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Martedì, 16 Aprile 2024
TURCHIA

Turchia: il voto tra le tensioni

Elezioni politiche in Turchia, dove non sono mancate le tensioni: esplosioni, attentati, proteste. Un voto con o contro il presidente uscente Erdogan

Dalla rivolta di Gezi Park di 2 anni fa, il presidente Erdogan ha imposto una stretta autoritaria e ha chiesto per agli elettori una maggioranza di 2 terzi per il suo partito Akp, di ispirazione islamica, per cambiare la Costituzione e creare un sistema super-presidenziale. Così il voto alle presidenziali della Turchia si è trasformato nella conferma o smentita dei consensi di Recep Tayyip Erdoğan.

Si tratta di una "dittatura islamica", tuona l'opposizione, che accusa Erdogan di censurare web e media. Per l'esito del voto sarà decisivo il risultato del partito curdo Hdp di Demirtas, da giorni bersaglio di decine di attacchi. Il 5 giugno un’esplosione durante un comizio a Diyarbakır, nel sudest del paese, ha causato quattro morti. L’attentato non è stato rivendicato e, secondo le autorità, è stato compiuto con ordigni artigianali. Se Hdp supererà lo sbarramento del 10% ed entrerà in Parlamento gli islamici non si aggiudicheranno i due terzi e perderanno la maggioranza assoluta di cui godono dal 2002. Ipotesi che aprirebbe la strada a un'alleanza di governo fra i tre partiti laici d'opposizione. 

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan spera di raccogliere un’ampia maggioranza con il suo partito, l’Akp, nel tentativo di avere i voti per approvare una riforma costituzionale di stampo presidenziale, che dia ampi poteri al capo dello stato. Per far passare la riforma, l’Akp dovrà riuscire a guadagnare almeno i tre quinti dei seggi. 

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