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Giovedì, 18 Aprile 2024
EGITTO / Egitto

Egitto, cresce il fenomeno delle piccole "spose estive" affittate ai ricchi uomini del Golfo

Il Paese è la nuova meta del turismo sessuale nel mondo arabo. Il numero delle minorenni vittime della tratta oscilla tra 200mila e il milione

Le rivolte della primavera araba, la vittoria alle elezioni dei Fratelli Musulmani e i contrasti tra il governo e i militari hanno fatto crollare il turismo occidentale in Egitto. Nonostante questo, nel paese sta prendendo piede un altro fenomeno, tristemente noto con il nome di “matrimoni estivi”.

Si tratta di bambine e ragazze minorenni, spesso provenienti da famiglie povere, che vengono “affittate” come mogli dai ricchi uomini provenienti dai paesi del Golfo, ad un prezzo che può arrivare a 4.950 dollari (poco più di 4mila euro). 

I due vengono fatti sposare e spesso, per eludere la legge egiziana che vieta i matrimoni tra persone fra cui vi siano più di 10 anni di differenza, viene alzata l'età della bambina e abbassata quella dell'uomo.

Questo escamotage permette alla coppia di poter soggiornare in alberghi e strutture di lusso, che spesso richiedono un certificato di matrimonio per poter fornire una camera, come spiega il sito di Al Arabiya

Il legame dura circa due mesi, periodo nel quale la bambina è trattata come una vera e propria schiava sessuale. Nel migliore dei casi la ragazza viene poi portata nel Golfo con l'uomo, che l'affida ad una delle mogli come domestica. 

Sempre più spesso però queste giovani finiscono nella spirale della prostituzione. Per un periodo alcune continuano a contrarre dei matrimoni a tempo con i ricchi uomini del Golfo. In quanto non più vergini, molte di queste ragazze hanno problemi a trovare qualcuno disposte a sposarle, e la situazione peggiora se dal matrimonio estivo nasce un figlio, che in molti casi viene abbandondato andando così ad incrementare il numero dei bambini di strada egiziani. 

Secondo il rapporto del dipartimento di Stato americano, che ha reso noto questo fenomeno, le minori coinvolte sarebbero tra le 200mila e il milione. Alcune di queste sono consenzienti, in quanto sperano di poter aiutare i propri cari, spesso coinvolti nella tratta. 

“Se queste famiglie arrivano a vendere le proprie figlie, si può immaginare quanto siano povere”, commeta Hoda Badran, presidentessa della Ong Alleanza per le Donne Arabe (Alliance for Arab Women). “Spesso la ragazza non sa che sta contraendo un matrimonio a termine. E' giovane, fa ancora tutto quello che le chiede la famiglia, crede che quell'uomo la possa aiutare. Se la ragazza è molto povera, spesso si tratta dell'unico modo per aiutare la propria famiglia a sopravvivere”. 

Anche se sono sempre più le ragazze arabe vendute come spose temporanee, la maggior parte delle protagoniste di questa tratta provengono da paesi come l'Eritrea, il Sudan e l'Etiopia. Spesso di tratta di persone che hanno alle spalle una lunga storia di violenza, iniziata magari con un rapimento da parte dei beduini nel Sinai, mentre tentavano di raggiungere Israele. Secondo i dati forniti dal dossier statunitense, ogni mese sono 2mila i migranti, tra cui donne e bambini, che tentano di varcare la frontiera. Coloro che non vengono rapiti spesso sono uccisi proprio dalle guardie di fontiera egiziane, che sparano contro i migranti. 

Le autorità del Cairo hanno dichiarato di essersi sempre impegnate nella lotta contro il traffico di esseri umani, ma che l'instabilità politica dell'ultimo anno e mezzo ha reso sempe più difficile la lotta contro questo fenomeno.  Già nel 2009 un tribunale di Alessandria aveva condannato due uomini per aver organizzato centinaia di “matrimoni estivi” con ragazze minorenni, ma secondo la Ong questa sarebbe solo la punta dell'iceberg.

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