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Giovedì, 25 Aprile 2024
ISRAELE / Israele

Vittoria delle donne ebree israeliane: potranno pregare al Muro del Pianto come gli uomini

L'accordo, che femministe ed esponenti dell'ebraismo riformato e liberale definiscono però "provvisorio", è arrivato anche grazie al prudente e illuminato lavoro del mediatore Natan Sharansky

Nel giorno nel quale l'Israele più religiosamente ortodossa piange la scomparsa del grande rabbino Ovadia Yosef, una notizia arriva da Gerusalemme a sconvolgere le millenarie tradizioni dell'ebraismo come lo conosciamo dalla diaspora ad oggi: alle donne sarà possibile avvicinarsi al Muro del Pianto e pregare come gli uomini, con talled, kippah e tefillin (i più noti "accessori religiosi ebraici, ossia lo scialle, il copricapo e i filatteri), leggendo pubblicamente la Torah.

L'accordo, che femministe ed esponenti dell'ebraismo riformato e liberale definiscono però "provvisorio", è arrivato anche grazie al prudente e illuminato lavoro del mediatore Natan Sharansky, ex refusenik dell’Unione Sovietica e ora presidente dell’Agenzia Ebraica.

Quello destinato alle donne, e diverso da quello che la tradizione riservava loro, lontano dal Muro del Tempio distrutto dai romani nell'anno 70 dell'era volgare, sarà uno spazio religioso "egualitario" gestito da un comitato ebraico multiconfessionale.

Un segnale importantissimo, sia per il movimento delle donne che per il cambiamento nelle usanze religiose che il ritorno nella terra dei padri sta comportando per l'Ebraismo, con una "normalizzazione" di riti e consuetudine tipiche del giudaismo rabbinico formatosi nella diaspora.

I movimento "Donne del Muro", nato nel 1988, non ha però come obiettivo, ed è giusto ricordarlo, quello di sconvolgere la religiosità ebraica tradizionale, che prevede la non "promiscuità" nelle sinagoghe e nei luoghi di preghiera, ma "il diritto di pregare", seppur separate, "come gli uomini".

Come scrive Elena Lowenthal su La Stampa: "le donne del Muro hanno dalla loro la società civile israeliana, che nella sua stragrande maggioranza è laica, indifferente se non decisamente ostile all’ortodossia religiosa. Accettando questa soluzione «salomonica» e battendo in ritirata di qualche decina di metri, dichiarano che la battaglia non è finita, si avvia solo verso una nuova fase. «Dobbiamo essere agenti di cambiamento e guardare al futuro. A quel futuro che auspichiamo per le nostre figlie», ha detto Anat Hoffman, presidente del movimento, dopo il lungo e difficile dibattito che ha condotto alla decisione di accettare la proposta del governo. Che mondo sarebbe, senza le donne".

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