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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Strage di cristiani in Egitto, il presidente Al Sisi dichiara lo stato di emergenza

La decisione annunciata dal presidente in un discorso tv dopo gli attacchi di ieri in due chiese cristiane, rivendicati dall'Isis. Papa Francesco sarà in visita nel paese nelle prossime settimane: l'allerta è massima

Aveva promesso una risposta agli attentati nelle due chiese compiuti ieri e rivendicati dall'Isis e così è stato: il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi.

COSA PREVEDE LO STATO DI EMERGENZA

Con una dichiarazione solenne in televisione, il presidente ha decretato lo stato d’emergenza per tre mesi, per “proteggere” e “preservare” il Paese. Dopo aver espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime di Tanta e Alessandria, Al Sisi ha sottolineato che "l'oltraggioso atto terrorista ha come obiettivo tanto i copti quanto i musulmani". Il presidente egiziano ha dato l'ordine di dispiegare unità speciali dell'esercito per garantire la sicurezza nei luoghi più sensibili dell'Egitto.

Lo stato d'emergenza sospende il diritto alle manifestazioni di ogni genere e le adunate di oltre cinque persone, consente fermi per un periodo indeterminato, estende i poteri delle forze di polizia, permette procedimenti giudiziari per civili ad opera di tribunali militari. La misura deve essere confermata dal Parlamento. 

Egitto, attentato nella domenica delle Palme | Foto Twitter @AmichaiStein1

COPTI E MUSULMANI 

La comunità dei cristiani copti in Egitto rappresenta circa il 10 per cento della popolazione e l'attentato di iero arriva a pochi mesi di distanza da quello del dicembre scorso, quando 25 persone furono uccise e 49 ferite nell'attentato della Cattedrale di San Marco, la più grande chiesa copta della capitale egiziana che si trova nel distretto Al Abbasiya del Cairo. Dal 2013 sono stati quarantina le aggressioni di cristiani e gli attacchi a chiese: un episodio al mese. L'epicentro delle violenze è l'Egitto rurale e in particolare la regione del governatoato Minya, dove il 35 per cento della popolazione è cristiana e c'è un forte radicamento jihadista. 

PAPA FRANCESCO IN EGITTO

In Egitto, fra tre settimane è prevista la visita di papa Francesco, il 28 e 29 aprile, per una due-giorni che prevede incontri con lo stesso Tawadros II, patriarca della Chiesa Copta di Alessandria, oltreché con il presidente al-Sisi e con il leader religioso sunnita Ahmad al-Tayyib, grande imam della prestigiosa università sunnita di Al-Azhar. "Il Signore converta i cuori delle persone che seminano terrore, violenza e morte, e anche il cuore di quelli che fanno e trafficano le armi", ha aggiunto il Papa che poco prima aveva affidato al "Cristo crocifisso" le vittime dell'attentato a Stoccolma.

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