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Giovedì, 25 Aprile 2024
l'onda conservatrice / Stati Uniti d'America

Cosa c’entrano gli estremisti bianchi con l'aborto negato in Usa

La connessione tra aborto e teoria della “grande sostituzione” non è azzardata

La decisione della Corte Suprema statunitense di ribaltare la sentenza Roe vs Wade del 1973, che sanciva a livello federale il diritto all’aborto, ha confermato le simpatie religiose del massimo tribunale e il disegno “originalista” dei giudici conservatori.

La forza dell’originalismo per i giudici della Corte

Dall’uso delle armi alla promozione della tutela alla vita, i ‘saggi’ statunitensi hanno applicato a loro vantaggio l’originalismo, la teoria che negli ultimi anni ha permesso ai repubblicani di leggere nella Costituzione i limiti dei diritti per promuovere un programma politico reazionario. La tesi, abbracciata e promossa principalmente dai repubblicani, prevede che i limiti di ciò che è possibile fare siano definiti dalle parole della Costituzione scritta più di due secoli fa e interpretate alla lettera.

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Anche per ribaltare la sentenza che per 50 anni ha garantito alle donne la possibilità di interrompere la gravidanza entro un limite temporale, i giudici dell’Alta Corte hanno applicato l’originalismo. In particolar modo, i togati hanno usato l’originalismo per l’interpretazione del 14esimo emendamento della Costituzione Usa, che sancisce la privacy e la libertà di prendere decisioni sul proprio corpo. Per i ‘saggi’, infatti, il 14esimo emendamento non era nella bozza "originale" della carta costituzionale. Il giudice Samuel Alito, che ha scritto la sentenza contro il diritto all'aborto negli Usa, ha sostenuto nelle sue motivazioni che quando il 14esimo emendamento è stato aggiunto alla Costituzione, l'aborto era illegale. E così il diritto per l’autodeterminazione femminile è stato cancellato per un’interpretazione letterale.

La teoria razzista della "grande sostituzione"

Ma questo è l’espediente utilizzato dai ‘saggi’. Le motivazioni, che hanno spinto i giudici dell’Alta Corte a cancellare un diritto durato 50 anni, sono interconnesse come una ragnatela: al centro c’è il suprematismo bianco con la teoria razzista della “grande sostituzione”.

Partiamo da una data. Secondo un censimento federale del 2015, la popolazione bianca non ispanica diventerà una minoranza etnica del paese entro il 2044. Un’apocalisse per i sostenitori della “razza bianca”, che è causata dai flussi dei migranti provenienti dai paesi dell’America Latina e dal basso tasso di fertilità e natalità.

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La mutazione della società statunitense – naturale se si guardano le evoluzioni economiche e climatiche mondiali – hanno alimentato una teoria complottista e razzista secondo cui esisterebbe una cospirazione globale per sostituire i bianchi con persone di altre etnie. La visione cospirazionista è stata abbracciata e alimentata dai conservatori e dall’estrema destra, che hanno fatto leva sul timore della classe bianca e medio-bassa di perdere i propri privilegi e cederli ai migranti stranieri.

La teoria della “grande sostituzione” è stata la fonte di ispirazione per diversi autori di stragi e di attentati nelle scuole o nelle chiese del paese. I sostenitori della teoria della “grande sostituzione” si oppongono anche all’omosessualità e all’aborto, perché ritengono che impediscano nuove nascite e possano portare a una futura estinzione della “razza bianca”.

I nodi della ragnatela

La connessione tra aborto e teoria della “grande sostituzione” non è azzardata. In una nota a piè di pagina della bozza sul parere maggioritario della Corte suprema sull’abolizione del diritto all’aborto - scritta dal giudice Alito e diffusa lo scorso maggio da Politico - c’è una frase che ha suscitato critiche significative: "fornitura nazionale di bambini". La citazione, come spiegato alla testata statunitense MSNBC da Dorothy Roberts, direttrice del Penn Program on Race, Science & Society, è tratta da un rapporto del CDC (Centro di controllo e prevenzione delle malattie statunitensi) del 2008 ed è relativa alle adozioni. Roberts ha presentato le dinamiche interne al settore dell’adozione statunitense, soggetto a un “sistema di coercizione” in un mercato fatto di domanda e offerta, dove bambini bianchi sono i più desiderati dalle famiglie bianche. Anche questo meccanismo si fonda sulla teoria della "grande sostituzione", alimentandola.

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"Alla base della retorica e dell'azione contro l'aborto c'è l'idea che le donne bianche dovrebbero avere più bambini per costruire la nazione bianca", ha precisato Roberts intervenendo all’emittente statunitense. La campagna contro l’aborto è quindi un sistema per aumentare le file della popolazione bianca e contravvenire le proiezioni sull’eterogenea società statunitense.

D’altronde il declassamento del diritto all’aborto colpisce maggiormente le donne ispaniche e afroamericane che non sempre hanno un’assicurazione sanitaria (basti pensare che in Usa un parto in media costa dai 5 mila ai 10mila dollari). Ed è in questo sistema che le donne - che ormai nella gran parte degli stati non possono fare ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza - si rivolgono alle cliniche adottive che coprono la gran parte dei costi sanitari.

Le donne che spesso e più frequentemente sono costrette a interrompere la gravidanza per questioni economiche o sanitarie prendono in considerazione un’altra opzione: la sterilizzazione. Una scelta che molto spesso viene fatta da afroamericane o ispaniche. E così, i suprematisti bianchi ottengono un enorme risultato: la selezione etnica.

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