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Venerdì, 29 Marzo 2024
La debacle / Stati Uniti d'America

Alla fine il vero sconfitto delle elezioni Usa è stato Trump

L'ex presidente ha monopolizzato la campagna elettorale dei repubblicani, imponendo i suoi uomini in posti chiave. Ma le cose non sono andate esattamente come avrebbe sperato

Donald Trump era convinto che le elezioni di midterm negli Stati Uniti avrebbero dato una spinta alle sue ambizioni di candidarsi di nuovo alla presidenze nel 2024. Proprio mentre gli statunitensi tornavano alle urne aveva detto che il prossimo 15 novembre avrebbe fatto un "annuncio importante", lasciando intendere chiaramente che intende annunciare la sua corsa alle primarie repubblicane. E invece, nonostante i democratici rischiano di perdere la maggioranza in entrambe le Camere, il vero sconfitto di queste elezioni sembra essere stato proprio lui.

La diretta dalle elezioni di midterm negli Usa

Queste elezioni per il miliardario sono state un vero e proprio disastro, innanzitutto perché non c'è stata la marea rossa tanto paventata e Joe Biden ha retto bene il colpo recuperando sondaggi pesantemente sfavorevoli e riducendo le distanze tra i due partiti. Ma anche perché molti dei candidati di primo piano sostenuti da Trump, soprattutto quelli negazionisti che continuano a sostenere che lui abbia vinto le presidenziali del 2020, hanno perso o hanno ottenuto vittorie risicatissime. E infine perché il più grande successo dei repubblicani è stato quello del governatore della Florida Ron DeSantis, suo probabile avversario alle primarie. Durante la campagna elettorale per il midterm Trump ha provato in tutti i modi a dimostrare di essere ancora il leader del partito e ha appoggiato circa 300 candidati, andando contro la tradizione politica statunitense secondo cui gli ex presidenti si tengono fuori dalle dispute interne delle loro formazioni politiche. Un interventismo del genere non si vedeva dal 1908, quando Teddy Roosevelt sostenne apertamente William Howard Taft affinché divenisse il suo successore nel Grand Old Party.

Ma l'errore di Trump a quanto pare è stato che lui ha pensato più ad affermare il proprio prestigio che a scegliere personalità potenzialmente vincenti per il bene della formazione politica di cui fa parte. I leader del Gop avrebbero preferito candidato centristi come Doug Ducey dell'Arizona, Larry Hogan del Maryland e Chris Sununu del New Hampshire per la corsa al Senato. Invece Trump, sfruttando la sua influenza sulla base, ha epurato con successo molti esponenti che considerava sleali sostenendo i loro sfidanti alle primarie e ha permesso la vittoria a politici fedeli a lui e anche alle sue tesi sul furto delle elezioni del 2020, anche in seggi chiave come quelli di Arizona, Georgia e Michigan, tutti Stati in cui lui ha perso nel 2020. Questo di fatto ha dato un vantaggio ai democratici che hanno contrapposto a questi candidati estremisti dei moderati che sono riusciti in molti casi a conquistare il voto degli elettori repubblicani che non condividevano la deriva estremista e negazionista del partito.

Don Bolduc, uno sfidante repubblicano che ha fatto leva sulle bugie sulle elezioni rubate, ha perso nella corsa per il seggio al Senato del New Hampshire che i rossi ritenevano facile da vincere. E diversi altri candidati chiave sostenuti da Trump hanno perso o sono andati peggio del previsto. In Pennsylvania, Stato in bilico, il democratico Josh Shapiro ha vinto la corsa per diventare governatore contro Doug Mastriano, mentre il democratico John Fetterman ha sconfitto il Mehmet Oz per ottenere il controllo di un seggio al Senato. Entrambi i perdenti erano uomini dell'ex presidente. In Michigan, Tudor Dixon, scelta da Trump per la corsa a governatore, ha fallito nel tentativo di scalzare la governatrice Gretchen Whitmer. In Arizona, dove Kari Lake e Blake Masters hanno fatto campagna insieme come candidati "America First" nello stampo di Trump, potrebbero essere sconfitti entrambi rispettivamente nella corsa per i posto di governatore e di senatore, anche se i risultati al momento sono incerti e i trumpiani hanno già cominciato a denunciare brogli.

"Molti dei candidati" sostenuti da Trump "hanno ottenuto risultati insufficienti e sono costati al loro partito la possibilità di conquistare un seggio che avrebbe potuto essere vinto facilmente", ha dichiarato alla France Presse Jon Rogowski, professore di scienze politiche all'Università di Chicago. "Allo stesso tempo, altri candidati repubblicani con cui si è pubblicamente scontrato hanno vinto facilmente i loro seggi". Tra questi Brian Kemp, apertamente contrario a Trump, che ha mantenuto il suo governatorato in Georgia. L'ex presidente ha sempre criticato il ruolo di Kemp nella certificazione del voto del 2020 e ha cercato di disarcionarlo sostenendo un altro candidato alle primarie, ma senza successo.

Naturalmente molti dei candidati di Trump sono andati bene. J.D. Vance, il candidato repubblicano al Senato in Ohio è stato eletto e l'uomo su cui Trump ha investito di più, l'ex giocatore di football Herschel Walker, la cui candidatura al Senato in Georgia è stata scossa dalle accuse di aver incoraggiato le donne ad abortire pagando lui le spese pur essendo pubblicamente un anti abortista, è riuscito a strappare un ballottaggio imprevisto (aiutato però anche dalla buona affermazione di un terzo candidato indipendente che ha superato il 2% dei consensi).

Come se non bastasse la star di queste elezioni per i repubblicani è stato Ron DeSantis, rieletto governatore della Florida con un distacco di quasi 20 punti percentuali. Lui non ha chiesto né voluto l'aiuto di Trump, di cui è ormai un avversario e da cui è stato soprannominato Ron De-Sanctimonious, un gioco di parole per dargli del moralista e bigotto. E questo moralista e bigotto sembra destinato a scendere in campo anche lui per le primarie, e in tanti pensano sia il volto nuovo di cui i conservatori hanno bisogno. "Penso che il risultato della scorsa notte sia il miglior indicatore del fatto che Donald Trump non dovrebbe essere il candidato repubblicano nel 2024", ha sentenziato Sarah Matthews, ex consigliera dell'ex presidente degli Stati Uniti. E non è la sola a pensarla così.

Trionfo in Florida per il repubblicano DeSantis, possibile sfidante di Trump 

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