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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Erdogan chiede il cessate il fuoco a Putin in Ucraina per aver mani libere in Siria

Quello di oggi è l'ultimo atto, in ordine di tempo, di una mediazione che la Turchia ha cercato di imbastire ormai un anno fa

Al presidente turco piace molto indossare le vesti del mediatore. E non lo nasconde. Le prove di dialogo separato con il presidente russo Vladimir Putin e con il presidente ucraino Volodimir Zelensky sono una dimostrazione. Nel corso dei colloqui telefonici, come accaduto anche oggi 5 gennaio, Recep Tayyip Erdogan rilancia il tema della pace e della risoluzione del conflitto in Ucraina. Un tema a lui caro per interessi personali: il presidente turco è infatti riuscito a risollevare la sua immagine a livello internazionale e a distrarre la sua popolazione dai pesanti problemi economici, tanto da pensare di poter anticipare le elezioni il programma il prossimo 18 giugno.

Il dialogo sulla guerra in Ucraina

Tra i due litiganti, il terzo gode. La guerra russa, che sta devastando l'Ucraina da oltre 10 mesi, è stata ancora al centro del colloquio telefonico tra il "Sultano" turco e il protagonista di un conflitto dilaniante. Erdogan ha lanciato un altro appello al suo omologo russo Putin, affermando che gli sforzi di pace nella guerra della Russia contro l'Ucraina dovrebbero essere sostenuti da un cessate il fuoco unilaterale e da una "visione per una soluzione equa". In risposta, il leader del Cremlino ha ribadito che la Russia è aperta "a un dialogo serio", ma solo se Kiev "soddisfa le richieste note e tiene conto delle nuove realtà territoriali". Insomma, Putin ambisce al mantenimento della sovranità dei territori annessi. 

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Quello di oggi è l'ultimo atto, in ordine di tempo, di una mediazione che la Turchia ha cercato di imbastire ormai un anno fa, mantenendo una posizione sempre equilibrata tra i due Paesi in conflitto che, come anche nel recente passato, è passata attraverso telefonate a Putin e Zelensky nello stesso giorno, spesso a distanza di pochi minuti l'una dall'altra. Erdogan ha infatti in programma oggi di discutere al telefono anche con l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky su come impostare su un "piano più morbido" le relazioni tra Mosca e Kiev.

Le ambizioni turche in Siria

Durante la conversazione con Putin, il presidente turco ha discusso anche di questioni relative all'ulteriore espansione dei legami commerciali ed economici, principalmente nel settore energetico. Ma soprattutto il "Sultano" ha cercato di portare dalla sua parte il presidente russo che gioca un ruolo cruciale nella guerra in Siria. Nel sottolineare la necessità di compiere passi concreti per eliminare i militanti curdi dalla regione di confine siriana, Erdogan ha aperto al dialogo con gli omologhi di Russia e Siria, Vladimir Putin e Bashar al Assad, per trovare una quadra su come arrivare alla pace nel conflitto siriano. 

Già dallo scorso 24 dicembre era emerso che la Turchia fosse in trattative con la Russia, principale alleato del presidente siriano Assad, per utilizzare lo spazio aereo sopra la Siria settentrionale per una potenziale operazione transfrontaliera contro le Unità di protezione dei popoli (Ypg), le milizie curde parte delle Forze democratiche siriane (Fds) alleate degli Stati Uniti. Un piano che rafforza l'operazione turca “Spada ad artiglio” (Pence Kilic) lanciata lo scorso novembre contro le forze curde con l’obiettivo di creare una zona cuscinetto profonda 30 chilometri lungo il suo confine meridionale. La Turchia infatti insiste per una safe zone di 30 km di profondità e 432 di lunghezza nel nord della Siria, secondo un mossa lanciata con le tre operazioni militari sferrate da Ankara dal 2016 a oggi e che non si è potuta realizzare del tutto.

E i rapporti con Assad non sono distesi. Negli ultimi anni le forze armate turche hanno condotto diverse operazioni militari su larga scala nel nord dell'Iraq e nella Siria settentrionale contro l'Ypg, il Pkk ma ha anche sostenuto i ribelli che combattevano per rovesciare il presidente siriano Bashar al-Assad e ha tagliato le relazioni diplomatiche con Damasco all'inizio di questo conflitto civile che ha dilaniato il Paese e che è durato 11 anni. Il Pkk di Abdullah Ocalan ha lanciato un'insurrezione contro lo Stato turco nel 1984 e da allora più di 40mila persone sono state uccise.

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L'incontro tripartitico si terrà dopo un vertice tra i ministri degli Esteri di Turchia, Russia e Siria che secondo la tv di Stato turca Trt dovrebbe tenersi nella seconda metà di gennaio. Da quando è iniziata la guerra in Siria nel 2011, Erdogan ha regolarmente criticato Assad e non ha mai avuto alcun incontro con lui. Ma qualcosa può cambiare. A tutto vantaggio del "Sultano". 

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