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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Francia, Macron trionfa e pensa già alle elezioni legislative: "Non riposerò sugli allori"

Emmanuel Macron ha vinto il ballottaggio delle presidenziali con il 66,10% dei voti. La sua sfidante, Marine Le Pen ha ottenuto il 33,90% delle preferenze. Sugli equilibri politici francesi pesa l'incognita delle legislative di metà giugno

Secondo i risultati definitivi diffusi questa mattina dal ministero degli Interni francese, Emmanuel Macron ha vinto il ballottaggio delle presidenziali con il 66,10% dei voti. La sua sfidante, Marine Le Pen ha ottenuto il 33,90% delle preferenze. Tra l'astensione (24,95%) e i voti bianchi o nulli (poco più di 4 milioni), più di un francese su tre si è rifiutato di scegliere tra il candidato centrista e la leader dell'estrema destra, un livello record.

Già da oggi Macron annuncerà le dimissioni dalla guida del movimento En Marche! da lui fondato appena un anno fa. Dopodomani accompagnerà il presidente socialista per la giornata nazionale in memoria della schiavitù, subito dopo l'ultimo Consiglio dei ministri presieduto da Hollande. Molto presto Macron svelerà il nome del suo Primo ministro e della squadra di governo con cui lavorerà in vista delle elezioni legislative che si terranno l'11 e il 18 giugno e che determineranno la nuova maggioranza parlamentare, passaggio chiave per il suo futuro quinquennio. Secondo un sondaggio Kantar Sofres-OnePoint, En Marche! potrebbe raccogliere tra il 24% e il 26% dei voti alle legislative, davanti ai Republicains con il 22%, il Front national (21-22%), la sinistra radicale France insoumise di Jean-Luc Mélenchon (13%-15%) e i socialisti con l'8-9%.

La grande incognita dello scenario politico francese, dopo l'esclusione senza precedenti dall'Eliseo di un rappresentante di una delle due grandi famiglie politiche francesi, sarà quindi se il nuovo Capo di stato disporrà o meno di una maggioranza per governare o se invece sarà costretto alla coabitazione. L'appuntamento con le legislative quindi si rivela fondamentale, data la possibile assenza di una maggioranza nella futura Assemblea Nazionale che corrisponda alla linea politica della Presidenza.

Nelle precedenti legislature l'Assemblea solitamente rispecchiava la stessa maggioranza presidenziale, a parte alcune eccezioni che hanno dato vita a periodi di cosiddetta coabitazione (sia con presidenti socialisti e premier neogollisti che al contrario). Il sistema elettorale maggioritario a due turni ha da sempre favorito i partiti principali, escludendo i partiti minori dal parlamento, a meno che non si alleassero con i maggiori. L'estrema destra del Front National, che ha sempre corso da sola e che, alle elezioni del 2012, era presente in 61 collegi elettorali nel secondo turno, è riuscita a far entrare solo due eletti nell'ultimo parlamento.

Consapevole di queste difficoltà, già ieri sera davanti ai suoi sotenitori il neo-eletto presidente Emmanuel Macron ha dichiarato "non riposerò sugli allori" e ha chiamato a raccolta coloro che non hanno votato per lui per convinzione ma per necessità, invitando gli elettori a dargli in Parlamento "una maggioranza vera, forte, di cambiamento". E già ieri sera Macron ha raccolto le prime risposte positive, come quella dell'ex candidata socialista alle presidenziali Segolene Royal, che ha detto "è arrivato il momento di lavorare assieme".

Il trionfo di Macron (Ansa)

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