rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
TURCHIA / Turchia

Condannato all'ergastolo ex capo delle forze armate turche

L'alto militare è stato ritenuto colpevole, insieme a numerosi altri importanti personaggi delle forze armate, accademici e giornalisti, di aver creato "un'organizzazione terrorista per rovesciare il governo di Recep Tayyip Erdogan"

E' una sentenza dura, che probabilmente schiaccia l'interventismo dei militari nella vita politica turca. Il tribunale di Silivri, nelle vicinanze di Istanbul, ha emesso l'attesa sentenza sul discusso processo "Ergenekon", la presunta rete golpista formata da militari, giornalisti e accademici che avrebbe puntato a rovesciare il potere del governo islamico del primo ministro Recep Tayyip Erdogan. Alla sbarra sono andati 275 imputati e, salvo 21 assoluzioni, gli altri sono stati condannati a pene dure, a partire dall'ergastolo.

Il nome più pesante è certamente quello di Ilker Basbug, un generale ex capo di stato maggiore dell'esercito. A lui è stato dato l'ergastolo. Con lui molti altri ufficiali e civili, come il giornalista Tuncay Ozkan e l'avvocato Kemal Kerincsiz. Per tutti prigione a vita.

La sentenza è stata accolta con rabbia dai sostenitori degli imputati, assiepati attorno al tribunale di massima sicurezza. Centinaia di agenti in assetto anti-sommossa hanno dovuto sparare gas lacrimogeni per calmare la folla.

LA TURCHIA CHE BRUCIA PER GEZI PARK

Il processo Ergenekon è una prova chiave per la tenuta del governo Erdogan. Le indagini sono iniziate cinque anni fa e la magistratura ha imbastito, nei confronti degli imputati, un procedimento per aver creato "un'organizzazione terrorista per rovesciare il governo di Recep Tayyip Erdogan" manipolando i media, organizzando attentati e assassini politici per creare un clima favorevole a un golpe militare. Uomini come Basbug, che a lungo ha guidato le forze contro il Partito dei lavoratori curdi (Pkk) e quindi ha continuato a considerarsi un baluardo contro il terrorismo, alla fine della sua carriera attiva s'è trovato a doversi difendere dall'accusa di essere statoparte di un'organizzazione terroristica.

Il processo Ergenekon ha spaccato in due la società turca. Da una parte sostenitori di Erdogan e liberali che considerano l'arresto dei militari un passo avanti necessario e legittimo per ridurre il ruolo delle forze armate e avanzare nel processo di democratizzazione, dall'altra i sostenitori del campo kemalista, l'ideologia nazionalista e laicista ispirata agli insegnamenti del "padre della patria" Mustafa Kemal Ataturk, che accusano i giudici di aver usato il processo Ergenekon per ordinare l'arresto di centinaia di oppositori del governo. Oggi "verrà pronunciata una sentenza già scritta 5 anni fa" titolava in prima pagina Cumhuriyet, quotidiano vicino al principale movimento d'opposizione il Partito repubblicano del popolo (Chp). Di segno opposto invece, il commento del pro-governativo Yeni Safak: "In questo paese si chiede conto dei golpe, a livello d'immagine verrà dato un messaggio importante - Scrive oggi in un editoriale Cem Kucuk - La Turchia dice basta a chi vuole rovesciare governi democraticamente eletti con metodi illegali".

Le indagini su Ergenekon, un nome ispirato a quello della patria ancestrale del popolo turco presso i Monti Altai, sono partite il 12 luglio 2007 dopo la scoperta da parte della polizia di un deposito di armi segreto in una baraccopoli nel quartiere di Umraniye a Istanbul. La casa dove sono state trovate 27 bombe a mano era di proprietà del sergente in pensione Oktay Yildirim. L'uomo è stato arrestato due settimane dopo insieme a leader religiosi, avvocati e giornalisti, in quella che sarebbe passata alla storia come la prima ondata di arresti del processo Ergenekon. Dal 2007 in poi gli arresti sono aumentati in maniera esponenziale, secondo gli avvocati della difesa sono state 588 le persone fermate durante le indagini.

Gli imputati vedono nella sentenza niente di più che un atto politico del governo. "Questo processo è puramente politico", ha affermato il parlamentare d'opposizione Mustafa Balbay, che è stato condannato a 24 anni di carcere. "Oggi - ha aggiunto - è il governo che viene condannato, non noi".

La sentenza di oggi è l'ultimo atto del duro scontro tra il primo ministro conservatore Recep Tayyip Erdogan e l'esercito. L'Ue vede di buon occhio il ridimensionamento del ruolo delle forze armate in Turchia tuttavia Bruxelles, riguardo ai provvedimenti giudiziari che coinvolgono militari, si è detta "preoccupata" per "l'esercizio del diritto alla difesa, i lunghi tempi di detenzione preventiva e accuse troppo ampie e onnicomprensive".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Condannato all'ergastolo ex capo delle forze armate turche

Today è in caricamento