di recente 61 focolai di coronavirus, tutti ancora attivi. In Galizia molte scuole rimandano di una settimana l'inizio del nuovo anno scolastico. 

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