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Giovedì, 28 Marzo 2024
Le manovre di Putin

Tutto sul Donbass: la nuova strategia della Russia

Il Cremlino sembra aver rinunciato a Kiev per spostare il mirino sul nuovo obiettivo, due terzi delle truppe russe hanno lasciato la zona intorno alla capitale per spostarsi nel Sud-Est del Paese: "Si stanno riorganizzando per lanciare un'offensiva nel Donbass"

Che Putin abbia dovuto modificare (e ridimensionare) gli obiettivi previsti per "l'operazione speciale" in Ucraina è ormai un dato di fatto. Quella che doveva essere una guerra lampo di un paio di settimane, si è trasformata in un conflitto logorante, metro su metro, che ormai va avanti da oltre un mese. Il piano iniziale del presidente russo era chiaro: entrare rapidamente a Kiev, mettere da parte Zelensky e prendere il controllo del Paese. Un piano che però non aveva fatto i conti con la stoica resistenza delle truppe ucraine, che di fatto ha costretto il Cremlino a virare sull'obiettivo "minimo": il Donass. Un sentore confermato ieri anche da Lloyd Austin, ministro della Difesa Usa: "Putin pensava che avrebbe potuto conquistare molto rapidamente l'Ucraina, catturare molto rapidamente questa capitale. Si era sbagliato. Penso che Putin abbia rinunciato ai suoi sforzi per catturare la capitale e ora sia concentrato nel sud e nell'est del Paese".

La Russia "muove" le sue truppe in Ucraina

Mosca ha già iniziato a spostare le truppe armate sul campo di battaglia. Secondo il Pentagono la Russia ha già ritirato circa due terzi delle sue truppe intorno a Kiev, con i soldati restanti continuano a essere posizionati fuori dalla capitale ucraina ed il dubbio è se e quando si ritireranno verso nord: "Continuiamo a credere che saranno riequipaggiati, riforniti, forse anche rinforzati con altre truppe, e poi rimandati in Ucraina per continuare a combattere altrove". Una notizia confermata direttamente sui social anche dal governatore di Sumy, Dmytro Zhyvytsky: "Le truppe russe si stanno riorganizzando e conducendo ricognizioni in vista del lancio di un'offensiva nella regione del Donbass. Se le persone sentono delle esplosione è a causa degli esperti di esplosivi che stanno neutralizzando le munizioni lasciate dalle unità russe".

L'intellingence britannica crede che per completare gli spostamenti dell'esercito e raggiungere il nuovo assetto ci vorrà almeno una settimana:  "Le forze russe ora si sono completamente ritirate dal nord dell'Ucraina verso la Bielorussia e la Russia. Almeno alcune di queste forze saranno trasferite nell'est dell'Ucraina per combattere nel Donbass. Molte di queste forze richiederanno un significativo rifornimento prima di essere pronte per essere dispiegate più a est", sottolinea l'intelligence, secondo cui un trasferimento di queste truppe "richiederà probabilmente almeno una settimana. Continuano i bombardamenti russi delle città a est e a sud e le forze russe sono avanzate più a sud della città importante dal punto di vista strategico di Izium che rimane sotto il loro controllo".

La battaglia si sposta nel Donbass

Il piano "B" di Putin, se così lo possiamo definire, risulta a questo punto chiaro: concentrare tutte le truppe nel Donbass. Secondo lo Stato Maggiore di Kiev, l'obiettivo principale delle truppe russe è "rompere le difese" delle forze ucraine nella regione di Donetsk: "Le truppe russe si stanno riorganizzando e conducendo ricognizioni in vista del lancio di un'offensiva nella regione del Donbass, nell'Ucraina orientale".  Inoltre la Russia sta provando a prendere il controllo totale di Mariupol e continua a bombardare Kharkiv, nel nord-est dell'Ucraina.

''É il segno del ridimensionamento del livello di ambizione russo per concentrare gli sforzi per un nuovo obiettivo - ha spiegato il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare - più contenuto geograficamente e teoricamente meno ostile. Un Donbass esteso fino al mare. Non so a questa mezzaluna, come la stanno già chiamando, che status si voglia dare: se annetterla, l'ipotesi peggiore, creare una seconda Germania democratica o una zona autonoma, come quella del Kosovo, come era previsto negli accordi di Minsk. Io temo che i russi non si accontentino di una riedizione aggiornata di Minsk. Forse un Minsk plus, ovvero un'area geografica più amplia che arrivi fino al mare. Ma è tutto da vedere se riusciranno a occupare questo territorio al 100%, neutralizzando tutte le sacche di resistenza, l'esercito ucraino e la popolazione''.

Il timore, espresso anche dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, è che il conflitto possa diventare ancora più cruento di quanto non lo sia già stato fino ad ora: "Se la guerra sarà lunga, il rischio principale è per il popolo dell'Ucraina, che avrà più sofferenze, danni, morte e distruzione. Sarà innanzitutto una tragedia per loro e la responsabilità del presidente Putin di fermare questa guerra, di ritirare le truppe e impegnarsi in sforzi politici seri per trovare una soluzione. Ma finché la guerra continua, c'è il rischio di una escalation oltre l'Ucraina. E su questo come Nato ci focalizziamo, sul prevenire l'escalation".  "Assistiamo a un raggruppamento russo e un riposizionamento delle loro forze, che si spostano fuori dall'Ucraina settentrionale, ma allo stesso tempo spostano quelle forze verso est - ha sottolineato Stoltenberg - E ci aspettiamo una grande battaglia nel Donbass, una grande offensiva russa. Ed è per questo che gli alleati hanno anche sottolineato oggi l'urgenza di fornire maggiore sostegno all'Ucraina"

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