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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lo spoglio / Nigeria

Nessuna rivoluzione: in Nigeria vince la continuità

Tinubu, candidato del partito di governo, ha avuto la meglio ma opposizione e osservatori denunciano brogli. Affluenza alle urne bassissima: si ferma al 26%

La Nigeria ha scelto la continuità. Nelle elezioni presidenziali di quella che rappresenta la prima economia dell'Africa, nonché la nazione più popolosa del continente, ha vinto Bola Ahmed Tinubu, confermando il dominio dell'élite politica consolidata in Nigeria. L'opposizione e diversi osservatori internazionali hanno però denunciato brogli. Membro del Congresso di tutti i progressisti (Apc) come il presidente uscente Muhammadu Buhari, il ricco 70enne ex governatore di Lagos si è imposto sui suoi principali rivali, Atiku Abubakar e Peter Obi, e sugli altri 15 candidati in lizza, in una delle elezioni più competitive della Nigeria dalla fine del regime militare nel 1999.

Quando sono stati diffusi i risultati ufficiali Tinubu ha ringraziato gli elettori e ha detto che "questo è un momento luminoso nella vita di ogni uomo e un'affermazione della nostra esistenza democratica". "Io rappresento una promessa e con il vostro sostegno so che quella promessa sarà mantenuta", ha aggiunto, rivolgendo inoltre un appello ai suoi "compagni di gara", chiedendo loro di "fare squadra insieme" per rafforzare il Paese.

Perché le elezioni in Nigeria sono le più importanti al mondo nel 2023

Dopo il caotico spoglio durato quasi quattro giorni, Tinubu, da tempo conosciuto come un "padrino politico" con un'influenza immensa, è salito al potere con un 8,79 milioni di voti, circa il 36,6% del totale, superando i 6,98 milioni del principale sfidante dell'opposizione, Atiku Abubakar. Per quanto riguarda il terzo tra i contendenti ritenuti favoriti, Peter Obi, per lui i voti sono stati solo 6,1 milioni, anche se diversi osservatori hanno sottolineato il valore del risultato conquistato dall'outsider, dipingendolo come un uomo d’affari energico (il più giovane tra i tre con i suoi 61 anni) che ha portato avanti un’intensa campagna elettorale arrivando alle varie classi sociali del Paese. L'affluenza alle urne, nella popolosa nazione di ben 83 milioni di abitanti, è stata bassissima e secondo l'Independent National Electoral Commission (Inec), si è fermata a un misero 26%.

L'opposizione ha denunciato brogli e chiesto un ritorno alle urne e anche diversi osservatori, tra cui quelli dell'Unione europea, hanno criticato le elezioni sostenendo addirittura che avrebbero "ridotto la fiducia nel processo e messo in discussione il diritto di voto". "Le elezioni sono state ben al di sotto delle ragionevoli aspettative dei cittadini nigeriani", ha dichiarato una missione di osservatori congiunta dell'International Republican Institute (Iri) e del National Democratic Institute (Ndi).

In risposta alle varie critiche, i funzionari elettorali hanno affermato che gli esiti sono stati pienamente autenticati, accusando gli oppositori di fomentare "l'illegalità e l'anarchia". Dal canto suo, Tinubu ha sostenuto che "i difetti segnalati sono stati relativamente pochi e non hanno influito sull'esito finale delle elezioni".

Di fronte alle turbolenze economiche, la violenza diffusa e la corruzione che dilaga nel Paese, i nigeriani (ma anche l’Europa) sperano in un'azione decisa per affrontare queste molteplici crisi che si intersecano ormai da anni. In questo clima di ottimismo, gli analisti hanno sottolineato il fatto che in questa settima elezione consecutiva (un piccolo successo per lo Stato africano), nessuno dei candidati fosse un ex ufficiale militare anche se, d’altra parte, il limitato numero di donne in lizza (meno del 10%) ha sollevato non poche preoccupazioni. Su quest’ultimo punto anche Evin Incir, capo delegazione del Parlamento europeo, si è espressa dicendo che "il prossimo governo e il parlamento dovrebbero tenere conto dei manifesti dei principali partiti politici nigeriani, che chiedono azioni positive, come le quote".

Tinubu è nato a Lagos nel 1952 in una famiglia musulmana di etnia Yoruba, ma c’è chi sostiene sia molto più vecchio. Si è poi spostato negli Usa negli anni ’70 dove ha studiato Economia, laureandosi nel 1979, dopodiché è tornato in Nigeria negli anni ’80 e, prima di avvicinarsi alla politica, ha lavorato per la compagnia petrolifera Mobil. Con la fine del regime militare e l’avvio della democrazia, è stato eletto governatore di Lagos nel 1999, svolgendo due mandati prima di lasciare la carica nel 2007. Uomo facoltoso che ha sostenuto vari presidenti in carica con le proprie ricchezze e la propria influenza, è stato definito un "padrino" che da sempre esercita il suo potere da dietro le quinte. Adesso il potere lo ha conquistato definitivamente.

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