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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Egitto, la sfida più difficile di Morsi: far crescere l'economia

In Egitto la grande industria è una risorsa nazionale come il turismo e il canale di Suez. Ma c'è bisogno di una guida politica che unisca le diverse anime del paese e che non le polarizzi. Tutto l'opposto di quel che Morsi ha fatto fino ad ora

Meed è un settimanale di riferimento per gli uomini d'affari in Medio Oriente. E le sue considerazioni sull'economia dell'Egitto di Morsi fanno rumore: "Le dimensioni della stagnazione nel mercato dei progetti industriali in Egitto, è allarmante. Al momento nel Paese non ci sono piani in fase di progettazione, costruzione o appalto". Gli scontri che hanno preceduto il referendum sulla Costituzione hanno dimostrato che il paese è diviso.

La crisi politica sta portando con sé, inevitabili, conseguenze economiche gravi. L'agenzia Standard&Poor's ha tagliato il debito sovrano a lungo termine da "B" a "B-". S&P ha mantenuto l'outlook negativo e ricordato che ci sarà un altro taglio se la situazione di turbolenza non migliorerà.

Il sì al referendum voluto dai Fratelli musulmani ha ottenuto il 63,8%, ma dei 52 milioni di elettori ha votato solo il 32,9 per cento. Mohamed Morsi ha promesso in un discorso alla Tv, iniziative per migliorare l'economia, a cominciare da un pacchetto di incentivi per chi investe nel Paese. I Fratelli Musulmani fino a ora hanno dimostrato, casomai ce ne fosse bisogno, un'impressionante capacità di mobilitare le folle, ma sul terreno economico arrancano. Fino a pochi mesi fa si occupavano solamente controllare il sindacato di alcune categorie e di sopravvivere alla repressione del vecchio regime. Ora viene il difficile: governare tutto l'Egitto, non solo i musulmani della fratellanza.

All'Egitto serve, a breve, un prestito da 4,8 miliardi di dollari per stabilizzare le finanze dello Stato. Era stato il presidente Morsi stesso a chiedere al Fondo Monetario Internazionale un rinvio, per evitare sovrapposizioni tra gli importanti passaggi politici del paese e le riforme economiche. Ma il tempo sta per scadere, perché l'economia vive una fase di stallo e servono misure urgenti.

Suez Cement Group, il più grande produttore egiziano di cemento (Italcementi ne è il principale azionista) ha visto nel giro di un solo anno diminuire i profitti netti del gruppo del 50 per cento. Il motivo? Il blocco di decine di progetti infrastrutturali che richiedevano cemento per essere realizzati, provocato dalla crisi di fiducia di investitori internazionali e locali.

Le prospettive non sono negative, scrive sempre il settimanale Meed, perché in Egitto la grande industria è una risorsa nazionale come il turismo e il canale di Suez: nessun altro paese della regione ha le stesse risorse. Ma c'è bisogno di una guida politica che unisca le diverse anime del paese e che non le polarizzi. Tutto l'opposto di quel che Morsi ha fatto fino ad ora.

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