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Giovedì, 28 Marzo 2024
La censura / Russia

Dmitry Glukhovski, lo scrittore-star non piace a Putin: c'è l'ordine di arresto

E' il più venduto degli ultimi dieci anni in Russia. E' stato condannato in base alla legge sulla censura approvata a marzo per avere gettato discredito sull'esercito. L'autore è fuori dal Paese: "Sono pronto a ripetere tutto quello che ho detto. Fermate la guerra"

E' uno degli scrittori più amati in Russia e il suo successo è in discusso ma adesso Dmitry Glukhovski rischia l'arresto. Il romanziere e giornalista ha apertamente criticato il presidente Putin prendendo posizione contro la guerra in Ucraina e le conseguenze sono state immediate. Il tribunale distrettuale Basmanny di Mosca ha predisposto l'arresto dopo averlo accusato, in contumacia, di aver screditato le forze armate russe. 

Dmitry Glukhovski, autore tra gli altri del romanzo "Metro 2033" e scrittore più venduto in Russia negli ultimi dieci anni, si trova fuori dalla Russia. Più volte ha condannato le operazioni militari in Ucraina."Sono pronto a ripetere tutto quello che avevo detto prima: 'Fermate la guerra! Ammettete che è una guerra contro l'intero Paese e fermatela'", ha scritto nei giorni scorsi su Telegram

La condanna è stata emessa in base alla legge sulla censura approvata a marzo. Gettare discredito sull’Armata russa porta a una condanna tra i dieci e i quindici anni di reclusione. Finora erano stati colpiti singoli cittadini, dissidenti, giornalisti come l’esperto di servizi segreti Andrey Soldatov.

L'attacco di Glukhovski a Putin

Dmitry Glukhovski è finito sulla lista nera del Cremlino per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina. Il governo russo lo ha accusato di diffondere false informazioni sul suo intervento militare. 

Nei suoi scritti l'autore non usa certamente mezzi termini. "Perché il Cremlino ci ha detto di chiamare questa guerra un'operazione speciale? Perché nessuno in Russia voleva la guerra. Perché tutti avevano paura della guerra. Perché la guerra è vera gente viva che esce di casa e ritorna bare di zinco. Perché la guerra sta fumando rovine dove una volta si trovavano le città fiorite. Perché la guerra è paura sempre presente. È povertà. È fame. È follia collettiva". si legge sulla pagina Facebook di Glukhovsky. "Questa guerra - prosegue - non è voluta dalla gente comune che la pagherà con la testa. Con le loro famiglie disintegrate e distrutte. Questa guerra non è stata voluta dagli affari, che la pagheranno con il crollo. Non è voluta dalle cosiddette élite, che pagheranno la guerra essendo tagliate fuori dal mondo e private dei soliti abbeveratoi. Non è voluto da tutto il popolo perché da quando è iniziata la guerra la vita umana è finita per loro ed è iniziata la vita sotto la legge marziale. La guerra contro l'Ucraina è stata dichiarata da Putin personalmente. Per un'ora intera, su tutti i canali, ha cercato di spiegare al popolo perché la guerra era fondamentale: solo perché l'Ucraina è un 'non Stato' che per principio non merita di esistere. Antipatia puramente personale. Non c'erano altre ragioni per una guerra, tutto il resto è pretesto. Questa non è la nostra guerra, e dobbiamo ricordarlo. Dobbiamo parlare di questo. Non possiamo lasciare che parlino per noi".

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