I droni di cartone ucraini che portano la guerra in Russia
Sembrano aeroplanini di carta, ma si starebbero rendendo davvero temibili per le difese di Mosca: a donarli a Kiev un'azienda australiana
Droni di cartone, un'arma difficile da intercettare e a bassissimo costo. Sarebbe questa una nuova arma schierata dall'Ucraina nella sua controffensiva contro la Russia. Come aeroplanini di carta, ma letali: i droni Corvo Precision Payload Delivery System sono prodotti da una azienda australiana, la Sypaq, grazie a un contratto con l'esercito australiano da oltre un milione di euro. E lo scorso marzo la stessa azienda di Melbourne ha trovato un accordo con Kiev per mettere a disposizione delle forze armate ucraine una tecnologia che si sta rivelando efficace.
Secondo il produttore questi "aerei di cartone" sono facili da montare - il drone arriva in un pacco lungo circa mezzo metro e non è molto più complicato di un prodotto IKEA - e ancora più facile da lanciare grazie a dei semplici elastici. I droni possono volare fino a 120 chilometri per consegnare rifornimenti e attrezzature in aree che le capacità logistiche tradizionali non possono raggiungere. Ma l'esercito ucraino ha adattato la tecnologia adattando i droni per missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione semplicemente installando una telecamera in un buco nel telaio di cartone cerato.
I droni di cartone dell'esercito ucraino
Dallo scorso marzo l'Australia avrebbe fornito 100 "droni di cartone" ogni mese come parte di un pacchetto di aiuti da 20 milioni di dollari. Con un costo dichiarato di circa 3.500 dollari ciascuno, sono economici per gli standard militari e possono volare a 60 chilometri orari in modo completamente invisibile ai radar: una potenzialità che ha attirato l'attenzione dei media dopo che l'ambasciatore ucraino in Australia ha fatto eco alle affermazioni di un importante blogger militare russo secondo cui questi droni di cartone sarebbero stati usati per attaccare un aeroporto russo a Novgorod, distruggendo o danneggiando almeno un aereo militare.
Secondo un canale filo-russo Telegram fighter_bomber, l'esercito ucraino avrebbe usato uno sciame di diversi "Corvi" in mezzo a droni pieni di bombe aiutando lo sciame a eludere il radar. Tuttavia - secondo l'ambasciatore ucraino in Australia Vasyl Myroshnychenko - gli stessi "droni di cartone" potrebbero essere adattati per trasportare esplosivi.
Con il prosieguo dell'offensiva ucraina si potrà vedere quanto queste nuove armi potranno diventare davvero dei game changer. Mentre le forze russe continuano i loro massicci bombardamenti sulle città ucraine gli attacchi di droni attribuiti all’Ucraina e mirati sia a Mosca che ad altre città russe sono quasi quotidiani da diversi mesi. Nella notte tra martedì e mercoledì, i droni ucraini avevano preso di mira l'aeroporto di Pskov, città russa situata vicino al confine tra Estonia, Lettonia e Bielorussia, a quasi 700 chilometri dall'Ucraina. "I droni utilizzati per attaccare la base aerea di Kresty a Pskov sono stati lanciati dall'interno della Russia" ha spiegato il capo dell'intelligence militare Kyrylo Budanov ammettendo per la prima volta ufficialmente che Kiev opera all'interno del territorio russo.
L’Ucraina sta cercando di portare la battaglia nel cuore della Russia in un momento in cui l'esercito di Kiev è impegnato in una controffensiva molto difficile per liberare le zone occupate a Est e a Sud del suo territorio riportando finora progressi limitati. ;a Kiev ha detto questa settimana di sperare in una svolta presto sul fronte meridionale, dopo la liberazione della località di Robotyne.
NEW: Ukrainian forces continued counteroffensive operations near #Bakhmut in #Donetsk Oblast and in western #Zaporizhia Oblast on August 31 and reportedly advanced in both sectors of the front.
Latest campaign assessment of #Russia's invasion of #Ukraine: https://t.co/PSJyTwGqFy pic.twitter.com/vC7upe3SiH— ISW (@TheStudyofWar) September 1, 2023
Ma la sfida a Mosca si gioca anche sul mar Nero: due nuove navi mercantili hanno lasciato un porto ucraino e stanno navigando verso la Turchia lungo un corridoio marittimo istituito da Kiev nonostante le minacce di ritorsioni russe dopo l'abbandono dell'accordo sulle esportazioni di grano. Altre due imbarcazioni erano già riuscite a raggiungere la Turchia allo stesso modo e senza incidenti.