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Sabato, 20 Aprile 2024
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Russia al voto, per Putin una vittoria scontata nello scacchiere dei nuovi imperi

Altri sei anni al Cremlino per Valdimir Putin: il nuovo "zar" che da 18 anni guida la Russia è l'unico "vero" candidato alle elezioni presidenziali di Domenica. Con lui Mosca forse non è più una democrazia ma è tornata ad essere una superpotenza

Urne aperte in Russia dove domenica 18 marzo si tengono le settime elezioni presidenziali della Russia post-sovietica. Nel paese, più che di elezioni si parla di un referendum per la "riconferma" dell'attuale presidente Vladimir Putin, candidato favorito ed ampiamente in testa agli altri sette sfidanti tra i quali manca un reale avversario. L'insediamento del presidente dovrebbe tenersi a maggio e il suo mandato sarà di sei anni.  

Con Putin Mosca forse non è più una democrazia ma è tornata ad essere una superpotenza capace di rivaleggiare con il nuovo "sultanato" turco di Erdogan e all'"impero" cinese del presidente a vita Xi Jinping. 

Democrazia con tempi diversi rispetto a quelli italiani: Putin è alla guida della Russia dal 1999, alternativamente da premier e da presidente; Recep Tayyip Erdoğan è stato primo ministro della Turchia per tre mandati consecutivi dal 2003 al 2014, anno della sua elezione a presidente della Repubblica, Xi Jinping guida la Cina dal 2013 e lo farà probabilmente fino alla morte dopo la modifica della Costituzione Cinese che consente ora la durata del mandato a vita del Presidente. Una simile capacità di accentrare su di sè la leadership del proprio paese trova una similitudine nell'Europa occidentale solo in Angela Merkel, dal 22 novembre 2005 Cancelliera federale della Germania.

Elezioni in Russia: il non voto unico nemico di Putin

Domenica 18 marzo le elezioni presidenziali in Russia

Il candidato presidente Vladimir Putin si è rivolto ai russi in un video trasmesso tra giovedì e venerdì.

"Per chi votare, è una libera scelta, è la decisione personale di ciascuno. Ma se ci si sottrae da questa scelta, allora questa scelta essenziale e decisiva sarà compiuta senza il tuo parere. Sono convinto che tutti noi siamo preoccupati per il destino della nostra patria, motivo per cui vi chiedo di andare alle urne domenica"

Il timore di una forte astensione è anche legato a un appello a disertare le urne di Aleksey Navalny, il blogger e oppositore, escluso dalla corsa elettorale per una condanna penale.

Il primo voto dopo l'annessione della Crimea

Vladimir Putin alla guida della Russia da 18 anni come presidente o primo ministro, dovrebbe vincere senza grande sorpresa il quarto mandato e rimanere a capo del paese fino al 2024. Di fronte a lui, gli altri sette candidati appaiono davvero poco credibili.

Domenica ricorre anche il quarto anniversario dell'annessione della Crimea alla Russia, dopo un referendum popolare mai riconosciuto dalla comunità internazionale: secondo i sondaggi ufficiali, nella penisola Putin potrebbe sfiorare il 90% di preferenze.

Su una popolazione di 142 milioni di abitanti, sono 110 milioni ad avere diritto al voto, tra residenti in patria e all'estero che si recheranno alle urne "controllati" da oltre 1.300 osservatori internazionali. L'attenzione è rivolta ai volontari del movimento messo in piedi in tutto il paese dall'oppositore Aleksei Navalny: dopo essere stato escluso dalla corsa al Cremlino, Navalny ha puntato sul boicottaggio del voto per delegittimare la scontata vittoria di Putin e sul lavoro degli osservatori per arginare possibili brogli e manipolazioni, volti a gonfiare i consensi di Putin.

Putin, alla guida della Russia da 18 anni

Sulla reale entità della ricchezza di Valdimir Putin si dibatte da Twitter alla tv americana: è un must della politica, sia per chi lo ama sia per chi lo odia. Magliette, cioccolate, la vodka Putinka rappresentano alcune delle declinazioni di un marchio flessibile e vendibile tanto da essere diventato un facile sostituto della matrjoska come souvenir da Mosca.

Lo storico Medvedev - noto per aver bloccato alla fine degli anni Sessanta la riabilitazione del "magnifico georgiano" con il suo Let History Judge (Lo Stalinismo, ed. Mondadori) - che spiega ad Askanews uno degli ultimi successi di Putin, a parte i soliti argomenti che mandano in visibilio il russo medio: la Crimea e i missili.

"L'agricoltura è un settore dove il ritorno arriva dopo un anno o anche dopo due. Ed è stato un successo per Putin. Un successo che neppure Putin si aspettava. La nostra agricoltura che anche in periodo sovietico rappresentava una pagina complicata, che non potevano risollevare nè Stalin, nè Krusciov. Nè Breznev e neppure Gorbaciov. Negli ultimi anni ha iniziato a svilupparsi. E ora noi mandiamo fuori dal paese, con l'export, il grano, lo zucchero, e tutto è accaduto negli ultimi tre-quattro anni. E non è solo questo. Nessuno si aspettava che si sarebbe sviluppata neppure la metallurgia. E invece...".

Sotto la guida di Putin, va tuttavia notato, la Russia ha ottenuto un punteggio scarso nell'Indice di corruzione di Transparency International e ha subito una retrocessione democratica secondo l'indice Freedom House.

Per gli esperti la Russia non è più una democrazia

elezioni in russia 2-2

Durante la sua carriera, Putin ha ottenuto ottimi crediti e approvazione interna (per lo più superiori al 70%) e ha ricevuto ampia attenzione internazionale come uno dei leader più potenti del mondo. Le organizzazioni per i diritti umani e gli attivisti lo hanno accusato di violazioni dei diritti umani e di repressione del dissenso o dell'opposizione civile, nonché di aver ordinato assassini ai suoi oppositori e critici; ma lui ha negato le accuse di autoritarismo e violazioni dei diritti umani.

Funzionari del governo degli Stati Uniti lo hanno accusato di condurre un programma di interferenza a sostegno di Donald Trump durante le elezioni presidenziali americane del 2016. Ma sinora nulla è stato provato.

Chi è Vladimir Putin, la spia diventato "zar"

Nato nel 1952 a Leningrado (l'attuale San Pietroburgo), Putin da giovane ha lavorato per il Kgb, i servizi di intelligence sovietici all'estero, con un periodo di servizio a Dresda nella Germania orientale. E da questo soprattutto deriva il mistero che ancora oggi avvolge la sua figura, già ampiamente spiegata e raccontata.

"Devo essere come mi vuole il mio popolo" ha detto nel corso di una delle prime interviste a Seipel. Agli inizi degli anni Novanta fu nominato consigliere del sindaco di San Pietroburgo per gli Affari Internazionali e dal 1991 fu a capo della direzione del Comitato per le relazioni esterne della città, con il compito di promuovere i rapporti internazionali e attirare gli investimenti stranieri.

Dal 25 luglio 1998, fu a capo dell'Fsb, i servizi di sicurezza federali. Infine, divenne Primo ministro della Russia nell'agosto del 1999 e, nel giro di pochi mesi, presidente a inizio 2000. Immediatamente dopo le dimissioni del primo presidente della Federazione russa, Boris Eltsin, annunciate nel brindisi di Capodanno e per il nuovo millennio.

Da allora Putin è sempre rimasto in sella, con una piccola pausa di quattro anni, quando dopo due mandatti non consecutivi dovette cedere il testimone all'attuale premier Dmitry Medvedev.

E non sembra troppo desideroso di cambiare epoca e neppure vita.

A chi gli domanda in quale periodo della storia vorrebbe vivere?, lui risponde: "Adesso, perchè in passato tutti i miei antenati erano servi della gleba, e io invece oggi faccio il presidente".

Elezioni in Russia, ecco chi sfida Putin

Secondo le previsioni degli esperti di VTsIOM, istituto di sondaggi russo, Putin dovrebbe vincere con percentuali che variano dal 69 al 73%. Ma chi sono gli sfidanti?

Alle elezioni presidenziali di domenica Pavel Grudinin dovrebbe arrivare secondo con 10-14%, Vladimir Zhirinovsky terzo con 8-12%, Ksenia Sobchak al 2-3%, Grigory Yavlinsky con l'1-2%. A seguire sotto l'1% Boris Titov, Sergei Baburin e Maxim Suraykin.

Grudinin, lo strano caso del magnate-comunista

È partito da zero a dicembre 2017 e ora, in base ai sondaggi prenderebbe sino al 14%. Tra gli sfidanti di Putin, Pavel Grudinin è il nuovo fenomeno della politica russa. Soprannominato il "candidato alla fragola", il 57enne è il più grande coltivatore di fragole della Russia e possiede un`impresa agricola fuori Mosca. È stato inaspettatamente spinto nella corsa dal Partito Comunista (KPRF), nella quale ha superato Gennady Zyuganov (eterno secondo nelle precedenti elezioni). Grudinin non è un membro del KPRF. Come volto nuovo con visioni moderate, Grudinin sta facendo ancora meglio del previsto. Forse per questo i media statali non lo amano e lo perseguitano su un presunto possesso di conti bancari esteri.

Zhirinovsky, il veterano che fa sembrare Putin un giovane moderato

I sondaggi lo davano al 5% il 9 marzo, in flessione rispetto al 7% di fine dicembre, ma è possibile che il 18 marzo entrerà in una forbice 8-12%. In lui si incarna l'invecchiamento della classe politica russa, che per le legislative del 2021 dovrà risolvere un problema: i vertici dei tre partiti di opposizione parlamentare saranno troppo in là con gli anni. E quindi più di chiunque altro andrà trovato un sostituto per Vladimir Zhirinovsky, che con la sua dialettica infuocata, rende Putin un moderato. Realisticamente dunque non è un vero contendente del presidente in carica. Piuttosto il principale rivale di Grudinin per il secondo posto. Veterano politico tra i candidati, ha 71 anni, guida il partito Liberal-democratico della Russia populista di destra (LDPR) e si è candidato per la presidenza per la prima volta nel 1991. Sebbene LDPR sia formalmente un partito di opposizione, Zhirinovsky è stato a lungo considerato parte delle istituzioni in Russia ed è politicamente in linea con il Cremlino.

Yavlinsky, il liberale d'annata

Ha la stessa età di Putin: 65 anni. In politica fin dai primi anni `90, è cofondatore del partito liberale Yabloko. Grigory Yavlinsky ha cercato la presidenza quasi quanto Zhirinovsky; candidato per l`ultima volta a presidente nel 2000, finendo terzo con il 6% dei voti.
Yavlinsky è considerato un politico liberale con opinioni filo-occidentali, ma non è mai stato in grado di attirare il più ampio elettorato russo. La sua base di sostenitori sembra essere in contrazione e probabilmente otterrà una percentuale di voti sotto l`1-2%.

Titov, il candidato più putiniano di Putin

Nei sondaggi è su percentuali pari allo 0. Dal 2012 gestisce i diritti degli imprenditori russi per conto di Putin. Nella campagna presidenziale, sta cercando di fare appello alla classe economica liberale, con voce sempre più flebile. Ha 57 anni ed è uno dei candidati più giovani in lizza. Rappresenta il neonato Partito della crescita, a favore del business, ma senza alcun ruolo rilevante nella politica russa e alcun successo elettorale.

Baburin, ritorno al futuro di un nazionalista

L'apparizione di Sergei Baburin in queste elezioni è un ritorno al futuro, che secondo gli ultimi sondaggi gli porterebbe un 1% di nostalgici.
Il 59enne era un politico conservatore negli anni `90, vicepresidente parlamentare. Poi è praticamente sparito. Baburin è a capo dell`Unione Panrussa del popolo, un partito marginale, conservatore, che sostiene (guarda un po`) Putin nella politica interna ed estera. Nella campagna elettorale per la Duma 2007, Baburin ha ottenuto ampia attenzione da parte dei media proponendo una legge che assegna a ogni russo 4 milioni di rubli (circa 150.000 dollari) come mezzo di compensazione una tantum per i reati di privatizzazione delle proprietà statali nei primi anni `90.

Sobchak, già signora della tv spazzatura

Tanto fumo, poco arrosto: 2-3% nelle ultime indagini demoscopiche. La 36enne ex star dei reality (solo dieci anni orsono tutti i 20enni la conoscevano grazie alla trasmissione "Bionda nel cioccolato") ha trasformato l`opposizione extraparlamentare in qualcosa di molto diverso. Già potenziale candidata presidenziale all`inizio di settembre 2017, secondo Vedomosti - che citava fonti dell`amministrazione presidenziale - ha incontrato le necessità del Cremlino alla ricerca di una "sparring partner" femminile per Putin nella campagna presidenziale. L`articolo menzionava diverse donne politiche, poi citava una fonte che diceva che Ksenia Sobchak sarebbe stata la "candidata ideale". Figlia dell`ex sindaco di San Pietroburgo, Anatoly Sobchak, l`uomo considerato il mentore politico di Putin, si è fatta un nome prima con la tv spazzatura, poi schierandosi tra le fila dell`opposizione e poi rompendo con Aleksey Navanly. Oggi rappresenta un`agenda liberale ed è cautamente critica nei confronti di Putin. Da quando ha annunciato la sua candidatura, ha avuto accesso praticamente illimitato ai media. Tuttavia non ci si aspetta che riceva una parte significativa dei voti.

Maxim Suraikin, lo stalinista alternativo

Moscovita doc e di famiglia comunista. Maxim Suraikin, altro volto giovane in queste elezioni. Il 39enne è presidente del partito Comunisti di Russia, fondato nel 2009. Suraikin si è posizionato come alternativa al Partito comunista russo, ma per orai sondaggi non lo premiano. Il KPRF ha accusato Suraikin e il suo partito di essere un progetto del Cremlino, per dividere il voto comunista. Resta il fatto che il suo movimento sta rapidamente guadagnando peso e ha già superato il "vecchio" KPRF in alcuni distretti. Dopo le elezioni presidenziali nella Federazione Russa nel 2018, il rating del "Compagno massimo" sarà da tenere d`occhio.

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